Infrastrutture, industrie manifatturiere e capitale umano sono le tre direttrici che impegnano il Presidente indonesiano nella seconda parte del suo ultimo mandato. Poi il nucleare in ASEAN e l’olio di palma indonesiano.
L’Associazione Italia-Asean nasce nel 2015. La sua missione è quella di rafforzare il legame e rendere più evidenti le reciproche opportunità, sia per le imprese che per le istituzioni. Qui pubblichiamo la newsletter Italia-Asean del 29 aprile.
Nel pieno del suo secondo e ultimo mandato, il Presidente indonesiano Joko Widodo, ha una fitta lista di progetti da portare a termine entro il 2024, quando dovrà abbandonare la guida del governo. Conosciuto dagli indonesiani come “Jokowi”, il Presidente si presenta come un uomo del popolo: non si risparmia le visite nei villaggi lontani e persino nei bassifondi. “Devo incontrare la gente per sapere cosa vuole”, ha detto a Nikkei Asia. Sarà per questo che il suo indice di gradimento è quasi sempre al di sopra del 70%, come rivelato da Indikator Politik Indonesia.
Tuttavia, l’indiscussa capacità di Widodo di piacere agli indonesiani è sempre più messa alla prova nel tentativo di inseguire la crescita economica. Se da un lato infatti deve assicurarsi il favore del suo popolo, dall’altro ha bisogno di corteggiare gli investitori e le imprese. L’Indonesia ha un urgente bisogno di investimenti: la sua economia deve espandersi ogni anno per poter assorbire un afflusso annuale di oltre due milioni di nuovi lavoratori, mentre la crescita stagnante alimenta il rischio di instabilità sociale.
Durante i mandati di Widodo, il Pil è cresciuto solo del 5% circa, quando il Presidente aveva promesso almeno il 7%. Per incentivare la crescita, Jokowi ha deciso di puntare su tre politiche chiave, che saranno i pilastri del suo governo fino alla fine del secondo mandato: infrastrutture, industrie manifatturiere e capitale umano. Lavorando su questi tre aspetti, Widodo è sicuro che “il Pil dell’Indonesia nel 2030 sarà il triplo di quello che è ora”.
La costruzione di infrastrutture come strade, porti, aeroporti e ponti, è stata il segno distintivo della presidenza di Widodo. Nei suoi primi sei anni in carica sono stati costruiti 6240 km di strade, 15 nuovi aeroporti e 124 nuovi porti marittimi. Tutti progetti che impallidiscono di fronte a Nusantara, la nuova capitale che sostituirà Giacarta. Un progetto da 30 miliardi di dollari, da costruire sull’isola del Borneo. Secondo il presidente è una mossa necessaria per incentivare la crescita economica al di fuori della popolosa isola di Giava, che ad oggi rappresenta il 60% del Pil del Paese.
Un’altra priorità del presidente è la riallocazione industriale. In particolare, passare dalla lavorazione alla produzione, anziché concentrarsi solamente sull’estrazione di materie prime. Questa politica è stata accompagnata da una legge che proibisce l’esportazione di minerali non trasformati, per incentivare le aziende estere a spostare le lavorazioni di materiali e la produzione di beni in Indonesia. Inoltre, a partire dal 2020, l’esportazione di nichel – fondamentale per i dispositivi elettronici – è stata vietata. Widodo, nel corso dei suoi mandati, ha insistito molto sull’importanza del divieto di esportazione per generare nuovi e migliori posti di lavoro, puntando quindi anche sulla formazione del capitale umano.
Ma proprio quest’ultimo sembra essere il punto debole della presidenza di Jokowi, che secondo i suoi critici si sarebbe dimostrato molto poco ambizioso nello sviluppo del capitale umano. Certo, alcune misure sono state messe in atto, come il programma per studenti universitari per guadagnare crediti facendo stage presso le aziende. Oppure il programma di aiuti per aiutare le famiglie a basso reddito a pagare le tasse scolastiche.
Secondo i politologi indonesiani, il problema principale per Widodo è un classico della politica indonesiana: la mancanza di continuità politica tra i diversi presidenti, che provenendo da partiti diversi e avendo ideologie diverse mettono a repentaglio la continuità delle politiche di governo. Un rischio che Jokowi dovrà correre, dal momento che alcuni dei suoi progetti potrebbero essere annullati quando il suo successore prenderà il controllo del Paese nel 2024.
