L’Associazione Italia-Asean nasce nel 2015. La sua missione è quella di rafforzare il legame e rendere più evidenti le reciproche opportunità, sia per le imprese che per le istituzioni. Qui pubblichiamo la newsletter Italia-Asean del 17 settembre.
Prosecco, parmigiano reggiano, pecorino romano. I prodotti dell’agrifood italiano sono un indiscusso orgoglio nazionale. Le esportazioni di alimenti e bevande valevano quasi 38 miliardi di euro nel 2019, circa l’8% dell’export italiano. Non si tratta solo di una questione economica, però. Il cibo per noi è una cosa seria, tanto che a volte finiamo per scaldarci quando all’estero lo vediamo bistrattato o, addirittura, “usurpato” da aziende straniere. Questo nostro essere così suscettibili sul cibo sorprende le persone degli altri paesi – e diverte: Italians mad at food (italiani matti per il cibo) è un ricco filone di meme sui social media internazionali. Questo doppio valore del cibo, economico e simbolico, spinge l’Italia ad essere particolarmente attenta quando si tratta di difendere i propri prodotti alimentari attraverso il riconoscimento delle indicazioni geografiche (IIGG) a livello europeo. È proprio l’UE a occuparsi della regolamentazione e della tutela delle IIGG anche sui mercati esteri, inserendo dei capitoli appositamente dedicati nei suoi trattati di libero scambio, come avviene negli accordi con Singapore e Vietnam, per esempio.
Le IIGG rientrano nella più ampia categoria dei diritti di proprietà intellettuale, al fianco dei marchi e dei brevetti. I nomi dei prodotti registrati come indicazione geografica sono protetti dalle imitazioni e dall’uso improprio all’interno del mercato unico europeo. Ciascun nome registrato è legato a un territorio, ma anche a un metodo di produzione e a specifiche materie prime. Se le aziende desiderano vendere il proprio prodotto utilizzando il nome protetto dall’indicazione geografica, dovranno attenersi scrupolosamente alle regole di produzione registrate a livello europeo. Nel concreto, le IIGG diventano poi un marchio sull’etichetta di molti prodotti che troviamo sugli scaffali, a garanzia del legame tra quel prodotto e il suo territorio. Si tratta di una tutela legale definita sui generis: le IIGG forniscono una protezione diversa dai marchi commerciali ordinari. Altri ordinamenti, come quello statunitense, ricorrono proprio a quest’ultimo strumento per proteggere gli interessi economici dei produttori di una determinata area geografica. Il marchio che fa riferimento a una specifica provenienza geografica è di proprietà di un’azienda o di un consorzio e viene poi concesso da quell’azienda ad altri produttori. Per fare un esempio, il Parmigiano Reggiano è una indicazione geografica nell’ordinamento UE, mentre è un marchio registrato di proprietà del Consorzio omonimo negli USA. Questa differenza di tutela produce molte conseguenze e altrettante controversie. Entrambi gli strumenti sono compatibili con l’Accordo sugli aspetti commerciali dei diritti di proprietà intellettuale (TRIPS) dell’Organizzazione Mondiale del Commercio.
Nei Paesi ASEAN vengono utilizzati entrambi i tipi di tutela, anche se ormai la maggioranza degli Stati membri è passata al sistema sui generis. Utilizzare le IIGG per proteggere i prodotti alimentari, anziché il semplice marchio, rende anche più facile un’armonizzazione con il sistema di protezione UE. Bruxelles ha spinto per inserire un’apposita sezione dedicata alle IIGG nei due accordi di libero scambio conclusi rispettivamente con Singapore e Vietnam, portando i Partner a rafforzare la propria legislazione interna in materia e garantendo una tutela piena e reciproca dei nomi registrati. Il mutuo riconoscimento delle IIGG si realizza allegando una lista dei prodotti da proteggere agli Accordi: al momento della loro conclusione, l’accordo con Singapore proteggeva 196 IIGG europee, quello con il Vietnam 169 IIGG europee e 39 vietnamite. Queste liste possono essere poi aggiornate di comune accordo tra le parti. I negoziatori europei sono sempre molto agguerriti sulla questione IIGG, che riemerge con puntualità in ogni nuova trattativa sugli accordi commerciali. Non si tratta mai di un capitolo facile da affrontare. L’Europa riconosce un gran numero di indicazioni (oltre 3300), molto richieste dai consumatori e, quindi, imitate all’estero. Le controparti invece spesso non hanno un numero comparabile di IIGG da proteggere: è evidente la disparità numerica tra le liste dei prodotti tutelati nell’Accordo UE-Vietnam; ci accorgiamo subito che il numero dei soli prodotti italiani tutelati dall’Accordo è maggiore di quello dei prodotti vietnamiti – e dobbiamo poi inserire i prodotti di tutti gli altri Stati membri UE. I negoziatori della Commissione devono di volta in volta trovare un punto di incontro con i partner, magari facendo concessioni su altri capitoli dell’Accordo, e selezionare un numero limitato di IIGG europee “strategiche” per il mercato in questione con l’aiuto dei governi nazionali e dei consorzi dei produttori. I risultati della politica commerciale UE sono comunque soddisfacenti e favoriscono soprattutto quegli Stati membri che hanno delle IIGG molto rilevanti sul piano commerciale: Italia in primis, ma anche Francia, Spagna e Grecia, per fare degli esempi.
