In Giappone c’è il rischio che le acque contaminate di Fukushima siano finite nell’Oceano Pacifico. In Vietnam aumenta il numero di detenuti nel braccio della morte e in Pakistan il capo della sicurezza del presidente Zardari è stato ucciso in un attentato a Karachi.GIAPPONE – Le perdite radioattive di Fukushima arrivano nell’Oceano
La situazione dell’impianto nucleare di Fukushima continua a preoccupare. A più di due anni dal sisma e dallo tsunami, oggi l’authority di controllo sull’energia nucleare giapponese (NRA) ha dato notizia di probabili versamenti delle acque contaminate, convogliate in appositi serbatoi sotterranei, alcuni dei quali danneggiati, nell’Oceano Pacifico.
Ciò che spaventa maggiormente sono le possibili ripercussioni su tutta la catena alimentare. Prova ne è l’aumento del livello di cesio nei campioni animali finora raccolti. La Tepco, l’azienda elettrica di Tokyo che gestisce l’impianto danneggiato dalla doppia catastrofe del 2011, sostiene che l’aumento di livelli di cesio non dipenda dalla perdita nell’oceano e che, a partire dal 2011, non ci sia stato "alcun impatto significativo" sull’ambiente.
L’opinione pubblica chiede però che la Tepco avvii un’indagine approfondita e adotti le contromisure necessarie per scongiurare un peggioramento di quella che è già una catastrofe ambientale.
VIETNAM – Condanne a morte per traffico d’eroina
Quattro uomini sono stati condannati a morte per traffico d’eroina da un tribunale vietnamita. Vanno ad aggiungersi agli oltre 500 detenuti in attesa nel braccio della morte.
L’ultima esecuzione nel Paese risale al 2011, anno in cui si decise di abbandonare i plotoni per le iniezioni letali. L’embargo europeo sull’esportazione delle sostanze chimiche usate per le iniezioni ha portato a una moratoria di fatto.
Secondo l’ultimo rapporto di Amnesty International, che cita un funzionario locale, sono almeno 100 i detenuti in attesa di esecuzione. Il Vietnam ha una delle leggi sulle droghe più severe al mondo. La vendita di 600 grammi di eroina può portare alla condanna a morte. I quattro condannati, scrive la stampa locale, sono stati scoperti con almeno 50 chilogrammi.
PAKISTAN – Ucciso il capo della sicurezza del presidente
Il capo della sicurezza del presidente pakistano Asif Ali Zardari è stato ucciso ieri in un attacco dinamitardo a Karachi. La metropoli portuale e importante centro economico del Paese è teatro da anni di violenze e scontri tra fazioni politiche e bande rivali.
Militante attivo del Partito del popolo pakistano di Zardari, Bilal Sheikh era responsabile tra gli altri del rampollo della famiglia Bhutto e figlio del capo di Stato, Bilawal. Già un anno fa era sopravvissuto a un attentato.
Dalle prime ricostruzioni si sarebbe trattato di un attacco suicida. L’attentatore avrebbe seguito l’auto sulla quale viaggiava Sehikh per farsi esplodere quando l’uomo stava per scendere. Da quando il primo ministro Nawaz Sharif ha giurato per il suo terzo mandato un mese fa, il Paese è stato sconvolto da una serie di attacchi e attentati per mano di gruppi islamisti.
[Foto credit: foxnews.com]