Oggi in Asia – Camicie rosse a difesa di Yingluck

In by Gabriele Battaglia

In Thailandia le camicie rosse sono pronte a scendere in piazza per difendere il governo Yingluck, "costretto" ad accettare le richieste dei manifestanti guidati da Suthep Thaugsuban. In Bangladesh esecuzione sospesa per il leader islamista Abdul Kader Mollah. In Corea del Sud, licenziati gli autoferrotramvieri che avevano aderito allo sciopero contro le privatizzazioni THAILANDIA – Camicie rosse pronte a scendere in piazza

Le camicie rosse, ovvero i supporter dell’attuale prima ministra thailandese Yingluck Shinawatra, hanno promesso che scenderanno in piazza per mostrare il proprio sostegno al governo. Lunedì, Yingluck ha accettato un compromesso con i manifestanti, indicendo elezioni anticipate per febbraio 2014.

L’avvertimento delle camicie rosse, scrive oggi Reuters, è un segnale che le tensioni politiche in Thailandia sono ben lungi dall’essere risolte. I sostenitori dei Shinawatra sono stati protagonisti delle proteste del 2010, durante le quali morirono quasi 90 persone. Oltre al sostegno per il governo, le camicie rosse difendono il loro idolo Thaksin Shinawatra, ex primo ministro e magnate delle telecomunicazioni, in esilio dal 2006.

D’altra parte, il leader dei manifestanti, Suthep Thaugsuban continua a difendere il suo intento di costituire un consiglio del popolo che dovrebbe sostituire il governo. “Se scegliete Suthep, scegliete la dittatura”, ha spiegato uno dei leader delle camicie rosse, Nattawut Saikuea.

BANGLADESH – Esecuzione sospesa per Kader Mollah

L’esecuzione della sentenza di condanna a morte contro il leader islamista bangladeshi Abdul Kader Mollah è stata sospesa all’ultimo in attesa che la Corte suprema decida sulla sorte del leader dell’opposizione.
Il leader islamista era stato condannato dal tribunale speciale per i crimini di guerra che indaga sulle violazioni compiute durante il conflitto per l’indipendenza dal Pakistan nel 1971. L’esecuzione è stata sospesa un’ora e mezzo prima che fosse eseguita.

I giudici supremi hanno accolto la richiesta dei legali e accolto il diritto costituzionale di Abdul Kader Mollah a presentare appello. L’udienza è stata aggiornata a domani. Segretario generale della Jamaat-e-islami, principale movimento islamico del Paese, Abdul Kader Mollah è stato condannato per crimini contro l’umanità perché ritenuto un collaborazionista di Islamabad.

Il segretario generale è uno dei cinque leader islamisti condannati dal tribunale speciale a morte o al carcere a vita. Istituito nel 2010 il tribunale ha il compito, nelle intenzioni del governo, di fare giustizia per vittime del conflitto, almeno tre milioni secondo le stime dell’esecutivo, circa 600mila per ricercatori indipendenti.
Per l’opposizione si tratta invece di uno strumenti di lotta politica per la premier Sheikh Hasina, mentre il paese si avvicina alle elezioni che l’opposizione del Bangladesh National Party ha deciso di boicottare.

COREA DEL SUD – Sciopero degli autoferrotranvieri

Migliaia di lavoratori della KORAIL, la principale società ferroviaria sudcoreana, sono stati rimossi dai loro posti per la partecipazione allo sciopero contro le mosse societarie che temono possano portare alla privatizzazione dell’azienda.

Il passo contestato è la nascita di una sussidiaria che si occuperà della nuova tratta ad alta velocità in partenza dalla stazione di Suseo, nella parte sud di Seul, dal 2016. Lo sciopero è entrato nel terzo giorno di proteste.

Secondo quanto scrive il Korea Times, i lavoratori in sciopero mirano a bloccare il settore della logistica. Secondo i dati della società mercoledì sono stati 104 i treni merci operanti, il 37 per cento in meno del normale. Il governo da parte sua ha assicurato che non venderà ai privati le azioni della Suseo KTX.

[Foto credits: guardian.co.uk]