L’India lancia un piano alimentare per fornire grano e riso a prezzi calmierati ai due terzi della popolazione. Gli attivisti antinuclearisti di Greenpeace sono potuti entrare in Corea del Sud dopo due anni di tentativi e il Giappone si prepara al voto del 21 luglio. INDIA – Il piano alimentare per i poveri
Il governo indiano ha approvato un ambizioso piano alimentare di sostegno alle fasce più povere della popolazione. Il programma è uno dei fiori all’occhiello del partito del Congresso in vista del voto del 2014. Il partito al governo tiene così fede agli impegni presi nella passata campagna elettorale.
Il governo Singh è tuttavia dovuto ricorre a un ordine esecutivo ponendosi l’obiettivo di conquistare il consenso del Parlamento per la ratifica. Nell’ambito del piano, Nuova Delhi fornirà ad almeno 800 milioni di indiani, i due terzi della popolazione, un quantitativo tra i 3 e i 7 chilogrammi di grano a prezzi proporzionati al reddito delle famiglie.
Per i sostenitori si tratta di uno strumento per lottare contro la povertà. I critici ci vedono al contrario uno spreco di risorse e un tentativo del partito al governo di comprare i voti della popolazione. Secondo stime di esperti citati dalla Reuters, per coprire il programma lo stato dovrà acquistare circa il 30 per cento della produzione di grano.
COREA DEL SUD – Tolto il bando contro Greenpeace
Per due anni la Corea del Sud ha impedito l’entrata nel Paese al direttore esecutivo di Greenpeace per l’Asia orientale, senza dare spiegazioni. Il divieto è caduto nei giorni scorsi. Mario D’amato ha avuto un incontro con i giornalisti nella sede di Seul dell’organizzazione ambientalista.
Secondo gli attivisti, la decisione del governo sudcoreano era motivata dalle campagne dell’organizzazione contro il nucleare. Il sospetto è che dietro il no di Seul ci sia stata la mano della potente lobby dell’industria nucleare, oggi sotto accusa per lo scandalo dei componenti non certificati usati nelle centrali. “L’ingresso è stato vietato soltanto agli attivisti antinuclearisti”, ha detto D’Amato citato dalll’Hankyoreh, altri militanti di Greenpeace impegnati nelle campagne conservazioniste o per la salvaguardia degli oceani non hanno avuto problemi.
Il divieto è caduto per la decisione di Greenpeace di citare a giudizio il governo. Prima della decisione della corte il ministero della Giustizia ha tuttavia dato il via libera all’ingresso degli attivisti, a condizione che la causa fosse ritirata. Domani la Rainbow Warrior III si ancorerà nel porto di Incheon. La nave resterà in Corea fino al 18 nell’ambito della campagna "Nuclear Free Korea".
GIAPPONE – Verso il voto del 21 luglio
Parte oggi la campagna elettorale in vista del voto con cui il 21 luglio i giapponesi saranno chiamati a rinnovare metà dei 242 membri della Camera alta. La tornata potrebbe cementare il potere del premier liberal democratico Abe Shinzo, tornato al governo lo scorso dicembre, che potrebbe avere la maggioranza in entrambi i rami del Parlamento.
Per i sostenitori sarà l’occasione per proseguire con la politica economica detta Abenomics e per mettere mano sia a settori inefficienti del sistema nipponico sia al mercato del lavoro. Per l’opposizione, con il controllo di entrambe le Camere, il premier metterebbe invece da parte la politica economica per dedicarsi ad alcuni dei punti fermi della propria visione politica: la revisione della Costituzione pacifista e il rafforzamento dei militari.
Attualmente nella Camera alta non c’è una maggioranza definita. Il gruppo più grande è quello dell’opposizione democratica. L’unico ostacolo per Abe potrebbero essere le posizioni sul nucleare e la volontà di vedere i reattori nuovamente in funzione una volta terminati i test sulla sicurezza. Una posizione che nel Giappone post-Fukushima potrebbe essere il tallone d’Achille del premier.
[Foto credit: cnn.com]