Il bilancio del tifone Haiyan nelle Filippine centrali tocca oggi i 6mila morti. Ancora 2mila persone risultano disperse. In Bangladesh, eseguita la condanna per Abdul Kader Mollah, il macellaio di Mirpur, leader del partito islamista Jamaat-e-Islami. In Giappone si apre il vertice tra Tokyo e i Paesi Asean. FILIPPINE – Oltre 6.000 i morti di Haiyan
Quando sono trascorse cinque settimane dal passaggio del tifone Haiyan sulle Filippine, continua a salire il bilancio dei morti. Sono oltre 6mila secondo i dati ufficiali del governo. Almeno 2.000 sono ancora i dispersi.
Il disastro provocato da Yolanda, come il tifone è chiamato nelle Filippine, riporta alla memoria il maremoto del 1976 generato da un terremoto sotto il mare nel Golfo di Moro che fece tra i 5.000 e gli 8.000 morti. Haiyan ha inoltre superato il numero dei morti di Thelma, la tempesta che nel 1991 colpì la città centrale di Ormoc.
Le Nazioni Unite hanno chiesto ai Paesi donatori di raddoppiare gli aiuti fino a 791 milioni di dollari così da coprire almeno i prossimi 12 mesi.
BANGLADESH – Impiccato il "macellaio di Miripur"
Questa mattina a Dhaka, Bangladesh, è stata eseguita la condanna a morte di Abdul Kader Mollah, meglio noto come "il macellaio di Mirpur", primo criminale di guerra ad essere giustiziato dal 1971 ad oggi.
I suoi crimini vanno indietro fino alla guerra di indipendenza che l’allora Pakistan Orientale combatté contro il Pakistan, per la quale l’attuale governo bangladeshi, l’anno scorso, ha istituito un tribunale speciale (sulla falsa riga del tribunale di Norimberga) per perseguirne i criminali ancora nel paese.
Mollah, assassino e torturatore filo-pakistano durante il 1971, era uno dei leader del partito islamico Jamaat e Islami, vicino – si dice – ad ambienti Qaedisti. Con l’esecuzione di Mollah la comunità internazionale osserva l’evolversi della situazione in Bangladesh, dove il rischio di scontri a pochi mesi dalle elezioni e in seguito a una enorme mobilitazione di massa (il movimento ShahBagh per la giustizia sui crimini di guerra contro l’estremismo islamico) è altissimo.
Alcuni gruppi di Jamaat hanno incendiato moto e automobili in centro a Dhaka. L’esercito è pronto a intervenire.
GIAPPONE – Summit di Tokyo, Giappone e Asean uniti per la stabilità nell’Asia-Pacifico
I leader dei paesi dell’Associazione dei Paesi del Sudest asiatico (Asean) si sono riuniti oggi a Tokyo per discutere di sicurezza sui mari e di risoluzione dei conflitti. Giappone e Filippine in particolare hanno ribadito il loro forte impegno a garantire la libertà di volo in un periodo di tensioni territoriali a livello regionale. Il meeting si tiene nel quarantesimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra Giappone e Asean.
“Abbiamo riaffermato il nostro impegno a mantenere lo stato di diritto, promuovere una pacifica risoluzione dedi conflitti e assicurare la libertà di volo nello spazio aereo internazionale”, ha dichiarato il presidente filippino Benigno Aquino subito dopo l’incontro con il primo ministro nipponico Shinzo Abe.
Particolare motivo di tensione è la ADIZ, l’area di identificazione aerea indetta dalla Cina in nell’area del Mar cinese orientale e che comprenderebbe anche le isole Senkaku o Diaoyu, al centro di una contesa con Tokyo. A preoccupare maggiormente i leader riuniti a Tokyo è il potenziale destabilizzante della recente crescita della forza militare di Pechino. Da parte sua la Cina rispedisce indietro ogni critica e attraverso l’agenzia di stampa ufficiale Xinhua sostiene che è stato il Giappone per primo “a incendiare la regione”.
A sottolineare però l’importanza di buone relazioni bilaterali tra le due principali potenze dell’area Asia-Pacifico, è intervenuto il presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono. “L’Indonesia è profondamante preoccupata dalla possibilità che scoppi nella regione un conflitto che potrebbe avere un impatto negativo su tutti gli altri paesi”.