A cura di Emilia Leban
Voglia di nucleare tra i Paesi ASEAN
L’energia nucleare diventa una prospettiva sempre più allettante per alcuni Paesi del Sud-Est asiatico, che sono tornati a consumare carbone per risollevare l’economia interna e per compensare la carente offerta globale di energia causata dalla guerra in Ucraina. Dall’ultimo rapporto del Gruppo intergovernativo sul Cambiamento climatico (IPCC) emerge l’urgenza di ridurre drasticamente le emissioni di gas serra entro il 2025 se si vuole tentare di raggiungere l’obiettivo degli Accordi di Parigi e mantenere il riscaldamento globale sotto i 2°C entro la metà del secolo. L’area ASEAN è tra le regioni più colpite dalle conseguenze ambientali e meteorologiche dei cambiamenti climatici. Per questa ragione i governi nazionali hanno fatto della sostenibilità e della de-carbonizzazione imperativi imprescindibili dei loro programmi politici. Le difficoltà economiche che hanno fatto seguito alla pandemia e le contingenze geopolitiche in Europea orientale rischiano di mettere in crisi questi buoni propositi. A Singapore, il ministro di stato per il Commercio e l’Industria Alvin Tan ha parlato al parlamento di opzioni energetiche alternative come quelle ad idrogeno, geotermiche e nucleari. Anche se uno studio del 2012 aveva stabilito che le convenzionali tecnologie dei grandi reattori nucleari non erano appropriate per la piccola città-stato asiatica, oggi le infrastrutture possono essere molto più piccole e sofisticate, e anche Singapore potrebbe trarre vantaggio da questa industria. Anche le Filippine accarezzano l’idea di virare verso il nucleare. Il segretario dell’Energia Alfonso Cusi è un forte sostenitore di questa opzione energetica, e ha dichiarato l’anno scorso al canale televisivo ANC che si tratta di un’alternativa strategica per ridurre le importazioni di petrolio. A febbraio, il presidente Rodrigo Duterte ha firmato un ordine esecutivo che prevede l’inclusione dell’energia nucleare nel mix energetico nazionale. Hanno poi dato seguito alla svolta dell’energia nucleare in ASEAN Indonesia, Malesia, Thailandia e Vietnam, anche se alcuni progetti restano in stand-by per questioni di costi e sicurezza.
La questione dell’olio di palma indonesiano
L’impennata dei prezzi globali ha più volte spinto il governo indonesiano ad attuare una serie di manovre per salvaguardare i consumatori dall’aumento dei prezzi degli alimenti. In particolare, le autorità si sono attivate per controllare l’impennata dei prezzi dell’olio da cucina dopo che le misure iniziali non sono riuscite a risolvere il problema. Ad aggravare la situazione, gli effetti dell’invasione della Russia in Ucraina, uno dei principali produttori di colture. L’Indonesia produce olio da cucina dall’olio di palma ed è il più grande esportatore mondiale, responsabile del 50 per cento delle forniture sul mercato. A fine gennaio scorso il Paese aveva inizialmente deciso di aumentare le restrizioni sull’export di olio di palma ma, a distanza di poco tempo, il governo aveva poi rimosso le restrizioni facendo salire i prezzi dell’olio di palma grezzo ai massimi storici. Successivamente, il Presidente Widodo ha annunciato la decisione di fermare le spedizioni di olio da cucina e della materia prima per controllare i prezzi interni e garantire abbondante disponibilità del prodotto nel mercato indonesiano. Tuttavia, il governo sembrerebbe aver fatto un ulteriore passo indietro e l’embargo rimarrà per l’oleina di palma ed escluderà invece l’olio di palma grezzo. Queste continue modifiche a livello politico, le scarse forniture e i prezzi elevati dell’olio da cucina hanno scatenato crescenti e diffuse lamentele da parte dei cittadini indonesiani. Eppure, prima dell’introduzione della palma da olio in Indonesia, le comunità dell’arcipelago producevano l’olio di cui avevano bisogno dalle noci di cocco. Tra l’altro, la palma da olio non è originaria del Paese del Sud-Est asiatico ma è stata riclassificata come una coltura forestale, così da poter convertire ancora più terra alla palma da olio con la scusa della riforestazione. Giacarta rimane comunque, dopo le Filippine, il secondo produttore di olio di cocco e questo potrebbe aiutare l’arcipelago ad essere meno indipendente dai prodotti industriali e dall’olio di palma.
