Mondo Asean – L’esodo, non così facile, delle aziende straniere dal Myanmar

In Mondo Asean, Sud Est Asiatico by Redazione

Le aziende straniere attive in Birmania faticano a continuare le loro operazioni vista la situazione politica ed economica. Ma faticano anche ad andarsene: vediamo perché. Ogni settimana tante notizie e spunti dalla dinamica galassia dei paesi del Sud-Est asiatico. A cura di Associazione Italia-ASEAN

L’Associazione Italia-Asean nasce nel 2015. La sua missione è quella di rafforzare il legame e rendere più evidenti le reciproche opportunità, sia per le imprese che per le istituzioni. Qui pubblichiamo la newsletter Italia-Asean del 26 novembre.

A seguito della pandemia da COVID-19 e della crisi politica ed economica innescata dal golpe militare dello scorso febbraio, le aziende straniere presenti in Myanmar si trovano in una situazione molto critica, come confermato dal crollo degli investimenti che tali imprese hanno effettuato nel Paese, ai minimi negli ultimi otto anni. 

L’economia birmana, secondo la Banca dello Sviluppo Asiatico, ha subito nell’ultimo anno una contrazione del 18,4% e la situazione non sembra destinata a migliorare nel futuro prossimo, tanto che il Fondo Monetario Internazionale ha recentemente rivisto al ribasso le sue previsioni per il tasso di crescita economica nel 2022. Alla base il crollo  della valuta locale, il kyat, e il significativo aumento dei prezzi dei prodotti alimentari,  tutti fattori che contribuiscono al crescente disagio della popolazione.

L’incertezza politica, il crollo della domanda locale e la volatilità della valuta hanno  spinto molte aziende straniere alla chiusura o al ridimensionamento delle attività locali. La scarsità di liquidità e le disfunzioni del settore bancario hanno inoltre limitato la capacità delle imprese di pagare dipendenti e fornitori. Anche l’accesso a internet è stato pesantemente limitato nei tre mesi successivi al golpe. Questi shock hanno indebolito i consumi, gli investimenti e il commercio e hanno limitato le operazioni delle imprese anche per ciò che concerne  la fornitura di manodopera e degli altri fattori produttivi.

Già nei primi mesi dopo il rovesciamento del regime, grosse aziende come i colossi dell’energia EDF e Petronas, ma anche il gruppo thailandese Amata e la società di ingegneria di Singapore Sembcorp hanno cessato o sospeso le operazioni in Myanmar. Inoltre, lo scorso ottobre la British American Tobacco (BAT) ha annunciato che lascerà il mercato birmanoalla fine del 2021, benché ufficialmente la sua partenza sia stata motivata in base a mere decisioni commerciali. In realtà, avendo iniziato ad operare  in loco nel 2013 con un investimento iniziale di 50 milioni di dollari, l’uscita di BAT dal Myanmar dopo meno di un decennio riflette la criticità della situazione in cui è precipitato il Paese. Sempre nello stesso mese ha poi cessato le operazioni il Kempinski Hotel, nella capitale Naypyidaw, che avendo anche ospitato il presidente Barack Obama durante la sua visita di stato nel 2014 era un importante simbolo dell’  apertura del Paese. 

Ma l’uscita dal Myanmar non è un passo semplice per tutte le aziende. Molte, infatti, hanno investito in infrastrutture pluriennali, e una exit strategy immediata risulta impraticabile. E’ il caso, per esempio, del colosso australiano del gas naturale Woodside Energy che si limita ad affermare che “tutte le decisioni commerciali in Myanmar sono in fase di revisione”. 

Un’altra azienda che si trova in difficoltà a lasciare il Paese, seppur per altri motivi, è il gigante norvegese delle telecomunicazioni Telenor. Quest’ultima è fortemente motivata a cessare le operazioni in Myanmar non solo a causa del grave deterioramento del contesto commerciale, che ha fatto registrare una perdita di oltre 782 milioni di dollari americani, ma anche per non soccombere ai tentativi del governo di controllare le attività dell’azienda.  La giunta militare avrebbe infatti tentato diverse volte, seppur invano, di costringere Telenor a limitare il traffico web e intercettare gli utenti per permettere alle autorità di spiare le chiamate e i messaggi. 

L’azienda sta però ancora aspettando di ottenere l’approvazione per la vendita delle attività alla compagnia libanese M1. Ciò accade in seguito a un ordine confidenziale, emesso lo scorso giugno, che impone agli alti dirigenti delle imprese di telecomunicazioni, sia stranieri che burmesi, di poter lasciare Naypyidaw solo con un’autorizzazione speciale, la quale sembra però non arrivare. 

Inoltre, non va sottovalutato che la problematica situazione finanziaria non fa che complicare la possibile uscita delle aziende. Le banche, prese d’assalto dalle lunghe code che si sono formate ai bancomat all’inizio di quest’anno, sono ancora sotto pressione e la liquidità scarseggia, rendendo così estremamente arduo il rimpatrio del capitale residuo. Come se non bastasse, è sopraggiunta anche la pandemia, che impone restrizioni di viaggio e onerosi requisiti di quarantena per coloro che attraversano i confini.

