Sony Pictures annuncia la cancellazione del film The Interview per paura di nuovi attacchi informatici da parte della Corea del Nord. In Pakistan scarcerato uno dei sette imputati dell’attentato di Mumbai del 2008. Proposta di elezione diretta del premier in Thailandia. GIAPPONE – Sony Pictures cancella The Interview
Sony Pictures ha deciso per la cancellazione del film The Interview, che mette in scena il tentato omicidio del leader nordcoreano Kim Jong Un.
La decisione è stata presa a causa delle minacce di attentanti contro i cinema che avrebbero proiettato il film con James Franco e Seth Rogen. Per molti si tratta di un passo falso. La società, dicono, ha ceduto ai pirati informatici che hanno violato il server . Principale indiziato è il regime nordcoreano.
Governo e intelligence Usa ne sono convinti. Pyongyang nega sia le intrusioni sia le minacce, sostenendo tuttavia che dietro possa esserci la mano di simpatizzanti della repubblica democratica popolare.
Secondo quanto rivelato da un funzionario Usa alla Abc, l’Fbi e i servizi avrebbero tracciato l’intrusione fino in Corea del Nord, con passaggi in diversi Paesi, tra cui l’Italia.
PAKISTAN – Scarcerato un attentatore di Mumbai
Zaki-ur-Rehman Lakhvi, uno dei sette imputati per aver pianificato l’attacco di Mumbai del 2008, è stato scarcerato su cauzione da un tribunal pakistano.
La decisione arriva quando sono trascorsi due giorni dall’assalto talebano in una scuola di Peshawar, costato la vita a 141 persone che ha spinto il premier Nawaz Sharif a annunciare una linea più dura contro il terrorismo. I morti di Mumbai furono 165.
La cauzione per Lakhvi rischia di creare nuovi attriti con l’India. Il ministro dell’Interno Rajnath Singht ha esortato Islamabad ad appellarsi al più presto contro il provvedimento. Mohamad Ajmal Amir Kasab, unico sopravvissuto del commando che condusse l’attacco fu giustiziato nel 2012
THAILANDIA – Proposta elezione diretta del premier
Un comitato espressione della giunta militare thailandese ha approvato una risoluzione che invita a istituire a livello costituzionale la nomina diretta del premier.
La risoluzione del Consiglio nazionale per le riforme verrà esaminato dal Comitato per la stesura della Costituzione, un altro organo istituito dalla giunta guidata dal generale Prayuth Chan-ocha in seguito al coup del 22 maggio scorso.
Alcuni politici hanno criticato la decisione del Consiglio nazionale per le riforme, sostenendo che porterà a un indebolimento del ruolo di supervisione del parlamento, incoraggerà la politica padronale e rafforzerà il ruolo del premier.
Sono in particolare i sostenitori del vecchio regime quello dei Shinawatra, esclusi dal potere proprio dai militari, ad opporsi alla scelta: “Elezioni dirette per il premier non sono adeguate a una democrazia”, ha dichiarato Udomdej Rattansatien a Reuters. Al momento il premier è scelto dalla Camera bassa del parlamento thailandese.
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