Il mercato del metaverso è in crescita e i colossi del tecnologico cinese non restano indietro. Baidu ha creato il suo spazio di interazione virtuale in 3D, ma la vera rivoluzione arriva dai chat-bot per il supporto psicologico. Pechino intanto ammonisce: “Metaverso concetto immaturo”. “Dialoghi: Confucio e China Files” è una rubrica curata in collaborazione tra China Files e Istituto Confucio di Milano.
Nessuno sa cosa sia. Ma tutti sono d’accordo che sarà “il prossimo capitolo” nella storia di Internet. È il metaverso, inteso come esperienza immersiva 3D tra utenti presenti in modo virtuale sulla stessa piattaforma. Uno spazio di ritrovo per utenti reali e intelligenze artificiali, ma anche un mercato in costante crescita, nonostante le perplessità di consumatori e governi. Secondo le ultime stime di Bloomberg Intelligence infatti, il mercato del metaverso arriverà a valere 800 miliardi di dollari entro il 2024. Nella corsa per la conquista del Far West virtuale non poteva mancare la Cina, presente in prima linea nell’esplorare l’immersione nello spazio 3D (e i suoi profitti) con i progetti di aziende quali Tencent, NetEase e Baidu. Da quest’ultima le novità più interessanti in materia di infrastrutture digitali e prodotti di consumo nel suo mondo virtuale.
Metaverso, Baidu lancia la “Terra della speranza”
Il fondatore di Facebook Mark Zurckerberg lo ha riesumato nel rebranding dell’azienda in quella che oggi conosciamo come Meta, ma il concetto di metaverso è presente da diversi anni sul territorio cinese e i primi risultati in questo campo sono già ampiamente riconosciuti. È dello scorso dicembre, per esempio, il lancio da parte di Baidu del suo mondo digitale.
Si chiama XiRang (希壌) ed è la piattaforma di metaverso del gigante di Shenzhen che farà da base per la creazione della realtà virtuale degli utenti cinesi. Letteralmente “terra della speranza”, XiRang sarà popolata da intelligenze artificiali umanoidi e utenti dotati di un avatar con le loro sembianze (creato tramite la piattaforma associata XiLing). A differenza di altri player del settore tra cui la cinese ByteDance e l’americana Nvidia, Baidu non punta ad avere solamente la sua versione del metaverso, ovvero uno spazio virtuale dove gli avatar degli utenti possano interagire. Al contrario, il piano del colosso tech è quello di sviluppare le infrastrutture e le tecnologie base utili allo sviluppo del metaverso. Qualunque cosa sia. Come dichiarato dal Ceo di Baidu Ma Jie in un’intervista per Forbes: “Possiamo offrire capacità tecnologiche in API (Application Programming Interface) e SDK (Software Development Kit) che sono necessarie per creare un metaverso stimolante”. Una piattaforma di appoggio, dunque, e non di arrivo. E un facilitatore per le realtà virtuali del domani.
Poste le basi per l’infrastruttura, arrivano le realizzazioni pratiche. Baidu mette in gioco l’app di creazione di ambienti virtuali Creator City, uno spazio digitale in grado di ospitare fino a 100mila partecipanti tra utenti e IA di sistema. L’applicazione è ancora nelle sue fasi di test iniziale, ma è stata la prima a sperimentare con una conferenza virtuale tra utenti della Repubblica popolare cinese.
Promotori dello sviluppo tecnologico in casa, ma dipendenti dal rapporto con aziende straniere. Anche considerati i grandi investimenti da parte delle aziende cinesi nelle tecnologie di supporto alla creazione del metaverso, i colossi come Baidu devono ancora fare affidamento per la creazione del metaverso a una pletora di start up internazionali quali Hour One (Tel Aviv; New York) e Resemble AI (Toronto) che si occupano di produzione audio e video utili per la creazione di “umani virtuali” con cui far interagire gli avar degli utenti su XiRang. Un dettaglio che alla luce dei nuovi ban al settore tecnologico da parte degli Stati Uniti potrebbe rivelarsi decisivo per la crescita del settore.
Chat-bot per la salute mentale
Uno dei risvolti più socialmente utili del metaverso di Baidu è legato al ruolo delle IA nel campo della salute mentale. Lo scorso agosto l’azienda ha lanciato i primi chat-bot IA dedicati al supporto mentale. Si chiamano Lin Kaikai e Ye Youyou e sono intelligenze che si occupano di fornire sostegno emotivo agli utenti in difficoltà. Tramite una chat attiva 24 ore al giorno, i due personaggi umanoidi virtuali confortano e consigliano gli utenti fragili che utilizzano l’applicazione.
I primi test dell’applicazione hanno visto risultati sorprendenti. L’80% degli utenti che hanno provato il servizio lo hanno utilizzato per una media di cinque volte al giorno. Un’indicazione della sofisticata risposta dei bot umanoidi, considerati simili a persone in carne e ossa e dotati di “personalità”. Ma anche un segnale del disperato bisogno di supporto psicologico degli utenti cinesi, che anche sui social della Rpc hanno elogiato il servizio di Baidu e il suo apporto positivo. Risposta cinese alle suicide hotline* americane, l’app per il sostegno psicologico tramite IA di Baidu sembra aver centrato a pieno la necessità del pubblico cinese di ricevere supporto e attenzione alla salute mentale. Un ambito ancora ampiamente stigmatizzato in Cina, dove il suicidio è la quinta causa di morte e dove le vittime della Rpc contribuiscono a un quarto del numero totale di morti per suicidio nel mondo.
Al netto dell’impatto positivo nel sociale, lo sviluppo delle intelligenze artificiali emotive rientra nell’ambizione cinese legata al metaverso e si stima che il valore di mercato dei fantocci virtuali e dei chat-bot come quelli sviluppati da Baidu ammonterà a 1,79 miliardi di dollari entro la fine del 2022.
Metaverso, per il governo cinese hype da contenere
Il governo cinese però si è espresso in maniera critica rispetto all’idea di metaverso, ritenendolo una potenziale minaccia per lo sviluppo della società. Secondo le autorità infatti, concentrarsi sulla dimensione virtuale rischia di distogliere i cittadini dal reale con alcuni media di stato che hanno definito il metaverso un concetto “immaturo”. Sotto un profilo più strettamente pratico invece, l’innovazione del metaverso in quanto tecnologia soft non sembra generare capitale immediatamente applicabile e non è dunque tra le priorità dello sviluppo dell’industria tecnologica cinese così come indicato nel 14esimo piano quinquennale. L’internet dell’informazione (information Internet) rimane importante da sviluppare mentre l’internet del capitale (value Internet) è da contenere.
Per quanto Kaikai e Youyou possano sembrare amichevoli, per non infastidire Pechino meglio non stare con la testa nel Cloud.
*(in Italia il numero di riferimento è il Telefono Amico. Se tu o qualcuno che conosci si trova in stato di emergenza emozionale, il numero da contattare sul territorio italiano è 02 23727 23727)
Giornalista praticante, laureata in Chinese Studies alla Leiden University. Scrive per il FattoQuotidiano.it, Fanpage e Il Manifesto. Si occupa di nazionalismo popolare e cyber governance si interessa anche di cinema e identità culturale. Nel 2017 è stata assistente alla ricerca per il progetto “Chinamen: un secolo di cinesi a Milano”. Dopo aver trascorso gli ultimi tre anni tra Repubblica Popolare Cinese e Paesi Bassi, ora scrive di Cina e cura per China Files la rubrica “Weibo Leaks: storie dal web cinese”.