Asean: Vingroup è una società per azioni vietnamita specializzata in tecnologia, industria, sviluppo immobiliare, retail e servizi, che vanno dalla sanità al settore alberghiero.
L’Associazione Italia-Asean nasce nel 2015. La sua missione è quella di rafforzare il legame e rendere più evidenti le reciproche opportunità, sia per le imprese che per le istituzioni. Qui pubblichiamo la newsletter Italia-Asean dell’11 marzo.
La storia di Vingroup inizia con la fondazione di Technocom Corporation nel 1993 in Ucraina, grazie a un ambizioso gruppo di giovani vietnamiti. Technocom ha iniziato con la produzione alimentare, raggiungendo un grande successo con il marchio Mivina. Nel 2000 è tornato in Vietnam con due marchi strategici Vincom e Vinpearl, e l’ambizione di contribuire allo sviluppo del Paese. Nel gennaio 2012, Vinpearl JSC si è fusa con Vincom JSC per formare Vingroup Joint Stock Company, diventando – con una capitalizzazione di mercato pari a circa tre miliardi di dollari – la più grande società privata della nazione. Pham Nhat Vuong, il primo miliardario della storia del Vietnam, è presidente, fondatore e maggiore azionista del Gruppo.
Società multisettoriale con 19 member brand, Vingroup è riconosciuta come una delle aziende più dinamiche, di successo e ben capitalizzate del Vietnam. Gli assi principali del suo business sono tecnologia e industria; commercio e servizi; impresa sociale. Nel 2013, Vingroup ha raccolto circa 200 milioni di dollari dal fondo di investimento statunitense Warburg Pincus per investire in quattro aree: strutture commerciali, turismo, ospedali e scuole. Attualmente il colosso vietnamita sta concentrando le risorse nelle automobili e nel suo core business immobiliare. Alla fine del 2019 ha annunciato l’intenzione di abbandonare le sue operazioni di vendita al dettaglio – le più grandi del Vietnam – e lo scorso maggio ha deciso di abbandonare la produzione di smartphone e televisioni.
Vingroup è entrata nel settore automobilistico nel 2019, fondando la sussidiaria VinFast e uno stabilimento nella città di Haiphong con una capacità annua di circa 250.000 veicoli. La redditività è ancora un problema. L’azienda ha venduto circa 30.000 veicoli l’anno scorso, sufficienti a soddisfare solo il 10% circa del mercato vietnamita. Il segmento manifatturiero di Vingroup, incentrato sulle automobili, ha registrato una perdita ante imposte di 11,3 trilioni di dong nella prima metà del 2021, più del doppio dell’anno precedente. Pham Nhat Vuong ha recentemente dichiarato ai media locali che ulteriori perdite nel settore automobilistico sono previste a breve termine.
Il futuro dell’azienda è attualmente focalizzato sul business dei veicoli elettrici, lanciato alla fine del 2021. Le Thi Thuy, vicepresidente di Vingroup e CEO di VinFast Global, ha di recente affermato che Vinfast diventerà ufficialmente un’azienda di auto elettriche al 100% entro la fine del 2022, cessando definitivamente la produzione di veicoli a benzina. Gli ordini di veicoli elettrici, compresi quelli nei mercati occidentali, hanno totalizzato circa 35.000 unità all’inizio di gennaio. L’obiettivo è quindi raccogliere 1,5 miliardi di dollari attraverso obbligazioni e rafforzare la sua attività di veicoli elettrici con un nuovo impianto di batterie agli ioni di litio. Le obbligazioni quinquennali denominate in dollari aiuteranno a finanziare l’unità automobilistica che Vingroup spera di quotare negli Stati Uniti e in cui ha già investito 5 miliardi di dollari. L’emissione delle obbligazioni internazionali è prevista nel primo trimestre di quest’anno.
VinFast ha appena presentato cinque veicoli elettrici al CES 2022 di Las Vegas, un debutto importante che intende sviluppare una rete di vendita negli Stati Uniti e in Europa. La consegna dei primi due veicoli elettrici, il VF 8 e il VF 9, è prevista entro la fine dell’anno. A dicembre, VinFast ha iniziato le vendite dei suoi veicoli elettrici in Vietnam, diventando la prima grande casa automobilistica nazionale a vendere veicoli elettrici nel Paese. Il colosso vietnamita si prepara così ad affrontare un mercato sempre più competitivo. Entrando nel mercato dei veicoli elettrici prima che l’ordine gerarchico sia stabilito saldamente, Vingroup mira a ritagliarsi una posizione strategica che farà da volano alle sue azioni future.
