Il ruolo finanziario di Hong Kong sta cambiando e sembra che Singapore ne trarrà vantaggio. Poi il ruolo dell’ASEAN tra IPEF di Biden e summit con la Cina. Le principali notizie della settimana dal Sud-Est asiatico
L’Associazione Italia-Asean nasce nel 2015. La sua missione è quella di rafforzare il legame e rendere più evidenti le reciproche opportunità, sia per le imprese che per le istituzioni. Qui pubblichiamo la newsletter Italia-Asean del 16 settembre
Per la prima volta Singapore ha superato Hong Kong nell’ultima classifica delle giurisdizioni globali di Vistra. Più di 600 dirigenti di servizi aziendali hanno valutato l’importanza dei principali centri finanziari. Hong Kong e Singapore si contendono da tempo il primato di hub finanziari midshore, che fungono anche da accesso per l’Asia. Dal 2010, quando Vistra ha avviato l’elaborazione della classifica, Hong Kong è sempre stata predominante. Quest’anno Singapore è salita al primo posto insieme a Regno Unito e Stati Uniti, mentre Hong Kong è scivolata in quarta posizione.
Anche se si tratterebbe di un vantaggio marginale, – il 46% degli intervistati ha preferito Singapore come centro finanziario per la propria organizzazione, contro il 43% che ha affermato lo stesso di Hong Kong – è il capovolgimento delle sorti dei due rivali ad essere di fondamentale importanza per comprendere la traiettoria futura di ciascuno.
La turbolenza politica che affligge Hong Kong è sicuramente uno dei fattori più favorevoli per Singapore, ma la sua ascesa è dovuta specificamente alle azioni governative in ambito finanziario. Singapore è stata proattiva nell’aumentare la sua attrattività finanziaria, in particolare la gestione di fondi e la pianificazione patrimoniale. Nel 2018 Singapore ha introdotto una nuova struttura di fondi di investimento, la Variable Capital Company (VCC), per far aumentare il domicilio di fondi alternativi. Il VCC offre maggiore flessibilità agli investitori, risparmi sui costi operativi e vantaggi fiscali, entrando in sfida con i principali domicili di fondi come le Isole Cayman. Negli ultimi anni, Singapore sta attirando anche un’importante quota di clienti asiatici con un patrimonio netto in crescita. Le sue trust law offrono riservatezza a migranti e beneficiari, nonché esenzioni fiscali. Attratti da aliquote fiscali favorevoli e da un contesto normativo stabile, sempre più imprenditori miliardari decidono di stabilire family office nella città-stato. L’Autorità Monetaria di Singapore ha approvato più di cento domande di family office nei primi quattro mesi di quest’anno. Oltre al capitale portato a Singapore, questi investitori richiedono anche servizi finanziari sofisticati, creando posti di lavoro per i gestori patrimoniali. L’accumulo di capitale finanziario e umano contribuisce ad aumentare la competitività di Singapore come hub finanziario.
Lo sviluppo economico regionale è un altro aspetto vincente. Le politiche zero-COVID della Cina hanno spinto i produttori a spostare le catene di approvvigionamento verso il Sud-Est asiatico. Singapore può facilitare tali spostamenti grazie alla sua duratura presenza commerciale nella regione e alla familiarità con i processi cinesi. Le istituzioni finanziarie mettono in contatto i clienti con gli investitori, gli studi legali supportano l’apertura di nuove filiali e le società di consulenza forniscono indicazioni sull’approvvigionamento dei fornitori regionali e provvedono alla formazione del personale.
Oltre a quello finanziario, Singapore e Hong Kong si contendono anche il primato delle proprietà commerciali ecologiche. Entrambe attraggono importanti finanziamenti per sostenere lo sviluppo di progetti urbani ecocompatibili. La città-stato si è classificata al primo posto nell’ultimo indice di sostenibilità per l’Asia-Pacifico, elaborato dalla società di consulenza immobiliare Knight Frank. Shenzhen e Hong Kong sono state le successive città asiatiche meglio classificate, appena sotto Australia e Nuova Zelanda, con le città di Sydney e Wellington. Tokyo ha completato la top 10. La classifica di Knight Frank considera come fattori principali il numero di edifici verdi e la volontà dei governi locali di spingere verso un’urbanizzazione sostenibile, guardando anche al mercato degli asset verdi investibili. Il report di Knight Frank ha evidenziato il piano singaporiano “80-80-80 nel 2030”, con l’obiettivo di avere l’80% degli edifici con caratteristiche eco-compatibili, l’80% dei nuovi edifici a risparmio energetico, e per quelli che sono già leader nella sostenibilità ambientale è previsto un ulteriore efficientamento energetico dal 65% all’80%. Singapore, come Hong Kong, sta lottando anche per il finanziamento verde nel settore immobiliare. L’anno scorso, le società immobiliari City Developments e MCL Land hanno annunciato di aver ottenuto prestiti verdi per un importo di 610 milioni di dollari per finanziare due progetti nella città-stato nell’ambito di una joint venture.
