Dopo una degenza in ospedale di quasi tre mesi lo scorso 5 dicembre è morta all’età di 68 anni Jayalalithaa Jayaram, un nome che probabilmente pochi in Italia, anche chi si interessa di cose indiane, hanno mai sentito. Eppure Jayalalithaa, per tutti in Tamil Nadu «Amma» (madre, in tamil), è stata una delle figure più importanti e interessanti della politica nazionale dell’ultimo mezzo secolo. Più volte chief minister del Tamil Nadu, la carriera di Jayalalithaa è un unicum nella storia della politica indiana: ex attrice, donna, single, senza una famiglia «importante» alle spalle, è riuscita a diventare – nel bene e nel male – il centro del discorso politico di uno stato da 70 milioni di abitanti tra pugno di ferro e misure «populiste» invero molto efficaci e apprezzate.Nell’ultima settimana in Tamil Nadu, stato meridionale dell’India tra i più moderni ed efficienti del Paese, non si è parlato d’altro che dello stato di salute di Amma, la Signora della politica dell’India meridionale. Jayalalithaa era stata ricoverata nel mese di settembre per febbre e disidratazione, iniziando una degenza durata quasi tre mesi in cui la leader dell’AIADMK e chief minister del Tamil Nadu veniva data ora in «pieno recupero», ora in lotta contro una «condizione molto grave».
Un’attenzione morbosa ma nella norma, considerando l’aura sovrannaturale di cui sono circondati i politici della categoria di Jayalalithaa: uomini e, più raramente, donne che hanno fatto del proprio corpo l’avatar del proprio partito politico, in una personalizzazione della politica molto frequente nel panorama indiano. A differenza degli altri, però, la storia di Jayalalithaa è più unica che rara.
Nata in una famiglia relativamente facoltosa, rimane orfana di padre all’età di due anni e fino ai 10 vivrà con i nonni materni mentre la madre era impegnata in una carriera rispettabile ma non stellare nel cinema in lingua Kannada. Jayalalithaa, studentessa brillante, a 16 anni viene «obbligata» dalla madre ad abbandonare gli studi e accettare le diverse offerte che arrivavano da produttori cinematografici locali: un modo, spiegherà Amma in diverse interviste decine di anni più tardi, per togliere dalle spalle della madre il fardello dell’indipendenza economica della famiglia.
Durante la carriera cinematografica, odiata ma intrapresa per fare di necessità virtù, Jayalalithaa incontra sul set M.G. Ramachandran (MGR), un mito del cinema di Kollywood degli anni ’50 e ’60, che in seguito alla morte della madre diventerà per Amma una sorta di mentore, dentro e fuori il set. Nonostante la differenza di età, Jayalalithaa e MGR gireranno 28 pellicole insieme, eroe ed eroina, la coppia cinematografica più adorata di Kollywood.
MGR, lanciatosi in politica, dopo una breve permanenza nell’Indian National Congress, prima entra nel DMK (partito locale tamil di impronta dravidica) e infine, cacciato per dissidi con Karunanidhi (un altro nome pesante della politica tamil e ancora oggi, a novant’anni, leader incontrastato del DMK) nel 1972 fonda l’AIADMK: un partito speculare al DMK che deve gran parte della propria fama all’enorme notorietà che MGR, ancora attivo nel cinema di Kollywood, vantava in tutto il Tamil Nadu.
Una notorietà tale da proiettarlo direttamente alla carica di chief minister dello stato nel 1977 e di dare una dimensione politica anche alla coppia del grande schermo. Jayalalithaa, poco più che trentenne, entra nell’AIADMK nel 1982 e solo due anni dopo vince le elezioni per il senato federale, rappresentando l’AIADMK a New Delhi fino al 1989.
Dal 1984 al 2016, Jayalalithaa è stata al centro della politica del Tamil Nadu, uscendo inizialmente vittoriosa dalla guerra intestina nell’AIADMK per la successione a MGR, morto nel 1987, e in seguito accentrando il potere nelle proprie mani in una leadership incontrastata. È stata quattro volte chief minister del Tamil Nadu, sopravvivendo a battute d’arresto sia politiche sia giudiziarie, più volte accusata di aver ammassato fondi di dubbia provenienza a latere di commesse per appalti governativi.
Negli ultimi dieci anni, grazie a politiche di welfare decisamente «populiste» ma altrettanto efficaci, Jayalalithaa aveva proiettato sulla popolazione tamil un’aura materna e semidivina, introducendo il nomignolo «Amma» (madre, in tamil) affiancato all’istituzione di mense per i poveri, computer e libri gratuiti per le scuole governative, politiche di sostegno alle donne incinte e per la diffusione dell’acqua potabile, bonus per le classi indigenti e distribuzione di apparecchi elettronici per la cucina così da alleviare il carico di lavoro delle madri del Tamil Nadu.
Jayalalithaa, madre despota venerata come una dea, lascia un Tamil Nadu in cima alle classifiche nazionali per alfabetizzazione, acqua potabile, impiego e output industriale; in coda in quelle di mortalità infantile e natalità. Martedì 6 dicembre, in una cerimonia di stato alla presenza delle più alte cariche della politica indiana (compreso Narendra Modi), è stata salutata da centinaia di migliaia di sostenitori in lacrime. È stata sepolta al fianco di MGR, suo mentore di una vita.
[Scritto per Eastonline]