Mondo Asean – I vantaggi economici della RCEP per il Sud-Est asiatico

In Mondo Asean, Relazioni Internazionali, Sud Est Asiatico by Redazione

L’Associazione Italia-Asean nasce nel 2015. La sua missione è quella di rafforzare il legame e rendere più evidenti le reciproche opportunità, sia per le imprese che per le istituzioni. Qui pubblichiamo la newsletter Italia-Asean del 23 aprile.

Un report pubblicato di recente dalla Conferenza delle Nazioni Unite per il Commercio e lo Sviluppo (UNCTAD) sostiene che l’implementazione della Regional Comprehensive Economic Partnership (RCEP) potrebbe essere dannosa per molti Stati partecipanti. Infatti, il report afferma che, in seguito alla ratifica della RCEP, la bilancia commerciale dei Paesi ASEAN potrebbe risentirne poiché le loro importazioni di merci verso altri Paesi partecipanti all’accordo saranno maggiori rispetto alle esportazioni. Ciò vale in particolare per la Cina, che grazie alla sua efficiente capacità di esportazione, potrebbe beneficiare più di tutti dalla deviazione del traffico commerciale.
Secondo Deborah Elms, Direttrice Esecutiva dell’Asian Trade Centre di Singapore, è molto probabile che le conclusioni tratte da questo report siano sbagliate. Partecipando al più grande accordo di libero scambio (ALS) del mondo, l’ASEAN conoscerà infatti un nuovo impulso economico.

Spesso, un modello inadeguato si traduce in giudizi negativi sull’impatto degli accordi commerciali. Elms osserva che è molto complicato ottenere stime valide relative all’impatto di qualsiasi accordo commerciale. L’elemento più semplice da valutare in un ALS è la riduzione delle aliquote tariffarie. Tutti gli ALS mirano infatti ad abbassare le aliquote tariffarie alla frontiera in modo da fornire vantaggi agli Stati membri e ridurre i costi. Una riduzione delle tariffe dovrebbe stimolare maggiori flussi commerciali. Tuttavia, non tutti i beni risultano idonei ai tagli tariffari, che devono essere elaborati in modo da soddisfare i criteri di ogni accordo commerciale e includere un sufficiente contenuto proveniente dai Paesi partecipanti. Anche se un prodotto è idoneo, le aziende devono richiedere aliquote tariffarie inferiori poiché le preferenze dell’ALS non vengono concesse automaticamente. Di conseguenza, nessun ALS ha mai raggiunto la completa liberalizzazione tariffaria, in cui sono concesse tariffe gratuite o scontate a tutte le merci che entrano nel Paese.

I modelli economici sono normalmente basati anche sui profili commerciali esistenti. Quindi, per analizzare l’impatto economico della riduzione e dell’eliminazione delle tariffe, un modello parte dalle informazioni commerciali esistenti. Tuttavia, un punto chiave di un ALS è fornire nuove opportunità per il commercio e migliorare gli accordi o i contesti commerciali vigenti. Pertanto, i nuovi flussi commerciali generati dalla RCEP non si vedranno nei modelli economici degli ALS esistenti, come riportato nel report dell’UNCTAD, poiché sono novità che incideranno solo in seguito.

Determinare l’impatto economico della RCEP, come di qualsiasi ALS, continua Elms, dipende anche da altre condizioni esistenti. I governi asiatici, compresi i membri dell’ASEAN, hanno partecipato con entusiasmo agli accordi di libero scambio. La stessa RCEP è stata costruita sulla base di cinque accordi commerciali ASEAN+1 preesistenti. La regione aderisce infatti a numerosi accordi di diverso tipo, dagli impegni bilaterali ai grandi accordi regionali. I vantaggi della RCEP, anche limitandosi alla sola valutazione delle riduzioni tariffarie, dipendono quindi dal confronto della RCEP con gli altri accordi commerciali vigenti. Le aziende potrebbero già beneficiare di un’esenzione dei dazi per i loro prodotti nell’ambito di altri ALS, come quello tra ASEAN e Cina. I modelli economici che guardano alla RCEP isolandola dagli altri processi, come ha fatto lo studio UNCTAD, faticano quindi a cogliere questo livello di complessità.

Inoltre, tutti gli accordi di libero scambio includono impegni graduali. I tagli tariffari non vengono concessi immediatamente a tutte le categorie di prodotti, ma adattati nel tempo. Elms sottolinea che il confronto tra i vantaggi dell’ALS e gli impegni della RCEP richiedono un’attenta valutazione delle tempistiche. Il primo giorno in cui entrerà in vigore, la RCEP potrebbe non essere paragonabile ai vantaggi degli ALS già esistenti, ma dopo che le tariffe saranno pienamente applicate le differenze potrebbero essere notevoli.

Inoltre, la RCEP, come anche altri ALS globali, include molto più di semplici riduzioni tariffarie. I cambiamenti nelle procedure doganali potranno avere un impatto ancora più forte sulle aziende, in quanto il costo dei ritardi alla frontiera può essere piuttosto elevato e incidere sui rendimenti molto più della modifica di un’aliquota tariffaria. L’impegno a trasferire online la documentazione commerciale o a sdoganare il carico entro sei ore potrebbe rivelarsi il punto più importante della RCEP per molte aziende. I servizi e, soprattutto, gli impegni di investimento inclusi nella RCEP sono considerevoli, ma difficili da mostrare tramite modelli economici.