La distanza tra Singapore e Hong Kong come hub finanziari si sta riducendo. La percezione globale di Hong Kong è stata indubbiamente alterata e ora deve adattarsi a una nuova realtà, ma in quanto porta d’ingresso alla Cina e storico centro finanziario globale, continuerà a mantenere un ruolo importante a livello internazionale.
A cura di Annalisa Manzo
Summit economico per l’ASEAN
La Cambogia è impegnata a ospitare la 54° riunione dei Ministri dell’Economia (AEM) dell’ASEAN, che si tiene dall’11 al 18 settembre nella provincia di Siem Reap. Per il Sottosegretario di Stato e portavoce del ministero del Commercio Penn Sovicheat si tratta di un’altra occasione storica per la Cambogia, che ha il ruolo di accogliere i partecipanti all’AEM per la terza volta da quando il Regno si è unito all’ASEAN nel 1999. Secondo un alto funzionario di Phnom Penh, l’obiettivo dell’incontro dell’AEM è quello di portare vantaggi economici e una più stretta cooperazione tra tutti i paesi coinvolti. Nell’alveo di questo summit si svolgono anche i colloqui sul Partenariato Economico Globale Regionale (RCEP) e il vertice dell’Asia orientale. I principali temi da affrontare sono lo stadio dell’integrazione della Comunità economica dell’ASEAN, ripresa economica post-pandemia e le relazioni economiche esterne dell’Associazione delle Nazioni del Sud-Est asiatico. Altri argomenti all’ordine del giorno sono quattro questioni strategiche: connettività digitale, della scienza e della tecnologia; ridurre i divari di sviluppo dei Paesi ASEAN; promuovere un’integrazione più inclusiva, resiliente e competitiva; rafforzare il ruolo globale dell’Associazione. Joseph Matthews, docente presso la BELTEI International University di Phnom Penh, ha affermato che la cooperazione economica dell’ASEAN ha registrato progressi costanti negli anni, come dimostra l’entrata in vigore della RCEP all’inizio di quest’anno, che rappresenta una grande opportunità di crescita per la regione nel suo complesso. Dal 16 al 18 settembre sono previste poi altre consultazioni tra i Ministri dell’Economia dell’ASEAN e i partner di dialogo, tra cui Cina, India, Russia, Corea del Sud, Giappone, ministri del partenariato economico globale regionale (RCEP) e ministri dell’economia del vertice dell’Asia orientale (EAS). Un ricercatore dell’Asian Vision Institute ha encomiato gli sforzi di cooperazione del blocco, affermando che “il futuro dell’ASEAN è più luminoso e chiaro di prima, grazie alla crescita costante dell’economia degli Stati membri e all’interconnettività tra di loro”.
Le relazioni tra ASEAN e Russia
I rapporti commerciali tra i Paesi dell’ASEAN e la Russia hanno subito un rallentamento nel corso del 2022. Dopo che nel 2021 il commercio tra Mosca e il blocco dei Paesi del Sud-Est asiatico è cresciuto del 34% nel 2021, quest’anno appare difficile il raggiungimento dei 20 miliardi di dollari di interscambio dell’anno passato. Tuttavia, l’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca e le ampie sanzioni imposte da Europa e Stati Uniti non hanno frenato i Paesi del Sud-Est asiatico nel mantenimento dei legami con Mosca, nella speranza di frenare l’inflazione e stimolare la ripresa economica post pandemica. Gli esempi di cooperazione sono numerosi. Per la Thailandia, per esempio, la Russia è fondamentale per il settore turistico. Bangkok ha dichiarato che la compagnia di bandiera russa Aeroflot riprenderà il servizio regolare tra Mosca e Phuket alla fine di ottobre. Thailandia e Russia hanno anche concordato di espandere il commercio bilaterale, con l’obiettivo di raggiungere i 10 miliardi di dollari nel 2023, quasi quattro volte di più rispetto al 2021. Lo stesso traguardo concordato col Vietnam. Dopo il calo delle spedizioni di grano verso Hanoi verificatosi nell’ultimo triennio, il governo russo ha dichiarato che intende invertire la rotta. Il governo militare del Myanmar ha invece iniziato da questo mese a importare olio combustibile russo nel tentativo di frenare l’inflazione. Singapore è invece l’unico membro dell’ASEAN ad aver imposto sanzioni a Mosca e per questo figura nell’elenco dei Paesi “non amici” stilato dal Cremlino. Un altro settore di cooperazione è quello dei meccanismi di pagamento. È in discussione la possibilità per i Paesi dell’ASEAN di accedere al sistema di carte di pagamento MIR della Russia, in collaborazione con i vari sistemi di carte di pagamento nazionali dell’ASEAN. Il Vietnam ha già aperto la strada ma nel 2023 è possibile che altri Paesi raggiungano accordi in tal senso. Nel frattempo, si attende la partecipazione di Vladimir Putin al summit del G20, ospitato quest’anno dall’Indonesia a Bali.