Oggi in Asia – Abe non andrà allo Yasukuni

In by Gabriele Battaglia

Shinzo Abe, primo ministro giapponese, ha annunciato che non visiterà il santuario Yasukuni il prossimo 15 agosto. In Bangladesh il Jamat-el-islami viene messo fuori legge. Accese discussioni sfociate in rissa, invece, al parlamento di Taiwan sul nucleare. GIAPPONE – Niente Yasukuni per Abe

Con una decisione che sembra andare nella direzione di alleggerire le tensioni con Cina e Corea del Sud, il premier nipponico Abe Shinzo non visiterà il santuario Yasukuni il prossimo 15 agosto, anniversario della resa nipponica nella Seconda Guerra Mondiale. Lo rivela il Japan Times che cita fonti vicine al primo ministro.

Le visite di esponenti politici giapponesi al santuario shintoista, in cui sono commemorati anche criminali di guerra, sono uno dei punti di frizione tra Tokyo e i Paesi vicini che soffrirono il militarismo e le atrocità dell’esercito imperiale giapponese durante il conflitto mondiale.

La scelta di Abe di non visitare il luogo sacro è in linea con quanto fatto nel suo mandato precedente alla guida del governo e potrebbe servire a stemperare il clima di scontro per le dispute territoriali che oppongono Tokyo a Pechino e a Seul e i timori per l’obiettivo del premier di mettere mano alla costituzione pacifista del Paese. Tuttavia potrebbero essere altri i membri dell’esecutivo a decidere di recarsi a rendere omaggio al santuario.


BANGLADESH – Islamisti al bando

L’Alta corte del Bangladesh a dichiarato ieri illegale la registrazione dello Jamaat-e-islami, principale forza islamista del Paese, che a questo punto non potrà partecipare alle elezioni di gennaio prossimo, se il verdetto sarà confermato dalla Corte Suprema.

Secondo i giudici, che hanno accolto il reclamo di un religioso sufi, lo statuto del movimento è in contrasto con la Costituzione del Paese. La decisione ha scatenato le proteste di militanti e sostenitori della Jei, partito già colpito dai verdetti del tribunale sui crimini di guerra compiuti durante il conflitto per l’indipendenza dal Pakistan, che hanno visto diversi suoi leader condannati a morte o all’ergastolo come collaborazionisti di Islamabad.

TAIWAN – Rissa in Parlamento sul nucleare

È degenerata in rissa tra deputati la seduta con cui il Parlamento taiwanese avrebbe dovuto votare sul referendum per decidere se completare la costruzione di una controversa centrale nucleare non distante dalla capitale Taipei.

L’atomo è un tema sensibile sull’isola, in particolare dopo il disastro nell’impianto giapponese di Fukushima a marzo di due anni fa. La centrale, in costruzione da 10 anni, sarebbe la quarta per il Paese. L’opposizione democratico-progressista, pur al governo quando iniziarono i lavori, è schierata contro il progetto per timori sulla sicurezza per i frequenti terremoti che scuotono l’isola.

L’ultimo è dello scorso marzo, lo stesso mese in cui 200mila manifestanti marciarono per dire no al nucleare. Per il governo a guida nazionalista il progetto da 9 miliardi di dollari è invece indispensabile per evitare problemi energetici all’isola.

[Foto credis: foxnews.com]