Secondo Elms la contrazione delle tariffe sui beni, a vantaggio della Cina, è spesso sopravvalutata, mentre la riduzione delle barriere che incidono sui servizi, a favore dell’ASEAN, viene liquidata troppo velocemente. Escludere l’analisi di tali aspetti dell’accordo non consente di ottenere una visione completa dei vantaggi complessivi forniti dalla RCEP. Sembra chiaro, conclude Elms, che la RCEP offrirà significativi benefici economici agli Stati membri, che saranno ancor più apprezzati dalle aziende.

A cura di Annalisa Manzo

Un’inedita incertezza nella successione politica a Singapore

È nel miglior interesse della nazione chiamare un leader più giovane a gestire le sfide che ci attendono”, così il Vice Primo Ministro Heng Swee Keat, da tempo individuato come successore dell’attuale Primo Ministro Lee Hsien Loong, ha rinunciato ad un futuro incarico. Heng, già Ministro delle Finanze e delle Politiche Economiche, avrebbe addotto motivazioni quali l’età e la salute fisica, requisiti ritenuti fondamentali per un leader che è chiamato a guidare la ripresa economica post-pandemia. Il PIL singaporiano ha infatti subito un calo del 5,4% nel 2020, e sebbene il risultato fosse migliore di quanto ci si aspettasse, si tratta comunque della peggior prestazione di sempre. La notizia della rinuncia è arrivata l’8 aprile, e rappresenta una novità per il Paese, che sin dalla sua indipendenza nel 1965 è solito pianificare con largo anticipo le transizioni di leadership. Questa tradizione concilia con le necessità dell’hub finanziario più efficiente del Sud-Est asiatico di tutelare la fiducia dei mercati esteri nella sua stabilità politica. Ecco che dunque la notizia della rinuncia di Heng è un fulmine a ciel sereno. Il People’s Action Party (PAP) inizia a discutere dei cambi di leadership almeno cinque anni in anticipo, ma la sua preminenza a Singapore sembra si stia progressivamente allentando. Il Partito si è assicurato il 61,24% dei voti alle politiche del 2020, ma pur detenendo la maggioranza ha registrato un calo rispetto alle elezioni del 2015, quando ottenne il 69,9%. Inoltre, alcuni osservatori fanno notare come l’attuale incertezza in merito alla successione apra la transizione singaporiana a nuove possibilità: per la prima volta la configurazione politica potrebbe essere decisa dai membri del gabinetto di quarta generazione (4G), svincolandosi dal monopolio della famiglia Lee, che l’avrebbe dominata per generazioni. I mercati di Singapore si sarebbero mossi a malapena all’indomani dell’annuncio di Heng, ma una prolungata incertezza potrebbe comportare qualche imprevisto.

Il primo summit dei Paesi ASEAN per la crisi in Myanmar

Il portavoce militare Zaw Min Tun ha confermato la presenza del leader della giunta birmana, l’Alto Generale Min Aung Hlaing, al vertice dei Paesi ASEAN che si terrà sabato 24 aprile a Giacarta. Anche il Brunei, che detiene la Presidenza dell’ASEAN per il 2021, ha dato il primo annuncio ufficiale del summit tramite Twitter, in seguito all’intensificarsi della pressione internazionale per risolvere la crisi in Myanmar. Tale incontro, finalizzato dopo lunghe settimane di pianificazione, sarà il primo dall’inizio del colpo di Stato. Per il Brunei sarà presente il Sultano Hassanal Bolkiah, mentre il Primo Ministro Muhyiddin Yassin presiederà per la Malesia insieme al Ministro degli esteri Hishammuddin Hussein. Anche il Primo Ministro cambogiano Hun Sen aveva già affermato di recarsi a Giacarta per il vertice, invece la Thailandia invierà il Vice Primo Ministro Don Pramudwinai, che ricopre altresì il ruolo di Ministro degli esteri. Intanto, il “governo di unità nazionale” del Myanmar ha chiesto ai leader del Sud-Est asiatico di poter partecipare ai colloqui e di non riconoscere il regime militare. L’invito di Min Aung Hlaing all’incontro dei dieci Paesi ASEAN ha infatti suscitato il disprezzo degli attivisti che hanno esortato i leader stranieri a non riconoscere formalmente la Giunta. Inoltre, Lwin Ko Latt, che è stato nominato Ministro degli Affari Interni e dell’immigrazione del “governo ombra”, ha detto che diversi Stati si stanno preparando a legittimare in maniera ufficiale tale governo come unica guida del Myanmar. Il nuovo gabinetto ad interim è stato formato dal Comitato Rappresentativo Pyidaungsu Hluttaw (CRPH), un Parlamento ombra che mira a rovesciare il regime militare. I suoi membri sono stati annunciati la scorsa settimana, alla vigilia del Capodanno birmano. Lunedì 19 aprile, l’Unione Europea ha deciso di imporre ulteriori sanzioni nei confronti di dieci persone e due società a controllo militare, la Myanmar Economic Holdings Public Company Ltd e la Myanmar Economic Corporation Limited, ritenute responsabili di aver minato la democrazia e lo Stato di diritto in Myanmar, nonché perpetrato gravissime violazioni dei diritti umani.

