Il 19 novembre scorso la città di meridionale di Kaohsiung, a Taiwan, ha ospitato la tredicesima edizione del Pride. Con un focus sul corpo e sul valicare i limiti dello stesso, la manifestazione celebra i risultati della comunità LGBTQ+ nell’unico luogo in Asia che riconosce i matrimoni tra persone dello stesso sesso. E mostra come la comunità non sia forte soltanto a Taipei
Non solo Taipei. Lo scorso sabato 19 novembre la città meridionale di Kaohsiung, a Taiwan, si è tinta dei colori arcobaleno per la tredicesima tredicesima edizione del Kaohsiung Pride (高雄同志大遊行 Kaohsiung tongzhi dayouxing). La manifestazione segue meno di un mese il Taiwan Pride a Taipei, evento che ha scandito gli sviluppi e i successi del suo movimento LGBTQ+, quest’anno alla sua ventesima edizione.
Porto internazionale e sede di numerose industrie, Kaohsiung è la seconda città per grandezza di Taiwan dopo Taipei. Negli anni la comunità LGBTQ+ della città è diventata sempre più attiva. La prima edizione del Pride è stata organizzata nel 2010 dall’ufficio meridionale della Taiwan Tongzhi Hotline Association (台灣同志諮詢熱線協會 Taiwan Tongzhi zixun rexian xiehu) prima associazione LGBTQ+ di Taiwan nata negli anni Novanta come supporto telefonico per membri della comunità e familiari e ad oggi attiva con progetti nelle scuole, sportelli di ascolto e altri servizi. 12 anni fa i partecipanti non hanno raggiunto i duemila.
Il KH Pride 2022
La parata di quest’anno ha raccolto 30 mila persone, che si sono riunite al grido di “Love Beyond The Physical” (無體之愛 Wu ti zhi ai). Draggy, coordinatore del Kaohsiung Pride 2022, spiega a China Files che lo slogan richiama l’idea di un amore che valica i confini fisici: “Se superiamo i confini dei corpi individuali possiamo riuscire a percepire i bisogni di un corpo unico, collettivo. Il Pride pone l’enfasi sull’importanza dell’amore verso noi stessi e verso gli altri, che trascenda la razza, il genere e l’età”.
Chiediamo se lo slogan scelto abbia l’intento di rimandare del Taiwan Pride di Taipei di quest’anno, “Un Unlimited Future” (無限性 wuxianxing), vista la presenza di una volontà di rompere i limiti. “I due pride sono organizzati da associazioni diverse”, precisa Draggy: “Ma di certo le due manifestazioni dialogano, e sono concordi nel porre l’enfasi sull’andare oltre le restrizioni fisiche e gli stereotipi”. Con uno sguardo orientato al futuro e alla risoluzione dei dilemmi attuali.
Ad oggi Taiwan è l’unico luogo in Asia dove i matrimoni dello stesso sesso sono legali. Ma la legge in questione, approvata nel 2019, lascia scoperta una questione spinosa. Ad oggi le coppie transnazionali non possono legalizzare l’unione matrimoniale se anche solo uno dei partner proviene da un paese o da una regione in cui il matrimonio tra persone dello stesso sesso non è riconosciuto. Ci sono altri problemi che vanno affrontati, come l’impossibilità per le coppie omosessuali di accedere a strumenti di pianificazione familiare come la fecondazione assistita e l’adozione. E, in generale, le discriminazioni quotidiane che pesano sui membri della comunità.
“Abbiamo bisogno di un maggior sostegno che provenga dai piani alti del governo e dai legislatori”, aggiunge Draggy. Ad oggi Kaohsiung è governata dal Partito democratico progressista (DPP), il partito della attuale presidente Tsai Ing-wen. Il coordinatore ha raccontato che dall’attuale sindaco della città, Chen Chi-mai, sono arrivati messaggi di supporto per la manifestazione LGBTQ+. E uno degli edifici simbolo di Kaohsiung, il Kaohsiung Music Center, si è illuminato con colori arcobaleno. Ma il supporto delle istituzioni, seppur rilevante, non basta.