Rimane una profonda imprevedibilità sulla situazione politica nel medio e lungo termine, che va ad aumentare il margine di incertezza delle imprese straniere sull’opportunità di rimanere o meno nel Paese. Queste aziende, che hanno iniziato ad investire in Myanmar dal 2011, quando si sperava che il processo di transizione democratica potesse essere irreversibile, vivono nel dilemma se fare le valigie o aspettare che passi la tempesta. 

A cura di Anna Affranio

L’ASEAN verso la presidenza di turno cambogiana

Con il 2022 alle porte, l’ASEAN si prepara ad accogliere la nuova presidenza di turno della Cambogia, che potrebbe modificare i rapporti regionali in favore di Pechino. Lo scorso lunedì 22 novembre si è tenuto il summit annuale dei rappresentanti degli Stati membri dell’Associazione, in cui è intervenuto anche il Presidente cinese Xi Jinping. Nella videoconferenza, Xi ha sottolineato che la Cina non cercherà mai l’egemonia nella regione e non approfitterà della sua forza per risolvere le dispute territoriali nel Mar Cinese Meridionale. Il Presidente ha anche aggiunto che è pronto a cooperare con i Paesi ASEAN per eliminare le “interferenze”, lodando il fatto che l’Associazione abbia ormai abbandonato la postura anti-comunista risalente agli anni della sua fondazione. Le parole di Xi sembrano ben conciliarsi con l’arrivo di Phnom Penh alla presidenza ASEAN: la Cambogia è da sempre nell’orbita strategica di Pechino, soprattutto per via dell’intenso coinvolgimento nei piani della Belt and Road Initiative (BRI), il progetto di sviluppo su scala globale lanciato da Xi. Tuttavia, c’è ragione di pensare che Phnom Penh vorrà provare a uscire dall’ombra cinese. Anche se Pechino si dice restia ad invadere il perimetro della sovranità altrui, in passato è stata proprio la Cina a dettare i termini di questo rapporto bilaterale. Secondo alcuni osservatori, oggi la Cambogia sarebbe meno disposta ad accettare pressioni nei suoi affari interni. La crescente assertività di Pechino nel Mar Cinese Meridionale rappresenterà una delle questioni più importanti che la nuova presidenza ASEAN sarà chiamata a gestire. Una maggiore incisività da parte della presidenza sarà richiesta se l’Associazione vorrà mantenere la centralità nelle relazioni regionali. Anche il Myanmar sarà una sfida non da poco: da vedere se la nuova presidenza si muoverà per smentire le accuse mosse dai militari birmani di aver ceduto alle pressioni occidentali e abbandonato il solenne principio di non-interferenza su cui si fonda l’Associazione.

La crescita del fintech tra Italia e ASEAN

Un report di United Overseas Bank, PwC Singapore e Singapore Fintech Association pubblicato lo scorso 10 novembre evidenzia che il settore fintech in ASEAN è più che triplicato nei primi nove mesi del 2021 rispetto all’intero 2020. I finanziamenti hanno raggiunto la cifra record di 3,5 miliardi di dollari tramite 167 accordi e 13 “mega-round”, sedute di raccolta fondi delle startup di almeno 100 milioni di dollari. Il boom del fintech nel Sud-Est asiatico deriva dalla cooperazione di banche, aziende e investitori regionali e internazionali. L’intento comune è dare continuità digitale ai servizi in un numero crescente di ambiti per fornire un’esperienza digitale completa. Nella regione, il settore dei pagamenti digitali è primo per investimenti ($1,9 miliardi) grazie anche alle prospettive di crescita date dalla grande diffusione di monete digitali. Nove Paesi ASEAN su dieci hanno adottato o intendono adottare criptovalute e valute digitali centralizzate, quintuplicando gli investimenti nel mercato e stimolando l’utilizzo di e-wallet. Singapore figura al primo posto nel fintech con $1,6 miliardi ricavati da 6 dei 13 mega-round ($972 milioni) e oltre il 49% dei 167 accordi d’investimento regionali. Seguono Indonesia con il 26% degli investimenti totali attratti ($972 milioni) e Vietnam con l’11% ($375 milioni). Ma l’’exploit del settore fintech inizia a riguardare anche l’Italia. Secondo uno studio pubblicato questo novembre dalla Banca d’Italia, i servizi finanziari italiani dal 2019 hanno sperimentato più di un raddoppio degli investimenti in IT da banche e intermediari nella digitalizzazione. Sia in ASEAN che in Italia il mercato sta mutando, rinnovandosi e offrendo sempre maggiori servizi a portata di clic. Gli ingenti finanziamenti nel Sud-Est asiatico e la nascente attenzione in Italia ai servizi digitali rappresentano uno stimolo per l’innovazione della finanza e per il rilancio economico post-pandemico.

