Nuovo mandato d’arresto per l’ex premier tailandese accusato di abuso di potere e reati finanziari. In India si ferma la marcia dei senzaterra che hanno raggiunto un accordo con il governo e il Giappone e pronto a fare nuovi prestiti alla Birmania.
Thailandia – Mandato d’arresto per Thaksin
La Corte suprema tailandese ha emesso un ordine d’arresto contro l’ex premier Thaksin Shinawatra, in esilio dal 2006, su cui pesano le accuse di abuso di potere e crimini finanziari.
Figura controversa e polarizzante della politica tailandese Thaksin, fratello dell’attuale premier Yingluck Shinawatra, fu costretto a lasciare l’incarico da un colpo di stato e riparò all’estero per sfuggire alle accuse di corruzione.
L’ex primo ministro è accusato di aver sollecitato prestiti a società in difficoltà sfruttando il suo ruolo politico. Per questo rischia fino a 10 anni di carcere. Per Thaksin si tratta del sesto mandato d’arresto dal 2008.
Nel 2010 il governo ipotizzò un’amnistia per favorire una riconciliazione nazionale ancora lontana da venire. L’opposizione riuscì tuttavia a fermare la proposta considerata uno stratagemma per favorire il ritorno di Thaksin in Thailandia.
India – Si ferma la marcia dei senzaterra
Si è fermata la marcia dei senzaterra indiani diretti a Delhi per rivendicare i propri diritti. I manifestanti hanno raggiunto un accordo con il governo che sosterrà le loro rivendicazioni: distribuzione delle terre ai poveri e per tutelare dalit e tribali.
La protesta era partita la scorsa settimana dal Madhya Pradesh e avrebbe dovuto raggiungere la capitale a metà ottobre.
La bozza della riforma agraria sarà resa pubblica così da essere discussa prima di essere finalizzata tra sei mesi. Il diritto alla terra è uno dei grandi temi dello sviluppo indiano. Il governo ne ha bisogno per infrastrutture e nuove fabbriche, a scapito dei contadini e dei tribali che si vedono sottrarre la propria fonte di sostentamento.
Contrasto che non di rado sfocia in violenti scontri come nel 2009 quando il colosso Tata fu costretto ad abbandonare un progetto industriale nel Bengala Occidentale per l’opposizione dei contadini che sarebbero dovuti essere espropriati.
Birmania – Prestito giapponese
Il governo giapponese ha annunciato che riprenderà i prestiti in yen verso la Birmania un tempo stato reietto del continente e oggi sulla via delle riforme. La decisione è stata data dal ministro delle Finanze, Koriki Jojima,in un incontro con i funzionari birmani.
Sebbene non ci sia ancora un accordo formale, il Giappone guarda con attenzione alle riforme nel Paese, definito dalla Banca mondiale la nuova frontiera asiatica. Il debito birmano nei confronti del Giappone ammonta a 6,4 miliardi di dollari, la fetta più ampia del debito estero del Paese de pavoni.
[Foto credit: blog.cfr.org]