A volte la questione IIGG diventa un grande ostacolo per i negoziati: lo abbiamo visto nelle trattative per il TTIP (anche se non sono certo fallite solo per questo) e in quelle in corso con Australia e Nuova Zelanda. Alle differenze di tutela legale (sui generis vs marchio) si aggiungono interessi commerciali molto rilevanti. Al contrario, l’UE sembra aver avuto particolare fortuna con l’ASEAN, che ha interiorizzato la tutela delle IIGG tra i suoi obiettivi istituzionali e sta costruendo la propria capacity con l’aiuto di Bruxelles grazie al progetto ARISE+. Questo processo porterà prodotti pregiati di tutto il Sud-Est asiatico ad essere protetti efficacemente nei mercati ASEAN e in quello europeo – come, ad esempio, le differenti varietà di arabica indonesiana o il pepe nero del Sarawak dalla Malesia. Stiamo forse assistendo a una nuova manifestazione del cosiddetto Brussels effect, la capacità dell’UE di far circolare i suoi standard e imporli agli altri attori (privati e pubblici) dell’economia globale nei panni di una “superpotenza regolatrice”. L’UE sembra ormai aver consolidato il suo modello di tutela delle IIGG come quello più rilevante a livello internazionale, anche attraverso la conclusione di un accordo storico con la Cina, che protegge i suoi prodotti d’eccellenza in un mercato fondamentale come quello cinese. È interessante osservare poi come il modello europeo non circoli in una sola direzione: proprio dai partner asiatici arrivano sempre più stimoli al regolatore europeo per estendere la tutela delle IIGG ai prodotti non-agricoli e ampliare le liste allegate ai vari accordi commerciali. La Commissione sta già studiando una riforma del sistema delle IIGG in questo senso e fra qualche anno potremmo vedere il marmo di Carrara e il vetro di Murano ricevere una tutela rafforzata nel mercato europeo, ma anche in quelli asiatici.
Ci sono però anche delle resistenze alla diffusione del modello europeo. Ad esempio, le aziende del settore lattiero-caseario di tutto il resto del mondo, in particolare statunitensi e australiane, guardano con fastidio alle mosse di Bruxelles nei mercati asiatici sulla questione IIGG. Questi produttori, a volte discendenti di immigrati italiani che hanno portato dall’Italia con sé e adattato il know-how tradizionale, ritengono che il sistema delle IIGG sia una forma di protezionismo surrettizio europeo, uno strumento per ostacolare la competizione nei Paesi con cui l’UE ha stretto accordi commerciali. I consorzi di queste aziende sono agguerriti quanto quelli europei e molto attivi nel persuadere i propri governi a reagire all’accerchiamento del sistema delle indicazioni UE e garantire il diritto all’utilizzo commerciale dei “nomi comuni” (parmesan, gorgonzola, chardonnay, bologna sausage, etc.). La battaglia è aperta e si combatte senza esclusione di colpi. Non è casuale che i dazi statunitensi dell’epoca Trump colpissero soprattutto i prodotti alimentari italiani e UE che godono di maggiore tutela nei mercati dei Paesi terzi. O che i consorzi di entrambi i lati a volte abbiano firmato quelli che sembrano “accordi di non belligeranza”. L’UE non intende tirarsi indietro e cercherà sicuramente di ottenere una tutela quanto più ampia possibile per le IIGG di entrambe le parti nell’Accordo che sta negoziando con l’Indonesia.