 

Economia

Commercio thailandese

Con la crisi di diverse grandi aziende internazionali nel Paese come Toshiba, General Electric e Johnson & Johnson, in Thailandia i grandi conglomerati di proprietà di importanti famiglie thailandesi progettano di costruire imperi commerciali.

 

 

Financial Times: https://www.ft.com/content/d6ecfcd1-5477-4054-8a62-0ea71d919a12

Politica

Cambogia e ASEAN

Nei prossimi mesi la Cambogia assumerà la Presidenza dell’Association e Phnom Penh dovrà coniugare la sua politica interna con le innumerevoli sfide in materia di ambiente, geopolitica ed economia che la guida dell’ASEAN comporta.

 

 

The Diplomat: https://thediplomat.com/2021/11/will-domestic-politics-upend-cambodias-asean-chairmanship/

Business

E-commerce cinese in ASEAN

La regione ASEAN continua ad attirare capitali cinesi. Solo negli ultimi mesi il Sud-Est asiatico ha ospitato il 15% degli investimenti in uscita dalla Cina. In questo contesto, numeri importanti si sono registrati nel settore dell’e-commerce.

 

 

ASEAN Briefing: https://www.aseanbriefing.com/news/china-sustains-huge-ecommerce-development-investment-flows-into-asean/

Geopolitica 

Corea del Sud-ASEAN

Seul da anni lavora per rafforzare le sue relazioni politiche ed economiche con il blocco ASEAN e la “New Southern Policy Plus” del governo coreano vuole andare proprio in questa direzione, puntando sullo sviluppo sostenibile.

 

 

The Korea Herald: http://www.koreaherald.com/view.php?ud=20211123000795

Energia

Fotovoltaico a Singapore

Sono a marchio Fimer gli inverter utilizzati per supportare l’innovativo parco fotovoltaico galleggiante inaugurato nelle riserve idriche di Bedok e Seletar, a Singapore. Un balzo nel futuro che vede Fimer ancora una volta tra i protagonisti della “nuova era dell’energia”.

Time Magazine: https://timemagazine.it/fimer-fotovoltaico-singapore/ 

Ambiente 

COP 26

Durante l’ultima conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico a Glasgow l’Indonesia, che guiderà il G20 per tutto il prossimo anno, è stata sotto i riflettori. Dalla deforestazione all’utilizzo del carbone.

 

The Diplomat: https://thediplomat.com/2021/11/indonesias-participation-at-cop26/

Economia

Lavoro e pensioni a Singapore

Lo scorso 2 novembre, il Parlamento di Singapore ha approvato alcuni emendamenti a due importanti leggi che regolano il mercato del lavoro e le pensioni nella città-Stato: il Central Provident Fund e Retirement and Re-Employment Act. Quali novità?

 

 

 

ASEAN Briefing: https://www.aseanbriefing.com/news/singapore-amends-central-provident-fund-act-and-retirement-and-re-employment-act/

Geopolitica 

Relazioni Cina-ASEAN

Xi Jinping cerca di rassicurare il blocco ASEAN con la narrazione di una Cina amica. I Paesi del raggruppamento regionale però percepiscono il peso di Pechino, sentono lo scontro tra potenze in atto con gli Usa e preferiscono posizioni moderate come quella dell’UE.

 

 

formiche: https://formiche.net/2021/11/xi-asean-biden-ue/

Energia 

Shall taglia le emissioni

La multinazionale dell’energia Royal Dutch Shell, nell’ottica di abbattere drasticamente le emissioni di carbonio e l’utilizzo di combustibili fossili, ha ridotto la sua capacità di lavorazione del greggio nell’hub di Singapore.

 

Reuters: https://www.reuters.com/markets/europe/shell-builds-singapore-pyrolysis-oil-unit-convert-plastic-waste-chemicals-2021-11-23/

Business 

Fintech in Indonesia 

La piattaforma indonesiana di compravendita di azioni online Ajaib, tra le aziende più promettenti del Paese, ha acquisito una quota del 24% di Bank Bumi Arta per un totale di circa 50 milioni di dollari.

 

 

Forbes: https://www.forbes.com/sites/yessarrosendar/2021/11/23/indonesian-unicorn-ajaib-acquires-stake-in-bank-bumi-arta-in-digital-banking-push/?sh=4b8350032ec6

Politica

Politica malese 

L’ex Primo Ministro malese Najib Razak, condannato per corruzione nell’ambito dello scandalo multimiliardario 1Malaysia Development Berhad, starebbe progettando un ritorno da vincitore sulla scena politica, partendo dai buoni risultati dell’UMNO nell’ultima tornata elettorale.

 

 

Asia Times: https://asiatimes.com/2021/11/najib-on-the-comeback-trail-with-melaka-poll-sweep/

Geopolitica 

Mar Cinese Meridionale

In questi giorni ricorrono i 30 anni dei rapporti diplomatici tra Cina e ASEAN, secondo molti con tante prospettive di crescita, ma alcune questioni, una su tutte il codice di condotta per il Mar Cinese Meridionale, restano ancora irrisolte.

 

 

Benar News: https://www.benarnews.org/english/news/indonesian/code-issues-11222021160226.html