“Come il mitico scimmiotto Sun Wukong – spiega Daniele Brigadoi Cologna – che creò scompiglio (è questo infatti il significato della parola cinese scelta come titolo) nell’empireo cinese, anche noi desideriamo scuotere e provocare, smuovere e sensibilizzare, per essere – insieme – il cambiamento che vorremmo vedere”
Nell’estate del 2022 è nata una nuova realtà che parla di Cina, Naoblog, «animato – come si può leggere nella presentazione – da persone del mondo dell’arte, della cultura, della scuola, dell’università, dell’impresa e delle professioni, con o senza background migratorio, che vivono legami famigliari, affettivi o intellettuali con la Cina». Il nutrito gruppo di fondatori è infatti formato, oltre che dai docenti universitari Antonella Ceccagno, Stefania Stafutti e Daniele Brigadoi Cologna, da artisti e professionisti come il regista Sergio Basso, l’attore Shi Yang Shi, il consigliere comunale Marco Wong, l’antropologo Leone Contini e l’artista visuale Zheng Ning Yuan.
Come dice Basso a China Files, Naoblog è «una sorta di laboratorio di idee, ed anche un po’ un osservatorio della cultura cinese in Italia e – di converso – di come i media italiani si occupino di cultura cinese. Tra gli argomenti […] ius scholae e ius soli. Ma anche serie televisive cinesi in voga in questo momento. Insomma, un bel mix di sacro e profano» che ha l’intento di arrivare ad un ampio pubblico, anche grazie alla scelta della forma stessa del blog, strutturato «per argomenti, consentendo così a chi lo segue di poter approfondire temi e filoni di discussione.» Naoblog è anche «l’eredità dell’esperimento di dialogo interculturale realizzato a Prato dal progetto COMPOST nel corso degli anni 2010 [e che successivamente] si domiciliò entro una chat chiamata Dialogo/辯 biàn» si legge ancora sul sito e lo conferma la presenza dell’attore Shi Yang Shi che partecipò attivamente all’esperienza di Compost da cui in seguito creò il suo spettacolo teatrale Arle-chino, traduttore e traditore di due padroni.
Il primo post, del 28 giugno 2022, è dell’artista e antropologo Leone Contini che vive nelle campagne toscane, vicino di casa di persone cinesi che da alcuni anni sono tornate a fare i contadini. Nel suo articolo Contini racconta la realtà delle colture sino-pratesi, sfatandone pregiudizi e dando nomi scientifici alle verdure che mangiamo nei ristoranti cinesi. «Per me – dice Contini a China Files – è una questione di vicinato, quotidianità». Un articolo interessante arricchito da un recente video. Anche l’artista visuale Zheng Ning Yuan, arrivato in Italia direttamente dalla regione costiera del Fujian, a sud della Cina, propone un video, girato da un gruppo di attivisti cinesi e pubblicato il 13 febbraio 2020.
Il video si intitola “Curami” ed è una sorta di amaro reportage del primo periodo di lockdown in Cina, montato da riprese di netizen cinesi dell’epoca. E il regista e sinologo Sergio Basso pubblica in diverse puntate una lunga video-intervista con il regista e ricercatore Alberto Gerosa chiacchierando delle proteste di Hong Kong, delle sue minoranze immigrate e della poca gestione che c’è. E ancora, articoli sul razzismo cinese in Africa o riflessioni sul ruolo dei sinologi oggi o la storia della ristorazione cinese in Italia. Testi e video che utilizzano un linguaggio da web, semplice e comprensibile, per un vivace affresco del mondo cinese non specialistico ma niente affatto banale.
Nel blog scrive un altro autore sino-italiano, Marco Wong, scrittore e imprenditore oltre che consigliere comunale di Prato. «Uno degli scopi che mi prefiggo – afferma Wong nel suo primo post, La terza via nella propria identità – è quello di facilitare la creazione di una terza identità, che venga dalle origini cinesi e dal vivere in Italia, che non sia schiacciata da aut aut, o italiano o cinese.» Con i suoi 279 mila componenti, la comunità cinese è la terza per grandezza in Italia (Dati ISTAT 2021) e ha una storia di più di 100 anni. Oggi è forse giunto il momento di una definizione più chiara della sua identità ibrida sino-italiana.
Obiettivo che è sentito anche da altri fondatori che inoltre vogliono riflettere anche «sulla nuova italianità» come dice a China Files il sociologo Daniele Brigadoi Cologna. In un’Italia che conta 5 milioni di cittadini stranieri (dati ISTAT 2021) di cui si stima più di un milione di minori, anche questa si aggiunge alle riflessioni urgenti. Brigadoi Cologna, insieme alla docente e sociologa Antonella Ceccagno, aggiungono che la creazione di Naoblog è un tentativo di discutere di Cina «senza censura né autocensura» in un mondo che gli studiosi sentono sempre più polarizzato, come si legge in uno dei recenti post di Ceccagno, Non siamo schierati. E come ha affermato in più di un’occasione anche la docente Stefania Stafutti (vedi suo articolo su Sinosfere https://sinosfere.com/2020/11/04/stefania-stafutti-zhongxue-wei-yong-la-cina-come-strumento/)
“Come il mitico scimmiotto Sun Wukong – conclude Brigadoi Cologna – che creò scompiglio (è questo infatti il significato della parola cinese scelta come titolo) nell’empireo cinese, anche noi desideriamo scuotere e provocare, smuovere e sensibilizzare, per essere – insieme – il cambiamento che vorremmo vedere”.
Di Jada Bai