Di Pierfrancesco Mattiolo
Una dottrina Monroe cinese per l’Asia
La Cina guida la transizione verso un nuovo ordine in Eurasia, dove la chiave per la stabilità regionale risiede nella risoluzione delle crisi in Myanmar e Afghanistan. Nell’anno del centenario dalla fondazione del Partito Comunista Cinese, Pechino è decisa a svolgere un ruolo internazionale di primo piano, iniziando col mostrare grande disponibilità diplomatica nei confronti dei talebani a Kabul e dei militari in Myanmar. L’elemento chiave per comprendere i progetti di ridefinizione dell’ordine regionale da parte di Pechino, secondo Nikkei Asia, risiederebbe in un discorso del 2014 in cui il Presidente Xi Jinping dichiarava: “Spetta al popolo asiatico (…) risolvere i problemi dell’Asia e sostenere la sicurezza dell’Asia”. Alcuni esperti hanno notato come la posizione del Segretario del PCC rifletta quella assunta dal Presidente statunitense James Monroe circa 200 anni fa. La celebre dottrina che porta il suo nome stabiliva la supremazia degli Stati Uniti nel continente americano, che avrebbe dovuto essere libero dalle interferenze delle potenze europee. L’Afghanistan è da sempre crocevia di interessi internazionali, e la Cina ha diversi motivi per occuparsene, alcuni inerenti la stabilità nazionale e altri all’ordine regionale. Da una parte, è prioritario per il governo cinese monitorare gli sviluppi a Kabul per evitare nuove conflittualità nella provincia dello Xinjiang, al confine con l’Afghanistan, abitata in prevalenza da una comunità di uiguri musulmani. Dal punto di vista internazionale, l’antagonismo tra Cina e Stati Uniti si svolge spesso “per procura”, articolandosi di volta in volta in competizioni economiche e geopolitiche variamente collocate nel mondo, e i recenti sviluppi a Naypyitaw e Kabul non fanno eccezione. Secondo il già menzionato quotidiano giapponese, la rivendicazione di una versione asiatica della Dottrina Monroe inquadra bene la posizione della leadership cinese: il potere diplomatico di Pechino si declina nella configurazione di un ordine con caratteristiche cinesi in Asia dove gli USA non sono ammessi, quantomeno non come potenza dominante. |
I movimenti geopolitici del Vietnam
Peace Corps, un programma di aiuti statunitense, è stato lanciato in Vietnam dopo 17 anni di negoziati. Fondato nel 1961 dall’allora Presidente John F. Kennedy, Peace Corps – reperto della Guerra Fredda per diffondere una visione favorevole dell’Occidente – non ha mai operato in Vietnam, ma è presente da anni in altri stati dell’ASEAN: Cambogia, Indonesia, Myanmar e Thailandia, con le Filippine che ospitano il maggior numero di volontari statunitensi. Invece, la presenza di Peace Corps in Cina è stata interrotta la scorsa estate dopo ben 26 anni, nella scia della contesa tra Washington e Pechino. Il lancio di Peace Corps Vietnam dimostra un segno di crescente fiducia tra Stati Uniti e Vietnam. Entrambi i Paesi condividono le preoccupazioni per le azioni della Cina nel fiume Mekong e la sua crescente assertività nel Mar Cinese Meridionale. Ma Hanoi non si è certo sbilanciata a favore di Washington. Nei giorni scorsi il consigliere di Stato cinese e ministro degli Esteri Wang Yi ha visitato il Vietnam, come prima tappa di un tour asiatico che ha toccato anche Cambogia, Singapore e Corea del Sud. Il governo vietnamita ha già chiarito che non intende schierarsi contro Pechino e di non voler essere costretto a scegliere da che parte stare. Intanto, però, ha firmato con il Giappone un nuovo accordo che consente l’esportazione ad Hanoi di attrezzature e tecnologie difensive nipponiche. Il Ministro della Difesa giapponese Nobuo Kishi ha affermato che l’accordo eleva il partenariato di difesa dei due paesi “a un nuovo livello” e che Giappone e Vietnam intendono approfondire i legami di difesa attraverso altri mezzi, tra cui esercitazioni militari congiunte. |
Business
Mercato immobiliare a Singapore Le strategie rigorose del governo singaporiano per contenere l’aumento dei contagi da Covid-19 hanno spaventato molti investitori del settore immobiliare ma anche da questo punto di vista sembra tornare la normalità nella città-Stato asiatica. Financial Times: https://www.ft.com/content/16bf2ac7-430a-44d7-9e40-2f416b650da6 |
