Oggi in Asia – In corsa per la presidenza del Pakistan

In Uncategorized by Simone

In Pakistan i partiti hanno deciso i nomi dei propri candidati alla poltrona presidenziale. La richiesta del leader dell’opposizione cambogiana di tornare a essere un parlamentare è stata respinta. Nelle scuole filippine si discute di velo islamico. PAKISTAN – Candidati presidenti

I partiti politici pakistani hanno scelto i candidati per la successione al presidente Asif Ali Zardari. Il voto parlamentare è fissato per il 30 luglio.

Il partito di governo del primo ministro, Nawaz Sharif, ha scelto Mamnoon Hussain, già governatore della provincia del Sindh, che si confronterà con il senatore Raza Rabbani, esponente del Partito del popolo pakistano di Zardari e con il giudice in pensione Wajihuddin Ahmed del Tehreek-e-Insaf della stella del cricket Imran Khan.

Il presidente è eletto dai parlamentari dell’assemblea federale e dalle quattro assemblee provinciali a voto segreto. Il Pml di Sharif può contare su un’ampia rappresentanza parlamentare. Nel 2008 Zardari fu eletto sull’onda del cordoglio per l’omicidio della moglie e leader dell’opposizione Benazir Bhutto durante un comizio elettorale.

Gli emendamenti costituzionali degli anni successivi hanno di fatto svuotato il ruolo presidenziale, oggi poco più che simbolico e senza reali poteri.

CAMBOGIA – No al reintegro di Sam Rainsy come parlamentare

Il leader dell’opposizione cambogiana Sam Rainsy ha perso l’ultima battaglia legale per riacquisire  l’incarico di parlamentare e poter correre per le elezioni del 28 luglio sfidando il primo ministro Hun Sen.

Tornato dall‘esilio parigino la scorsa settimana, dopo aver ricevuto la grazia del re, Sam Rainsy era intenzionato a rigettarsi nell’arena politica e sfidare Hun Sen, uomo forte del Paese da oltre vent’anni e al governo con diverse coalizioni. Per le autorità cambogiane è troppo tardi per inserire il nome del leader dell’opposizione nel registri elettorali.

FILIPPINE – Questione di velo

La decisione per le insegnanti musulmane nelle Filippine di non portare il niqab in classe è facoltativa, ha voluto specificare il governo filippino. Una precisazione resasi necessaria per la controversa interpretazione di una direttiva al riguardo nel cui titolo si parlava di ordine.

Il documento del ministero dell’Istruzione era rivolto in particolare alle insegnati del sud dell’arcipelago in cui vive la minoranza musulmana del Paese a prevalenza cattolica.

Secondo il segretario all’Istruzione, Armin Luistro, senza velo gli studenti sarebbero in grado di capire meglio ciò che l’insegnante dice e di leggere le labbra.  Le linee guida di Manila riguardano i tipi di velo che coprono completamente il viso.

Sono oltre 1.600 gli insegnanti musulmani che tengono classi di arabo e istruzione islamica per 166mila stundenti.

[vosizneias.com]