A cura di Annalisa Manzo
L’impatto economico della guerra in Ucraina
Gli effetti della crisi russo-ucraina si stanno facendo sentire anche sul Sud-Est asiatico. Molte economie ASEAN devono fare i conti con le conseguenze finanziarie e commerciali della guerra, prendendo posizione sulla questione oppure aggiustando il tiro delle loro relazioni economiche bilaterali. Singapore si è distinta dalla cautela dei suoi vicini regionali, optando per una misura forte contro Mosca, imponendo sanzioni contro quattro banche russe e il congelamento dei loro beni. La Malesia ha invece escluso di compiere lo stesso passo. Per altre nazioni del Sud-Est asiatico, invece, sono alcuni settori economici chiave ad essere compromessi dalla guerra e dalle sanzioni internazionali. L’industria agricola thailandese è stata fortemente colpita, e oggi è costretta a chiudere i suoi stabilimenti produttivi in Russia. Charoen Pokphand Foods, ad esempio, aveva firmato un accordo da 300 milioni di dollari per acquisire due aziende suine russe nel 2021. Altre aziende avevano pianificato di usare la Russia come trampolino di lancio per l’ingresso nei mercati europei, ma dovranno cambiare strategia. Anche il turismo ha subito l’ennesimo colpo. Il settore dell’aviazione è praticamente fuori gioco per quanto riguarda i voli per e da Mosca. I turisti russi, invece, hanno smesso di poter utilizzare le loro carte di credito per via delle sanzioni. Anche la Cambogia ha subito alcune perdite, pur prendendo una posizione meno netta sulla questione. L’operatore di casinò cambogiano NagaCorp ha rinunciato a un progetto ambizioso nel porto di Vladivostok, “fino a quando le circostanze non saranno più chiare”. In generale, i Paesi della regione hanno vari livelli e tipi di esposizione all’economia russa, ma in generale ci si possono aspettare un aumento dei prezzi dei prodotti alimentari e dell’energia e un impatto nella catena di approvvigionamento manifatturiero. Da tenere sotto osservazione anche le joint venture esistenti tra aziende energetiche russe e compagnie statali in Paesi come Indonesia, Malesia e Vietnam.
Le relazioni tra Corea e ASEAN
Negli ultimi anni la Corea del Sud ha cercato di aumentare il suo ruolo nel Sud-Est asiatico, migliorando la relazione con gli stati membri dell’ASEAN. L’amministrazione uscente, a differenza di quelle passate, ha preferito espandere i suoi legami internazionali e diversificare le sue relazioni economiche nella regione per ridurre l’eccessiva dipendenza economica dalla Cina ed evitare di essere coinvolta nella competizione tra grandi potenze. In particolare, attraverso la “New Southern Policy”, inaugurata dal Presidente Moon Jae-in nel novembre 2017, e recentemente estesa al “New Southern Policy Plus”. Nonostante il livello di reputazione della Corea del Sud come partner di sicurezza abbia margini di miglioramento, il suo impegno in altre sfere sembra influenzare positivamente la sua reputazione. Il colosso sudcoreano Samsung sembra essere lo sviluppatore di infrastrutture di rete 5G preferito nella maggior parte dei Paesi del Sud-Est asiatico. Inoltre, i membri ASEAN si sono impegnati per attrarre varie multinazionali coreane che, in linea con le nuove priorità strategiche, hanno scelto di lasciare la Cina dopo lo scoppio della pandemia e l’aumento del costo del lavoro. Esempio lampante è la scelta di Samsung che ha aggiunto 920 milioni di dollari ai suoi già ingenti investimenti in Vietnam. Anche Hyundai Motor ha scelto di progettare un secondo stabilimento in Vietnam per aumentare la sua capacità del 140 per cento in un mercato in crescita esponenziale. Con le nuove elezioni presidenziali appena svoltesi a Seoul, è presto per stabilire se la nuova amministrazione continuerà a dare priorità alla regione del Sud-Est. Ma si può prevedere che la Corea del Sud punterà ad aumentare la sua libertà d’azione all’interno della rivalità tra Stati Uniti e Cina per sostenere la diversificazione delle proprie catene di approvvigionamento, necessità comune sia a Seoul sia ai Paesi ASEAN di fronte alle tensioni tra potenze. Avere obiettivi comuni può ovviamente far sì che le relazioni bilaterali si rafforzino ancora.