Finanza
Digital banking in Malesia La digitalizzazione del settore bancario e dei servizi offerti dagli istituti di credito asiatici sta prendendo sempre più piede in tutta l’Asia-Pacifico e anche la Banca Centrale della Malesia, ormai da un anno, ha deciso di governare questa transizione. East Asia Forum: https://www.eastasiaforum.org/2021/09/10/digital-banking-is-key-to-financial-inclusion-in-malaysia/ |
Economia
Prodotti medici Il volume del commercio cinese di prodotti medici con l’ASEAN ha raggiunto 13,3 miliardi di dollari nei primi sette mesi di quest’anno, in crescita del 32% rispetto al 2020, secondo i dati ufficiali. |
Geopolitica
ASEAN strategico Le continue visite di vertici del governo cinese e statunitense nel Sud-Est asiatico testimoniano la centralità della regione nello scenario internazionale, differenziando, secondo gli osservatori, gli atteggiamenti di ciascuno dei dieci Stati dell’ASEAN. The Star: https://www.thestar.com.my/news/focus/2021/09/12/039strategic-signalling039-to-asean |
DifesaCooperazione Australia-Indonesia
Canberra e Giacarta stanno compiendo passi importanti verso il rafforzamento delle proprie relazioni bilaterali sui temi della sicurezza. Difesa, cybersecurity e lotta al terrorismo le basi degli accordi. The Diplomat: https://thediplomat.com/2021/09/australia-indonesia-agree-to-ramp-up-defense-relationship/ |
Economia
Commercio Cina-Cambogia Lo scorso 9 settembre l’Assemblea Nazionale della Cambogia ha ratificato l’accordo di libero scambio con la Cina, che mira ad aumentare il commercio bilaterale riducendo o eliminando barriere tariffarie e non.
ASEAN Briefing: https://www.aseanbriefing.com/news/cambodia-ratifies-free-trade-agreement-with-china/ |
EconomiaTurismo thailandese
Mentre il governo cerca di salvaguardare un asset fondamentale dell’economia nazionale come il turismo, messo a durissima prova dalla pandemia, le autorità thailandesi del settore progettano piani di riaperture a visitatori stranieri completamente vaccinati. Asia Times: https://asiatimes.com/2021/09/time-to-lure-back-tourists-thailand-decides/ |
PoliticaPace e unità in ASEAN
La regione ha talvolta mostrato un’immagine sbagliata di sé, quale area di conflitti e attriti politici e militari e il recente colpo di Stato in Myanmar ha accentuato la tendenza. È fondamentale costruire pace e unità in tutto il Sud-Est asiatico. The ASEAN Post: https://theaseanpost.com/article/why-peacebuilding-southeast-asia-important
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Cultura
Visitare la Cambogia La Cambogia è fra i paesi del Sud-Est asiatico più ricchi di storia, cultura e tradizioni. Dall’eredità artistica dell’Impero Khmer, al famosissimo sito di Angkor, a luoghi naturali incontaminati.
Lux Gallery: https://www.luxgallery.it/come-arrivare-in-cambogia-dallitalia-ecco-cosa-ce-da-sapere-294419/ |
Geopolitica
ASEAN+3 Esponenti dei dieci governi dell’ASEAN e i vertici dell’Association si sono incontrati lo scorso lunedì con Giappone, Cina e Corea del Sud. I temi principali al centro del dibattito sono stati il rilancio delle economie asiatiche e la lotta al Coronavirus.
ASEAN.org: https://asean.org/joint-media-statement-of-he-twenty-fourth-aem-plus-three-consultations/
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BusinessDanone Indonesia
HR Asia ha pubblicato la sua classifica annuale sui professionisti delle risorse umane, premiando come miglior compagnia per cui lavorare in Asia la società Danone Indonesia, vista l’attenzione e la cura per i suoi dipendenti. The Jakarta Post: https://www.thejakartapost.com/news/2021/09/10/danone-indonesia-named-best-company-to-work-for-in-asia-most-caring-companies-2021.html |
Finanza
Banche e ASEAN L’accordo bilaterale tra Thailandia e Malesia, che fa direttamente riferimento a un trattato ASEAN del 2015, permetterà operazioni bancarie in entrambi i Paesi ed è un importante passo per l’integrazione bancaria della regione.
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