Il premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi si trova a Roma nell’ambito del suo tour diplomatico in Europa. In India sei ordigni esplodono tra la folla riunita per un comizio di Narendra Modi, leader del Bharatiya Janata Party. Il Giappone minaccia tolleranza zero contro chi proverà a cambiare con la forza lo status quo della regione dell’Asia-Pacifico . MYANMAR – Aung San Suu Kyi a Roma
Emendare la Costituzione è l’obiettivo principale delle forze democratiche birmane. Soltanto cambiando la legge fondamentale scritta e fatta approvare nel 2008 dalla giunta militare allora al potere, il Myanmar potrà diventare un paese realmente democratico.
Un’esortazione al governo italiano affinché si faccia promotore delle modifiche negli incontri con la parte birmane è arrivato dalla premio Nobel per la Pace, Aung San Suu Kyi, in visita a Roma nel suo tour diplomatico europeo.
La leader dell’opposizione democratica conta di partecipare alle elezioni presidenziali del 2015. Una norma cucita su misura su Aung San Suu Kyi, madre e vedova di cittadini britannici, impedisce la candidatura a chi ha parenti stranieri. Ma la premio Nobel va oltre la personalizzazione e sottolinea l’importanza degli emendamenti per il processo democratico in corso. I tempi tuttavia stringono.
Come ricordato dal ministro degli Esteri italiano, Emma Bonino, il 15 novembre scadrà il termine ultimo per presentare le proposte. Il 31 dicembre sarà invece diffuso il rapporto del comitato parlamentare di 109 componenti incaricato di seguire le modifiche costituzionali.
Aung San Suu Kyi ha voluto inoltre rispondere alle domande sulle critiche all’intervista alla Bbc nella quale è sembrata troppo cauta nel condannare le discriminazioni e le violenze contro la comunità musulmana birmana. “Condanno la violenza in ogni sua forma”, ha detto la Lady, “Condanno le violenze ma non un popolo”.
INDIA – Attentato a un comizio di Modi
Nella giornata di domenica Narendra Modi, candidato del Bharatiya Janata Party (Bjp) alle elezioni nazionali del 2014, ha tenuto un atteso comizio a Patna, capitale dello stato del Bihar.
Con lo spiazzo gremito da migliaia di sostenitori, poco prima che Modi salisse sul palco, sono esplosi sei ordigni rudimentali ad orologeria, uccidendo almeno cinque persone e ferendone più di 90.
Oggi la polizia è risalita a quattro dei presunti responsabili, tutti musulmani, accusati di essere membri della cellula terroristica islamica degli Indian Mujahideen.
Per evitare che il panico portasse ad un mob effect, che avrebbe sicuramente aggravato il bilancio delle vittime, gli organizzatori hanno deciso di non svelare la realtà dei fatti alla folla, tranquillizzando i presenti via altoparlante sostenendo che i botti fossero dovuti semplicemente a dei petardi.
Il Bjp, che ha condannato l’attacco, ha sollevato polemiche circa le misure di sicurezza inadeguate adottate dal governo locale di Nitish Kumar, che da poco aveva rotto l’alleanza nello stato proprio col partito conservatore hindu.
GIAPPONE – Abe alle forze armate, "pronti a difendere la pace e la stabilità mondiali"
Il primo ministro giapponese Shinzo Abe è tornato nel weekend a lanciare avvertimenti alla Cina dalla base militare di Asaka nei pressi di Tokyo. “Non permetteremo a nessuno di modificare lo status quo con l’uso della forza”, ha dichiarato Abe.
L’ovvio riferimento è alla Cina e alla disputa territoriale che contrappone le due maggiori economie asiatiche sulle isole Senkaku o Diaoyu.
Circa 3900 soldati hanno accolto ieri il primo ministro. Con l’occasione Abe ha ricordato alle truppe che la loro responsabilità va ben oltre il semplice addestramento e ha esortato tutti a essere pronti a difendere la vita e le proprietà dei loro concittadini e il territorio nazionale contribuendo così alla pace e alla stabilità del mondo.
Secondo quanto rivela l’Agenzia France-Presse, Tokyo avrebbe innalzato il livello d’allerta delle sue forze armate e predisposto squadroni di caccia dopo che negli ultimi giorni un aereo cinese è stato individuato in acque internazionali nei pressi di Okinawa, nell’estremo meridione dell’arcipelago giapponese.
Appena il giorno prima, in un’intervista esclusiva la Wall Street Journal Abe aveva sostenuto la necessità per il Giappone di adottare un "atteggiamento più assertivo" per contrastare l’ascesa cinese in Estremo oriente.
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