Geopolitica

Gli USA nell’Indo-Pacifico

Alessia Mosca, Segretario Generale dell’Associazione Italia-ASEAN scrive di QUAD, alleanze USA in Asia in ottica di contrasto alla crescente egemonia cinese nella regione e centralità dei Paesi ASEAN per il futuro.

ISPI: https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/indo-pacifico-il-ritorno-vincente-dellamerica-30005

Economia

Rilanciare l’ASEAN

Per mitigare l’impatto della pandemia e recuperare velocemente dalla crisi economica e sanitaria, rilanciando le economie, sarà necessario che l’ASEAN aumenti il grado di cooperazione e integrazione regionale.

Pattaya Mail: https://www.pattayamail.com/thailandnews/members-of-asean-community-cooperate-to-address-covid-19-challenges-351296

Business

ASEAN e tecnologia

Le start-up e gli unicorni tecnologici del Sud-Est asiatico diventano sempre più attrattivi per gli investitori occidentali, che continuano e puntare su società come Sea, Grab, Gojek e molte altre per espandere il proprio business e cavalcare la loro crescita.

The Economist: https://www.economist.com/business/2021/04/17/can-south-east-asian-techs-hot-streak-last

Sicurezza

Russia-Laos
È cresciuta nell’ultimo periodo la presenza militare della Russia in Laos. I due Stati hanno una lunga storia di collaborazione sulla difesa ma dal 2019 hanno fortificato i legami, dall’istruzione militare alle forniture.

The Diplomat: https://thediplomat.com/2021/04/whats-in-the-new-russian-military-facility-chatter-in-laos/

Economia

Aziende ASEAN programmano la ripresa

Molte imprese della regione hanno già iniziato a guardare oltre la crisi pandemica, esperienza dei clienti, servizi di qualità, prezzi competitivi e protezione dei dati le strategie predilette secondo un’indagine recente.

Back end News: https://backendnews.net/sap-study-finds-asean-businesses-preparing-for-growth-beyond-pandemic/

Business

Investimenti al dettaglio

In tutta la regione dell’Asia-Pacifico si registra una certa frenesia degli investitori al dettaglio, con il volume del trading che si moltiplica per i broker e le piattaforme di gestione patrimoniale del Sud-Est asiatico. 

Financial Times: https://www.ft.com/content/a869e9c8-a48b-45d2-9fde-3c57b4214c0e

Economia

Ripresa economica nelle Filippine

Le Filippine hanno varato il CREATE Act, una serie di riforme in ambito fiscale e societario, che mirano a rilanciare gli investimenti nella fase post pandemica, favorendo aziende nazionali e straniere.

ASEAN Briefing: https://www.aseanbriefing.com/news/the-philippines-create-act-comes-into-effect-pushing-for-accelerated-economic-recovery/

Difesa

Cooperazione Corea-Indonesia

Seul e Giacarta hanno accresciuto le collaborazioni in materia di difesa, con la Corea fermamente decisa a puntare sulla “diplomazia militare” per rivolgersi ai Paesi della regione ASEAN.

The Diplomat: https://thediplomat.com/2021/04/the-strategic-impact-of-indonesian-kf-21s/

Economia
Rivoluzione digitale

Il sistema commerciale dell’Asia orientale è destinato a diventare più inclusivo e sostenibile nei prossimi anni grazie al suo rapido slittamento verso l’e-commerce e le piattaforme digitali.

East Asia Forum: https://www.eastasiaforum.org/2021/04/18/the-digital-transformation-of-east-asian-trade/

Geopolitica

Relazioni UE-ASEAN

La nuova strategia dell’Unione Europea sull’Indo-Pacifico segna un passo importante nel crescente impegno dell’Europa in una delle aree più interessanti del pianeta. Ne parla Igor Driesmans, Ambasciatore dell’Unione europea presso l’ASEAN

The ASEAN Post: https://theaseanpost.com/article/asean-centre-eus-indo-pacific-strategy

Business

Century Pacific Food diversifica

Il gigante alimentare filippino, nonostante il Paese sia un grosso consumatore di carne, ha recentemente lanciato anche prodotti vegani. L’azienda ha attutito i duri colpi della pandemia anche nel 2020, riuscendo addirittura ad aumentare i ricavi.

Financial Times: https://www.ft.com/content/db5ff9ca-902a-4323-bf65-bfc6a8c02db6

Politica

Vietnam, il piccolo Dragone

Il modello neo-comunista cinese sta portando il Vietnam a diventare la 19esima economia mondiale e a ereditare da Pechino il ruolo di “fabbrica del mondo”.

EastWest: https://eastwest.eu/it/vietnam-cina-modello-crescita-economica/

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