Nonostante le rassicurazioni del premier Abe, il Giappone è ancora alle prese con le perdite di acqua radioattiva dalla centrale di Fukushima. In Pakistan continua la moratoria sulla pena di morte. Mentre in Indonesia viene arrestato il numero uno della corte costituzionale con l'accusa di corruzione.
GIAPPONE – Nuova perdita da Fukushima
Una nuova fuoriuscita da una cisterna di stoccaggio dell'acqua usata per il raffreddamento del combustibile nucleare nei reattori della centrale di Fukushima Daiichi è stata scoperta dai tecnici al lavoro nell'impianto. Lo ha rivelato oggi la Tepco, la utility energetica di Tokyo, durante una conferenza stampa.
Si tratterebbe di almeno 430 litri usciti da una cisterna nell'area B-Sud. L'acqua sarebbe quindi entrata in un canale di scolo che termina in mare. “Crediamo che l'acqua contaminata sia arrivata all'oceano”, ha confermato Masayuki Ono, direttore generale del settore nucleare di Tepco. Secondo Tepco, l'acqua fuoriuscita avrebbe una concentrazione di materiali radioattivi stimata in 200mila becquerel per litro.
La nuova perdita sarebbe conseguenza dei lavori di drenaggio, nelle stesse cisterne, dell'acqua piovana accumulata nella barriera che circonda il settore B-Sud, in previsione di nuove precipitazioni. La notizia giunge poco più di un mese dopo la scoperta di una perdita da una cisterna in un altro settore nei pressi del reattore 4.
A stretto giro, le autorità governative della prefettura di Fukushima hanno espresso tutta la loro frustrazione nei confronti dell'ennesimo intoppo dei lavori di messa in sicurezza della centrale danneggiata. “Tepco ha promesso che avrebbe dato priorità al problema delle fuoriuscite, ma dubito che le loro azioni rispecchino quanto detto”, ha dichiarato questa mattina Yuhei Sato, governatore della prefettura, subito dopo una riunione di emergenza con i suoi collaboratori.
PAKISTAN – La moratoria sulla pena di morte continua
Il Pakistan non ripristinerà la pena di morte come invece ipotizzato lo scorso giugno quando terminò una moratoria sulle esecuzioni durata cinque anni. Islamabad, ha spiegato il portavoce del ministero dell'Interno, Omar Hamid Khan continuerà con la moratoria come chiesto anche dalla comunità internazionale.
A fine giugno, fresco vincitore del voto di maggio, il primo ministro Nawaz Sharif disse che il governo avrebbe ripreso le esecuzioni. Tra i primi a finire al patibolo dopo la fine della moratoria decisa nel 2008 dal passato governo, ci sarebbero dovuti essere lo scorso agosto due militanti islamisti. L'esecuzione fu sospesa, anche su pressione dell'ormai ex presidente Asif Ali Zardari, per le minacce dei talebani per i quali l'applicazione della sentenza a morte sarebbe equivalsa a un atto di guerra.
Oltre 8.000 detenuti sono oggi nel braccio della morte della carceri pakistane. La moratoria è salutata con favore da quanti contestano l'operato della polizia e dei tribunali del paese dei puri.
INDONESIA – Arrestato per corruzione il numero uno della Corte costituzionale
Il presidente della Corte costituzionale indonesiana è stato arrestato con l'accusa di corruzione nella tarda serata di ieri. Akil Mochtar, nel primo dei cinque anni di mandato, è accusato di aver preso tangenti per 250mila dollari. Quello dell'ex politico del partito Golkar è l'ultimo in ordine di tempo di una serie di arresti eccellenti per sradicare la corruzione nel paese.
La Commissione contro la corruzione ha agito sulla base delle testimonianze di un parlamentare e di un uomo d'affari che hanno confessato di aver passato le mazzette a Mochtar. Il caso, scrive l'agenzia France Presse, è legato a un disputa elettorale nel Borneo.
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