Oggi in Asia – Condanna per lesa maestà

In by Simone

In Thailandia torna a far discutere il reato di lesa maestà costato 11 anni di carcere a un giornalista. La Corea del Nord sventola la minaccia nucleare e i produttori di tè fanno cartello.
THAILANDIA – Undici anni di carcere per lesa maestà

L’Unione europea e le organizzazioni per la tutela dei diritti umani protestano e accusano Bangkok di violare la libertà d’espressione per la condanna a 11 anni di carcere del giornalista Somyot Pruksakasemsuk. L’accusa nei suoi confronti è lesa maestà per aver pubblicato sulla rivista di cui era direttore due articoli giudicati offensivi verso la casa reale.

Il reato è considerato da molti un modo per zittire le voci dissidenti. Somyot fu arrestato nell’aprile del 2011 e detenuto senza cauzione. I due pezzi incriminati risalgono al 2010 pubblicati sotto pseudonimo da un leader del movimento delle camice rosse, i sostenitori del deposto premier in esilio Thaksin Shinawatra.

La legge sulla lesa maestà è considerata uno strumento per proteggere il venerato monarca Bhumidol Adlyadej, ma i critici, tra cui lo stesso Somyot denunciano l’uso politico del reato.

COREA DEL NORD – Pyongyang minaccia dopo le sanzioni

La Corea del Nord risponde sventolando la minaccia nucleare alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che allunga la lista delle istituzioni e dei nordcoreani colpiti da sanzioni. Il ministero degli Esteri di Pyongyang annuncia lo stop dei tavoli sulla denuclearizzazione e il rafforzamento del potenziale militare, anche nel campo nucleare.

Il testo approvato all’Onu, frutto da un negoziato tra Washington e Cina, contraria a nuove sanzioni ma che non ha fatto mancare il proprio voto, è stata la risposta al riuscito lancio di un razzo a lungo raggio con cui il regime ha messo in orbita un satellite, ma che per la comunità internazionale rappresenta una violazione delle risoluzioni che vietano a Pyongyang test balistici.

Alle minacce, sottolineano gli analisti, potrebbe seguire un terzo test nucleare dopo quelli del 2006 e del 2009. In entrambi i casi la dinamica dell’escalation ha seguito la stessa sequenza: prima il lancio di un missile, poi le sanzioni e infine la provocazione nucleare. Intanto, secondo quanto riporta l’agenzia sudcoreana Yonhap, Seul e Washington non escludono l’ipotesi di imporre proprie sanzioni contro il regime.

ASIA – Il cartello del tè

I maggiori produttori di tè al mondo hanno deciso di unire le proprie forze e formare un cartello per controllare il prezzo. L’iniziativa di istituire l’International Tea Producer’s Forum coinvolge Sri Lanka, India, Kenya, Indonesia, Malawi e Ruanda. In totale contribuiscono a oltre il 50 per cento della produzione mondiale di té.

Già nel 1994 lo Sri Lanka aveva proposto un cartello sulla falsa riga dell’Opec per il petrolio, ma all’epoca l’idea non si concretizzò. Dal gruppo non fa parte la Cina, il maggiore produttore al mondo. Sia i rappresentanti di Pechino sia quelli di Teheran, le due maggiori nazioni consumatrici, sono stati invitati come osservatori. Conseguenza dell’iniziativa potrebbe tuttavia essere l’aumento dei prezzi.

[Foto credit: aawl.org.au]