La Cina ha superato il Giappone nella spesa per gli armamenti, diventando il secondo Paese al mondo a investire di più nel militare dopo gli Usa. E sempre agli Usa la Cina tenta di rubare il monopolio nei sistemi satellitari di posizionamento. L’ascesa cinese continua a essere pacifica, ma non troppo. La Cina continua con il suo programma spaziale Beidou per la creazione di un sistema di navigazione satellitare che coprirà l’intera regione dell’ Asia-Pacifico. Crescono anche gli investimenti nel settore militare, segnale che la Cina continua la sua rincorsa agli Stati Uniti come seconda superpotenza mondiale.
Il 16esimo satellite del programma Beidou dovrebbe essere lanciato a fine di questo mese. Tuttavia, rivela un responsabile dell’Ufficio direzionale del programma Beidou al quotidiano di Hong Kong South China Morning Post, "il lancio potrebbe subire ritardi in base alle condizioni meteorologiche".
C’è quindi la possibilità che la conclusione della seconda fase del progetto venga posticipata.
Inaugurato sotto la presidenza Jiang Zemin, predecessore di Hu Jintao, attuale presidente della Repubblica popolare cinese, il programma Beidou è diviso in tre fasi la terza delle quali terminerà nel 2020, quando al potere sarà il successore di Hu, con ogni probabilità Xi Jinping.
Secondo il quotidiano di Hong Kong, la conclusione della seconda fase del più importante programma spaziale cinese sarà "l’ultimo monumento politico della presidenza Hu Jintao". Il nuovo sistema di posizionamento e navigazione satellitare made in China infatti è stato pensato per competere direttamente con il sistema americano Global Positioning System (Gps).
Beidou, come Gps, ricorda ancora il South China Morning Post, è stato sviluppato per scopi militari ed è uno dei più importanti capitoli di spesa del settore militare cinese. Fino agli anni ’90 infatti, anche l’esercito cinese usava il sistema Gps per gestire il lancio di missili a lunga gittata.
Tuttavia, i tecnici Usa avrebbero potuto modificare a loro piacimento i segnali Gps, modificando le traiettorie dei missili cinesi e dirigerli contro i bersagli sbagliati: un rischio che i vertici della Difesa cinese non erano disposti a correre. La Cina doveva perciò dotarsi di un proprio sistema satellitare da usare principalmente per scopi strategici e difensivi: ed ecco l’idea Beidou.
Beidou è un segno che l’ascesa della Cina passa anche dal comparto sicurezza. "Mantenere un sistema di navigazione satellitare è infatti più difficile – e dispendioso – che costruirne uno ex-novo", afferma un ricercatore coinvolto nel progetto, che sottolinea come sarà necessario l’impegno delle prossime generazioni di politici perché Beidou non finisca nel dimenticatoio.
Non è un caso infatti che il maggiore quotidiano di Hong Kong oggi riporti uno studio del Center for Strategic and International Studies (Csis), think tank statunitense di scienze strategiche e studi internazionali, secondo cui la spesa per il comparto militare cinese è costantemente cresciuta dal 2000 a oggi. Il rapporto rivela infatti che quest’anno la corsa agli armamenti di Cina, India, Corea del Sud, Taiwan e Giappone sorpasserà il budget per la difesa dei Paesi dell’intera Unione europea.
"Prevedendo che la spesa asiatica per la difesa supererà quella dell’Europa quest’anno", prosegue lo studio del Csis. " continuerà con ogni probabilità il ribilanciamento dell’atteggiamento degli Usa nei confronti della regione dell’ Asia-Pacifico". Ovvero, gli Stati Uniti continueranno a tenere gli occhi ben puntati agli assetti strategici in Asia orientale e proprio qui concentreranno i loro sforzi strategici.
Anche in risposta al crescente impegno Usa in Asia-Pacifico – Hillary Clinton, segretario di Stato americano, tracciando una nuova linea nelle politica estera degli Usa sulle pagine della rivista Foreign Policy, aveva parlato di un "secolo americano del Pacifico" – la Cina continua a spendere in armamenti. Secondo fonti di Pechino, gli investimenti cinesi nel comparto difesa sarebbero saliti a più di 25 miliardi di dollari nel 2011, un enorme passo avanti rispetto agli appena 7,3 del 2000.
Tuttavia, e questo è il dato preoccupante, i dati ufficiali sarebbero ben lontani dalla realtà. Secondo i dati dell’Istituto internazionale di ricerca sulla pace di Stoccolma, la spesa militare di Pechino ammonterebbe infatti a 142 miliardi di dollari.
[Scritto per Lettera43; foto credits: news.biharprabha.com; i soldati della foto sono dell’esercito nord-coreano]
*Marco Zappa nasce a Torino nel 1988. Fa il liceo sopra un mercato rionale, si laurea, attraversa la Pianura padana e approda a Venezia, con la scusa della specialistica. Qui scopre le polpette di Renato e che la risposta ad ogni quesito sta "de là". Va e viene dal Giappone, ritorna in Italia e si ri-laurea. Fa infine rotta verso Pechino dove viene accolto da China Files. In futuro, vorrebbe lanciarsi nel giornalismo grafico.