Conoscere il proprio corpo
Intanto nei mesi scorsi l’associazione Kaohsiung Pride si è impegnata in iniziative di vario genere che si sono focalizzate sul tema dell’anno. “Per celebrare il corpo”, continua Draggy, “a settembre abbiamo organizzato l’evento The Body Ball”. Il termine ball si riferisce a una pratica molto radicata nelle comunità LGBTQ+ di tutto il mondo: nata negli Stati Uniti alla fine degli anni Sessanta, la cultura della ballroom che si è evoluta attorno a eventi sempre più complessi e creativi in cui praticare stili precisi di ballo (come il noto voguing). Un modo per esprimersi e affermare la propria identità.
The Body Talk (巴蒂要說話 Badi yao shuohua) è il nome di un’altra iniziativa lanciata nelle ultime settimane con il supporto dell’Ufficio degli affari civili della municipalità di Kaohsiung. Ogni episodio si è focalizzato su tematiche inerenti alla sessualità e alla conoscenza del proprio corpo.
Il caso Interpride
Kaohsiung ha attirato l’attenzione della comunità LGBTQ+ internazionale per aver vinto nel 2021 la candidatura per ospitare il WorldPride 2025, evento a cadenza biennale organizzato dalla associazione internazionale Interpride. Si sarebbe trattato del primo WorldPride a tenersi in Asia orientale. Ma il 12 agosto scorso gli organizzatori della Taiwan Preparation Committee, composta da rappresentanti del Kaohsiung Pride e del Taiwan Pride, hanno annunciato la decisione di terminate i preparativi per l’evento. In un post fb della pagina ufficiale le associazioni hanno spiegato di non essere riuscite a “raggiungere un accordo con l’InterPride” su diverse questioni.
La più sensibile, quella relativa al nome. Secondo quanto dichiarato dalla parte taiwanese, a novembre del 2021 si era svolto un incontro a cui avevano partecipato le parti coinvolte assieme al ministero degli Affari Esteri di Taiwan. In tale sede si era raggiunto la decisione unanime di chiamare l’evento WorldPride Taiwan 20205, in linea con il nome utilizzato durante l’intero processo di candidatura. Ma nei mesi successivi, con una “brusca comunicazione”, l’Interpride aveva richiesto il cambio di nome in “WorldPride Kaohsiung 2025”. Una decisione legata alla “tradizione di lunga data del WorldPride di usare il nome della città ospitante”, secondo l’associazione internazionale. Un chiaro segno di sottomissione alle pressioni di Pechino, secondo le parti taiwanesi.
L’Intepride aveva poi dichiarato di aver offerto agli organizzatori l’alternativa “WorldPride Kaohsiung, Taiwan”, a cui era seguita la pronta smentita delle associazioni di Taiwan. All’agenzia taiwanese China News Agency (CNA) A-Ku (阿古), a capo del comitato organizzativo del WorldPride Taiwan 2025, ha detto che c’erano grandi divergenze sulla “comprensione della cultura di Taiwan”. Al principio, nel comunicare la vittoria di Kaoshiung, l’Interpride si era riferita all’isola di Taiwan con il termine “regione”, accettando poi di eliminare il riferimento a seguito di lamentele da parte degli organizzatori locali. E nei mesi successivi l’associazione internazionale aveva anche “ripetutamente sollevato le sue preoccupazioni e i suoi dubbi sulla capacità di Taiwan, anche economica, di ospitare un evento internazionale come il WorldPride”, ha aggiunto A-Ku.
Secondo le associazioni taiwanese, il nome WorldPride Taiwan poneva l’accento sul significato simbolico del Taiwan Pride per la comunità LGBTQ+ locale. E in maniera più accurata si riferiva a un evento che non sarebbe stato circoscritto alla sola Kahsiung ma si sarebbe tradotto in diverse manifestazioni in tutta l’isola.
Foto di copertina di shkao_
Marchigiana, si è laureata con lode a “l’Orientale” di Napoli con una tesi di storia contemporanea sul caso Jasic. Ha collaborato con Il Manifesto, Valigia Blu e altre testate occupandosi di gig economy, mobilitazione dal basso e attivismo politico. Per China Files cura la rubrica “Gig-ology”, che racconta della precarizzazione del lavoro nel contesto asiatico.