Neppure la scomunica del vescovo di Leshan ha persuaso il vertice della Chiesa patriottica cinese a desistere dall’ennesima ordinazione episcopale senza mandato papale. La terza negli ultimi otto mesi cui a breve potrebbe seguire una quarta nella diocesi di Herbin. L’ordinazione a vescovo di Giuseppe Huang Bingzhang è avvenuta nella cattedrale di san Giuseppe a Shantou, nella provincia del Guangdong. Una liturgia, sorvegliata dalla polizia, cui hanno presenziato anche otto vescovi in comunione con il Papa, quattro dei quali prelevati a forza dalle loro diocesi e costretti, secondo quanto riferito dall’agenzia missionaria ‘Asia News’, a imporre le mani su padre Huang che ora andrà incontro a scomunica automatica, come già Giuseppe Lei Shiyin, ordinato quindici giorni fa a Leshan.
Si tratta di “un atto in contrasto con la Chiesa universale”, ha commentato il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi. Alla vigilia della cerimonia il cardinale Joseph Zen, fautore di una linea di intransigenza con Pachino, aveva chiesto al presidente cinese, Hu Jintao, e al premier Wen Jiabao, di fermare quelli che aveva definito “funzionari canaglia”. L’agenzia vaticana ‘Fides’ ha invece privilegiato il dialogo, aprendo un blog in mandarino e in inglese per favorire la partecipazione dei cattolici cinesi sulla questione.
Le relazioni diplomatiche tra la Cina comunista e la Santa Sede, furono interrotte nel 1951, con l’espulsione del nunzio apostolico, Antonio Riberi. La pratica delle ordinazioni autogestite risale invece al 1958, durante il periodo maoista. Da allora i rapporti di Pechino con i 10 milioni di fedeli sono gestiti dall’Associazione patriottica dei cattolici cinesi (CCPA) e dalla Conferenza episcopale della Chiesa cattolica, approvate dal governo, che riconoscono l’autorità spirituale del Papa, ma non il suo potere a nominare i vescovi. Dal 2005 cominciò un lento riavvicinamento diplomatico, seppur con un andamento oscillante, culminato nel 2007 con una lettera di Benedetto XVI ai cattolici cinesi e la consacrazione a Pechino di nuovi vescovi con l’approvazione di Roma. Un riavvicinamento interrotto lo scorso novembre con l’ordinazione di padre Giuseppe Guo Jincai a Chengde. In risposta il Vaticano nominò l’arcivescovo cinese Savio Hon Tai-Fai alla guida della Confederazione per l’evangelizzazione dei popoli.
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