Tensione in Kashmir lungo il confine conteso con il Pakistan. Due soldati sono stati uccisi in uno scontro a fuoco. Il Giappone protesta con l’ambasciatore cinese per le Senkaku/Diaoyu e in Vietnam inizia il processo contro 14 attivisti.
INDIA – Scontri in Kashmir, morti due soldati
Due soldati indiani sono stati uccisi lungo il confine conteso nel Kashmir. Lo ha riferito la televisione indiana nel riportare il secondo incidente nella regione in pochi giorni. Domenica in uno scontro a fuoco tra le truppe di New Delhi e Islamabad era stato ucciso un soldato pakistano.
Un portavoce dell’esercito indiano a parlato di grave provocazione e di un attacco delle truppe pakistane contro una pattuglia di guardia vicino alla cosiddetta Linea di controllo dove erano stati rilevati movimenti sospetti.
L’area è contesa tra i due Paesi da oltre 60 anni. Dal 2003 è in vigore un cessate-il-fuoco rotto da accuse reciproche di violazioni e scontri a fuoco.
GIAPPONE – Protesta per le Senkaku/Diaoyu
Il Giappone ha protestato ufficialmente con la Cina per quello che considera uno sconfinamento di quattro motovedette entrate in un tratto di mare conteso vicino alle isole Senkaku, chiamate Diaoyu dai cinesi.
È la prima protesta di questo tipo dall’inizio del mandato del primo ministro conservatore Shinzo Abe, eletto lo scorso 16 dicembre. La richiesta di chiarimenti arriva inoltre a stretto giro dalla notizia dell’aumento della spesa militare nipponica per la prima volta in 11 anni. Secondo quanto riportato dall’agenzia France Presse il budget per la difesa deciso dal Partito liberaldemocratico crescerà quest’anno di 1,1 miliardi di dollari.
La tensione tra i due Paesi è cresicuta con la decisione del governo di Tokyo di acquistare gli isolotti dai privati che ne erano proprietari lo scorso mese di settembre.
VIETNAM – Attivisti a processo
Si è aperto in Vietnam il processo contro quattordici attivisti accusati di far parte di un’organizzazione dissidente in esilio negli Stati Uniti e di aver complottato per rovesciare il governo. Gli imputati, la maggior parte dei quali cattolici, sono stati arrestati nel 2011 perché sospettati di far parte del Viet Tan, considerato dal governo un’organizzazione terroristica.
Nonostante il miglioramento delle relazioni tra Hanoi e Washington sul piano economico e strategico in funzione anti-cinese, la tutela diritti umani continua a essere un tema di divisione. Lo scorso dicembre l’annuale summit al riguardo è stato annullato in relazione a casi di dissidenti finiti sotto processo con l’accusa di propaganda anti-statale per aver criticato il governo.
[Foto credit: dw.de]