È stata operata con successo e sarà trasferita in un ospedale all’estero Malala Yousufzai, la quattordicenne pakistana, attivista per il diritto all’istruzione delle donne, ferita da un commando di talebani. In India cambia il protocollo presidenziale e la Birmania ha perso uno dei suoi eroi
Pakistan – Operata la bambina vittima di un attacco talebano
Operazione riuscita. I chirurghi dell’ospedale militare di Rawalpindi hanno rimosso la pallottola conficcata nel collo di Malala Yousafzai, quattordicenne attivista per i diritti delle ragazze pakistane vittima di un attentato rivendicato dai talebani. Malala è stata ferita mercoledì.
Un gruppo armato ha bloccato lo scuolabus su cui viaggiava assieme ad altre compagne e ha sparato contro la ragazza, colpevole agli occhi dei miliziani di aver raccontato su un blog della Bbc la vita sotto il potere talebano nella valle di Swat tra il 2007 e il 2009.
I due anni di governo degli studenti in turbante finirono con l’offensiva dell’esercito nella regione in cui i talebani imposero la sharia e impedirono alle ragazze di andare a scuola.
I medici sono pronti a portare all’estero la ragazza, nel caso le sue condizioni lo dovessero richiedere. Intanto fuori dall’ospedale sono state aumentate le misure di sicurezza. Un portavoce dei talebani, rivendicando l’assalto, ha confermato che Malala Yousafzai continuerà a essere un bersaglio.
India – Cambia il protocollo presidenziale
I titoli onorifici che rimandano al passato coloniale britannico potrebbero presto avere meno spazio in India. Secondo il nuovo protocollo approvato dal capo di Stato, Pranab Mukherjee, al posto del titolo di “Sua eccellenza”, davanti alla carica di presidente o governatore si dovrà usare un semplice onorevole.
Sua eccellenza resterà soltanto negli incontri con i funzionari stranieri come previsto internazionalmente. In hindi ci si dovrà rivolgere al presidente come Rashtrapati Mahoday, traducibile come Lord, e non più con Mahamahin, “signor presidente" in italiano. Mentre i tradizionali Shri or Shrimati precederanno i nomi.
Un segno di discontinuità è inoltre la decisione di Mukherjee di svolgere, per quanto possibile, tutte le sue funzioni ufficiali dentro il palazzo presidenziale, così da creare meno disagi e disturbo per la popolazione.
Birmania – Morte di un eroe nazionale
Bo Kyaw Zaw, uno dei “Trenta eroi” della lotta anticoloniale birmana è morto in esilio a Kunming, in Cina, all’età di 92 anni. Il mese scorso il governo del presidente Thein Sein lo aveva inviato a tornare in patria. Bo fu uno dei compagni d’armi di Aung San, padre della premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi, che guidò il Paese verso l’indipendenza dalla Gran Bretagna.
Durante la Seconda Guerra Mondiale si addestrarono sull’isola di Hainan per combattere i britannici. Alla fine del conflitto Aung San si rivoltò contro i nipponici e trattò l’indipendenza con Londra, ma fu ucciso prima che questa fosse raggiunta.
Bo Kyaw Zaw si unì al Partito comunista birmano nel 1976, lasciata Rangoon si nascose al confine sino-birmano lottando nella guerriglia contro il governo centrale. Nel 1989 fuggì in Cina.
[Foto credit:blogsofwar.com]