Nuovo attacco maoista in India

In by Simone

Più di 200 ribelli maoisti in una parte remota dell’India occidentale, nello Stato del Maharashtra hanno effettuato un agguato contro la polizia indiana. Con 17 morti, l’azione costituisce uno dei più sanguinosi attacchi da parte dei maoisti, in un momento in cui il governo centrale indiano si sta preparando per una grande offensiva paramilitare contro il movimento ribelle. L’agguato è arrivato due giorni dopo che i ribelli avevano decapitato un ufficiale indiano come ammonimento circa la loro tattica spregiudicata. La polizia indiana infatti ha detto che i naxaliti, coime vengono chiamati, hanno attaccato il commando in pieno giorno mentre stava pattugliando una zona ricca di boschi, vicino al villaggio di Laheri nell’angolo nord-orientale del Maharashtra, una regione nota per l’attività dei ribelli. Il sovrintendente della polizia Manoj Kumar Sharma ha detto che la sparatoria è durata per tre ore e che i ribelli hanno preso le armi del commando e sono fuggiti nella foresta.

L’attacco intensificherà senza dubbio la pressione sul governo per intervenire contro i maoisti. Il primo ministro Manmohan Singh li ha descritti come la più grave minaccia alla sicurezza interna dell’India. Negli ultimi mesi, la violenza dei maoisti sarebbe costantemente aumentata e i soldati paramilitari sono allerta per una offensiva che potrebbe iniziare al più presto, già a novembre, secondo indiscrezioni.

Nelle ultime settimane, il ministro indiano Palaniappan Chidambaram, ha parlato in tono grave: "fino a quando i maoisti credono nella lotta armata", ha detto, "non abbiamo scelta se non quella di chiedere alle forze di sicurezza di smantellarne l’organizzazione". I ribelli – pare siano almeno 20.000 – controllano ormai ampie zone in una fascia di territorio che attraversa diversi stati indiani. I naxaliti, che prendono il nome dal villaggio di Naxalbari del Bengala Occidentale, dove hanno iniziato la loro rivolta nel 1967, chiedono il rovesciamento del governo indiano. Raccolgono le tasse dai villaggi sotto il loro controllo e reclutano seguaci tra le moltitudini di contadini impoveriti che, delusi con il dislivello di sviluppo in India, accettano di entrare a fare parte della guerriglia.

Le autorità indiane stanno già aumentando la pressione sul gruppo. Il mese scorso, i funzionari di New Delhi hanno catturato a Londra il leader maoista Kobad Ghandy, mentre un altro leader, Chhatradhar Mahato, è stato catturato in India. Le autorità ritengono che i recenti attacchi sferrati dai maoisti rappresentano una nuova tattica, più violenta, come conferma l’uccisione dell’ufficiale indiano, decapitato la scorsa settimana.