L’India indaga sulla presunto caso di corruzione che coinvolge il colosso Finmeccanica per la vendita di 12 elicotteri all’aeronautica di New Delhi. I ribelli attaccano nel sud della Thailandia e nelle Maldive l’ex presidente cerca rifugio nella rappresentanza indiana. INDIA – L’inchiesta di New Delhi su Finmeccanica
Nessuna ipotesi è esclusa in India sul caso di presunta corruzione che portò all’intesa tra l’italiana Finmeccanica e l’India per la vendita di 12 elicotteri AW 101 al prezzo di 556 milioni di euro. “Se colpevole, nessuno sarà risparmiato”, ha detto oggi il ministro della Difesa indiano, A.K. Antony, in conferenza stampa.
Nel caso l’indagine avviata da New Delhi dovesse confermare casi di tangenti la società italiana potrebbe vedere stracciata la commessa ed essere iscritta nella lista nera del governo indiano.
Dal canto suo, l’ex capo di Stato maggiore dell’aeronautica SP Tyagi (al comando tra il 2004 e il 2007) pur ammettendo di aver incontrato i presunti intermediari dell’operazione, ha negato ogni coinvolgimento ricordando come la sigla dell’accordo arrivò soltanto nel 2010, tre anni dopo aver lasciato l’incarico.
Se confermato il caso sarebbe l’ultimo episodio di corruzione che rischia di danneggiare il governo del primo ministro Manmohan Singh. Lo scorso novembre il quotidiano finanziario Economic Times indagò sulle commesse affidate a Israele nel settore della difesa. Esperti confermarono l’abitudine di oliare la macchina decisionale indiana con mazzette.
THAILANDIA- Attacco dei ribelli al Sud
È di almeno 16 ribelli morti il bilancio di un attacco contro una base militare nel sud della Thailandia. Nessun soldato di Bangkok è stato ucciso nell’assalto, tra i più gravi dallo scoppio di una rivolta separatista nella regione a maggioranza musulmana nel 2004.
Circa 60 militanti hanno preso d’assalto la base nella provincia di Narathiwat, vicino al confine con la Malaysia. L’attacco è l’ultimo di una lunga serie con i ribelli che sebbene non legati ad alcune rete jihadista internazionale denunciano quella che ritengono la discriminazione contro i musulmani nel Paese a maggioranza buddhista.
Dall’inizio delle violenze otto anni fa i morti sono stati almeno 5.000 sia musulmani sia buddhisti. Il governo non ha escluso di imporre il coprifuoco nell’area. Le tre province meridionali di Pattani, Yala e Narathiwat furono annesse all’allora Siam oltre un secolo fa.
MALDIVE – Il rifugio indiano dell’ex presidente
L’ex presidente della Maldive, Mohamed Nasheed, ha cercato rifugio nella rappresentanza diplomatica indiana di Malè per evitare un mandato d’arresto nei suoi confronti.
L’ex capo di Stato fu costretto a lasciare l’incarico un anno fa dopo una protesta della polizia, considerata un golpe dai suoi sostenitori. Nasheed si sarebbe dovuto presentare oggi davanti ai giudici per rispondere delle accuse di abuso di potere per aver fatto arrestare quando ancora in carica un magistrato a lui ostile.
Le isole andranno alle urne il prossimo autunno. Primo presidente eletto democraticamente nell’arcipelago, Nasheed fu sostituto sulla poltrona presidenziale dal suo vice, Mohammed Waheed. Se giudicato colpevole l’ex presidente non potrà correre per le elezioni di settembre, proprio ciò che i suoi sostenitori temono denunciando la legittimità della corte.
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