La crisi politica in Pakistan non accenna a smorzarsi. Scelto il candidato premier è stato raggiunto da un’ordine d’arresto. Intanto il regime di Pyongyang si conferma tra i peggiori nella lotta contro il traffico di esseri umani e in Bangladesh i tessili tornano nelle fabbriche.
PAKISTAN – Ordine d’arresto per il ministro indicato come futuro premier
Makhdoom Shahabuddin non ha avuto neanche il tempo di festeggiare adeguatamente l’investitura a candidato premier. L’ex ministro del Tessile, indicato dal presidente Asif Ali Zardari per ruolo di primo ministro, è stato raggiunto da un ordine d’arresto nell’ambito di un’inchiesta sull’importazione illegale di medicinali ai tempi in cui era ministro della Sanità.
Shahabuddin avrebbe dovuto prendere il posto di Yousuf Raza Gilani, destituito dalla Corte Suprema che lo scorso aprile lo aveva condannato per oltraggio per non aver avviato le richieste di rogatoria internazionale con la Svizzera in un caso che vede coinvolto il presidente, accusato di aver riciclato 12 milioni di dollari nelle banche elvetiche.
Non è ancora chiaro come l’ordine d’arresto influirà sul voto del Parlamento chiamato domani a esprimersi sulla candidature di Shahabuddin, accusato di aver violato nel 2010 le restrizioni in materia di importazione di medicinali. Se eletto l’ex ministro si troverà anche lui a dover affrontare il caso del presidente Zardari, riproponendo i contrasti che oppongono il potere politico a quello giudiziario e militare.
COREA DEL NORD – Pyongyang nella lista nera del traffico di esseri umani
Per il decimo anno consecutivo la Corea del Nord è stata indicata dagli Stati Uniti nella lista dei Paesi che fanno poco per combattere la lotta contro il traffico degli essere umani. L’elenco comprende 17 Paesi, compresa la Siria, ultima entrata del 2012.
La Corea del Nord, si legge nel rapporto del Dipartimento di Stato, è terra da cui partono uomini, donne e bambini costretti ai lavori forzati (uno dei metodi per reprimere il dissenso), a matrimoni combinati e alla prostituzione. Dal 2003 Pyongyang è nella lista dei cosiddetti Tier 3, ossia i Paesi che possono essere soggetti a sanzioni statunitensi.
BANGLADESH – Finisce lo sciopero dell’industria tessile
Gli operai bangladeshi sono tornati nuovamente ai macchinari nelle 300 fabbriche d’abbigliamento in sciopero da giorni per chiedere aumenti salariali e migliori condizioni di lavoro. Durante la protesta, cui hanno partecipato decine di migliaia di lavoratori, non sono mancati momenti di tensione, con scontri con la polizia e atti di vandalismo negli impianti.
I tessili avevano ottenuto un aumento due anni fa, insufficiente tuttavia e incapace di tenere il passo con l’inflazione. Dopo mesi di violente proteste gli stipendi mensili erano stati portati da 1,662 taka a 3.000 (circa 36 euro). I lavoratori chiedono ora aumenti pari ad almeno il 50 per cento del salario. Lo scorso anno l’abbigliamento ha contribuito a circa l’80 per cento dell’export del Bangladesh.
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