Politica Elezioni a Pattaya Secondo quanto annunciato dalle autorità locali, si prevede che circa il 70% degli elettori voteranno alle elezioni del 22 maggio per il sindaco e i consiglieri della città di Pattaya, città situata sulla costa orientale del Golfo di Thailandia. Bangkok Post: https://www.bangkokpost.com/thailand/politics/2297622/pattaya-looks-to-70-voter-turnout-on-may-22 |
Turismo Ripresa
A due anni dallo scatenarsi della pandemia, con il corollario di restrizioni e divieti adottati in tutto il mondo per contenerne l’espandersi, il turismo nel Sud-Est asiatico comincia a vedere la luce in fondo al tunnel. Italia Informa: https://italia-informa.com/sud-est-asiatico-turismo.aspx |
AmbienteCooperazione Singapore-Nuova Zelanda
Singapore e la Nuova Zelanda hanno concordato di rafforzare la cooperazione su una serie di tematiche climatiche, che vanno dalla tecnologia a basse emissioni di carbonio alle iniziative di aviazione sostenibile. |
PoliticaGiunta militare birmana
La popolazione del Myanmar è stata profondamente critica nei confronti del Tatmadaw per decenni ma è stato il colpo di Stato del primo febbraio 2021 a distruggerne definitivamente l’immagine. The Diplomat: https://thediplomat.com/2022/04/how-the-coup-shattered-the-image-of-myanmars-military/ |
Infrastrutture Aeroporto thai
Secondo quanto annunciato dal Primo Ministro thailandese Prayut Chan-o-cha, il nuovo aeroporto a Betong dovrebbe rilanciare lo sviluppo economico del Sud della Thailandia. Sarà veramente così? The Diplomat: https://thediplomat.com/2022/04/thailands-new-deep-south-airport-dead-on-arrival/ |
Economia Guerra ucraina Nonostante i pochi e fragili legami degli Stati ASEAN con Mosca e Kiev, l’invasione della Russia in Ucraina sta minacciando la ripresa economica post-COVID del Sud-Est asiatico e potrebbe avere delle serie conseguenze. East Asia Forum: https://www.eastasiaforum.org/2022/04/21/russia-war-on-ukraine-threatens-southeast-asias-economic-recovery/ |
PoliticaElezioni filippine
Ferdinand “Bongbong” Marcos Jr, figlio dell’ex Presidente conduce la corsa per le elezioni filippine, con messaggi chiari e forti e facendo naturalmente leva sulla storia della sua famiglia. Asia Times: https://asiatimes.com/2022/04/marcos-way-ahead-on-a-no-policy-no-debate-campaign/ |
Economia Conti malesi
Con riferimento alla guerra in Ucraina, il Ministro delle finanze malese Zafrul Aziz ha affermato che il conflitto avrà fortunatamente un impatto negativo “molto limitato” sull’economia della Malesia. Financial Times: https://www.ft.com/content/53555493-3781-4aa3-9e54-ab8000a4495d |
TecnologiaHub malese
L’Associazione Tecnologica malese stabilirà un centro tecnico ASEAN a Penang, per attrarre e formare esperti specializzati e con abilità tecniche da tutta la regione del Sud-Est asiatico. The Malaysian Reserve: https://themalaysianreserve.com/2022/04/23/technological-association-to-establish-asean-technical-hub-in-penang/ |
SanitàPortale per le vaccinazioni
Nell’ottica di facilitare il commercio, i viaggi e il turismo, sia all’interno che all’esterno della regione, l’Ambasciatore Vu Ho, capo facente funzione del SOM Vietnam, ha esortato tutti i Paesi ASEAN al lancio di un portale per la certificazione digitale delle vaccinazioni. |
Economia RCEP
La Regional Comprehensive Economic Partnership, entrata in vigore circa cento giorni fa, ha rafforzato la rete commerciale tra la Cina e gli altri Paesi membri, accelerando il ritmo dell’integrazione economica regionale. |
Business Investire in ASEAN I Paesi ASEAN sono una meta privilegiata per gli investimenti, come cogliere la ripartenza di Pechino che si rifletterà sui Paesi dell’area che hanno la Cina come mercato di riferimento. La bussola di settore tra materie prime, manifattura e tecnologia. |