Il Bhutan, fedele alla sua tradizione buddhista, vuole diventare il primo Paese al mondo in cui l’agricoltura sarà totalmente organica. Nel Gujarat si fanno le prove per le elezioni indiane e i monaci tailandesi marciano in solidarietà con i buddhisti del Bangladesh.
Bhutan – Cento per cento organico
Il regno buddhista del Bhutan si candida a diventare il primo Paese al mondo dedito al 100 per cento all’agricoltura organica entro i prossimi dieci anni.
Il governo di Thimphu continua nella sua politica di sviluppo sostenibile in linea con la difesa dell’ambiente e il benessere che lo ha portato a usare la cosiddetta Felicità interna lorda come indice per misurare i progressi del Paese, al posto del Prodotto interno lordo.
La maggior parte dei contadini del regno himalayano è già dedito all’agricoltura organica con i fertilizzanti usati soltanto in poche aree. La nuova strategia agricola è in linea con i dettami buddhisti che guidano il Paese, il cui rigoroso rispetto portò tuttavia all‘espulsione dei non buddhisti dal regno costretti nei campi profughi del Nepal o rifugiati ora in Paesi terzi
A contendere a Thimphu il primato nell’agricoltura organica è il piccolo Stato insulare di Niue, nel Pacifico meridionale che spera di raggiungere l’obiettivo tra il 2015 e il 2020.
India – A dicembre urne aperte nel Gujarat
Prove generali di voto in India in vista delle elezioni del 2014. La commissione elettorale ha annunciato la data del voto nello Stato del Gujarat, uno dei più ricchi della federazione.
I cittadini andranno ai seggi in due giornate, il 13 e il 17 dicembre. Il favorito della tornata è il conservatore indù Narendra Modi, in quota Bjp, controverso Chief minister in carica che guarda anche a una possibile leadership nazionale tra due anni.
Modi ha ripetutamente attaccato Sonia Gandhi, presidentessa dell’Indian National Congress, per le sue origini italiane accusando il governo di voler svendere il Paese agli stranieri.
Gandhi si è spesa in prima persona iniziando due giorni fa un tour elettorale del Gujarat e mettendo Modi davanti alle accuse sulle sue presunte responsabilità negli scontri interreligiosi che nel 2002 sfociarono in una carneficina di musulmani indiani.
Thailandia – Monaci in piazza
Qualche centinaio di monaci tailandesi è sfilato per le strade di Bangkok in solidarietà con le comunità buddhista del Bangladesh vittima di attacchi lo scorso fine settimana. I monaci in tunica zafferano portavano cartelli inneggianti alla pace e all’armonia, ma non sono mancati slogan contro quello che definiscono “terrorismo islamico”.
Violente proteste sono esplose contro la minoranze buddhista di Cox’s Bazar, nel sud del Bangladesh, per una foto del Corano che brucia pubblicata su internet
Le violenze di Cox’s Bazar sono inoltre da molti collegate agli scontri tra la maggioranza buddhista e i musulmani rohingya dello scarsa estate in Birmania che fecero almeno 90 morti. Pur abitando in Birmania da generazioni, i rohingya non sono riconosciuti come minoranza etnica e considerati immigrati irregolari dal confinante Bangladesh.
[Foto credit:businessbhutan.bt ]