Oggi in Asia – Facciamo come i nazisti con Weimar

In by Simone

Il vicepremier giapponese Aso è al centro delle polemiche per l’invito a prendere esempio dai nazisti nei metodi per rivedere la Costituzione pacifista del Sol Levante. Il segretario di Stato Usa, Kerry, ha incontrato il premier pakistano e HRW denuncia la violenza delle forze di sicurezza del Bangladesh.
GIAPPONE – Lo scandalo delle frasi del vicepremier sui nazisti

Travolto dalle polemiche, il vicepremier nipponico Aso Taro ha dovuto ritrattare sull’idea di ispirarsi alle tattiche con cui i nazisti cambiarono la costituzione di Weimar per fare altrettanto con la carta pacifista del Giappone.

“Considero negativamente le vicende che riguardano i nazisti e la costituzione di Weimar, questo emerge da tutte le mie dichiarazioni”, ha detto l’ex ministro delle finanze ed ex premier. Sulla stessa linea il capo di Gabinetto, Suga Yoshihide, che ha voluto ricordare ai giornalisti come né il primo ministro Abe Shinzo né il suo governo abbiano mai pensato in termini positivi al nazismo.

Le frasi di Aso sono diventate un assist per la risposta cinese. Il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Hong Lei, citato dall’agenzia Xinhua, ha espresso i timori dei vicini del Sol Levante e ha esortato Tokyo a riflettere sulla propria storia. Reazioni simili sono arrivate anche dalla Corea del Sud secondo cui commenti di questo genere urtano la sensibilità delle persone.

Sullo sfondo, la memoria delle atrocità compiute dall’esercito imperiale nipponico nella prima metà del secolo scorso durante le occupazioni della Cina e della penisola coreana. Tornato al governo con il voto di dicembre il partito liberal-democratico di Abe Shinzo non fa mistero di voler mettere mano all’articolo nove della Costituzione che limita i poteri delle forze di autodifesa che il centrodestra nipponico vorrebbe trasformare in vere forze armate. Un obiettivo che i liberal-democratici potrebbero raggiungere avendo ora la maggioranza in entrambi i rami del parlamento.

Le dichiarazioni di Aso fanno inoltre seguito ad altre di politici nipponici che sembrano sminuire il ruolo del militarismo giapponese durante la Seconda Guerra Mondiale. Lo scorso maggio il sindaco di Osaka, Toru Hashimoto, fecce scandalo quando definì una necessità l’aver costretto centinaia di donne a prostituirsi per le truppe giapponesi durante la Seconda Guerra Mondiale

PAKISTAN – L’incontro tra Sharif e Kerry

John Kerry, segretario di Stato Usa, si è incontrato oggi con il premier pakistano Nawaz Sharif, tornato al governo lo scorso maggio. Il primo viaggio di Kerry in Pakistan da quando è alla guida della diplomazia statunitense ha in cima all’agenda questioni economiche e di sicurezza.

Kerry ha discusso con la controparte del futuro dell’Afghanistan, una volta che le truppe combattenti Nato lasceranno il Paese il prossimo anno, e dei raid americani con i droni nelle aree di confine, controversa tattica antiterrorismo che non risparmia i civili, almeno un quinto delle vittime totali dei bombardamenti condotti tra il 2004 e il 2013. Una tattica di cui Sharif vuole la fine, perché viola la sovranità pakistana.

Le relazioni tra i due alleati si sono incrinate con l’assalto al complesso di Abbottabad, cittadina distante una sessantina di chilometri dalla capitale Islamabad, nel quale fu scovato e ucciso Osama bin Laden a maggio del 2011. Un’azione, secondo quanto emerso da una commissione d’inchiesta, compiuta senza che né il governo né i militari pakistani ne fossero a conoscenza.

Altro tema in agenda è l’economia, in particolare le carenze energetiche del Pakistan, afflitto quotidianamente da interruzioni di corrente che durano ore.


BANGLADESH – Uso eccessivo della forza

Sono stati almeno 150 i morti fatti da febbraio dalle forze di sicurezza del Bangladesh durante gli scontri con i sostenitori dei leader islamisti condannati dal tribunale speciale per i crimini di guerra compiuti durante il conflitto per l’indipendenza dal Pakistan dell’inizio degli anni Settanta.

La denuncia dell’uso eccessivo delle forza per reprimere le manifestazioni è dell’organizzazione statunitense Human Rights Watch. Nello stesso periodo i feriti sono stati oltre duemila, spesso vittime di attacchi mirati ha spiegato Mark Dummett, co-autore del rapporto Sangue sulle strade.

[Foto credit: huffingtonpost.com]