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Mondo Asean – Dighe del Mekong: l’impatto su comunità ed ecosistemi

In Mondo Asean, Sud Est Asiatico by Redazione

Il Centro studi vietnamiti apre al dibattito sullo sviluppo della regione, in particolare lungo il Mekong, che negli ultimi anni è trainato da progetti infrastrutturali tanto ambiziosi, quanto controversi. Poi la nuova zona economica speciale indonesiana e…

L’Associazione Italia-Asean nasce nel 2015. La sua missione è quella di rafforzare il legame e rendere più evidenti le reciproche opportunità, sia per le imprese che per le istituzioni. Qui pubblichiamo la newsletter Italia-Asean del 20 maggio.

Giovedì 12 maggio il Centro studi vietnamiti (Csv) ha ospitato un webinar per approfondire gli aspetti ambientali, sociali e legali che ruotano intorno alla costruzione di dighe lungo il Mekong. Si tratta di un’area che occupa 790 mila km2 e abbraccia paesi molto diversi tra loro per governo, economia e demografia: tutti fattori che influenzano priorità (e quindi approcci) al tema dello sviluppo. I nove interventi, preceduti dai saluti dell’ambasciatore Duong Hai Hung, hanno cercato di coprire tutti questi aspetti: tra i relatori, esperti di scienze della Terra, ittiologia, impianti idroelettrici e diritto. 

Un ecosistema in pericolo

Come ha spiegato il professore Simone Bizzi, il Mekong funziona come un organismo a sé. Ogni elemento dell’ecosistema fluviale è in costante mutamento e si autoregolamenta per mantenere la propria “salute”. L’inserimento di organismi alieni, come dighe e centrali idroelettriche, può avere un impatto devastante – soprattutto se l’intervento non avviene nel rispetto delle specificità del territorio.

Un caso studio è quello delle dighe costruite nel bacino alto del Mekong, dove la Cina sta investendo ingenti risorse per potenziare lo sviluppo dell’area attraverso l’idroelettrico. Solo lungo il Lancang, affluente situato nella provincia dello Yunnan, sono operativi 65 impianti e Pechino ha in programma la costruzione di altre 23 dighe. Tra i diversi problemi, la loro presenza sta “inceppando” il trasporto dei sedimenti, che ogni anno ammontano a circa 160 mega tonnellate (trenta volte il peso della piramide di Giza): l’accumulo dei sedimenti provoca la stagnazione a monte del corso d’acqua, mentre non arrivano più i nutrienti che sostengono la biodiversità a valle. Un fenomeno che non ha conseguenze solo sul pescato, ma anche sulle risaie e le attività agricole in generale.

Sviluppo (in)sostenibile

I cambiamenti climatici pongono un’ulteriore sfida al normale funzionamento dell’ecosistema fluviale (e di tutte le attività che dipendono da esso). Il flusso d’acqua, già ridotto dalla presenza delle dighe, è soggetto a stagioni di secca sempre più intense. Nel 2019 il Mekong ha toccato il livello più basso degli ultimi 100 anni, un record che da eccezione sta diventando regola. Davanti alla carenza d’acqua, come segnala anche l’Osservatorio sulle dighe nel Mekong dello Stimson center, alcuni sbarramenti finiscono per contenere ulteriormente il flusso e penalizzano le aree del settore meridionale. Questo accade soprattutto nella sezione cinese del Mekong, accusano gli esperti, anche quando il livello delle precipitazioni è nella norma.

I progetti per la costruzione di nuove centrali idroelettriche non sono comunque fermi. Al contrario: lungo gli affluenti del Mekong continuano ad aumentare i finanziamenti per la costruzione di nuovi impianti, complice la crescente domanda di energia elettrica di Laos, Cambogia, Myanmar, Thailandia e Vietnam. Alcuni di questi paesi sono altamente dipendenti dall’idroelettrico, come evidenziano i dati di Phnom Penh sul mix energetico cambogiano: il 55% della capacità produttiva di elettricità proviene dalle centrali idroelettriche. Al rischio di squilibri nell’approvvigionamento energetico si aggiunge la dipendenza finanziaria: che siano investimenti a opera di compagnie straniere o banche di sviluppo, oppure i debiti maturati nei confronti delle imprese appaltatrici.

Infine, la costruzione di dighe può avere effetti sociali immediati o nel lungo termine. Nel primo caso, le popolazioni limitrofe potrebbero vedersi espropriare i propri terreni – quando il progetto non richieda direttamente la rilocazione dei villaggi. In seconda battuta, il degrado ambientale che fa seguito alla mala gestione dei progetti riduce le opportunità di sostentamento e sviluppo di quei cittadini che dovrebbero beneficiarne.

Soluzioni (o compromessi?)

Come ha sottolineato il professore Massimo Zucchetti, accade che dopo un’attenta revisione i piani per la costruzione di nuove centrali idroelettriche debbano essere cancellati e ripensati dall’inizio: nello stato nordorientale indiano dello Uttarakhand ben 23 progetti su 24 non hanno superato i criteri minimi di sostenibilità. Ciò accade, talvolta, per il mancato coinvolgimento degli attori locali o di esperti capaci di valutare l’impatto delle dighe nel contesto interessato. Le soluzioni per ridurre le esternalità negative esistono, e alcune di queste provengono dal bacino delle cosiddette “nature based solutions”. Queste ultime rappresentano un insieme di accorgimenti che hanno alla base il rispetto delle specificità del territorio e richiedono un intervento umano minimo.

Il problema della gestione dell’idroelettrico nel delta del Mekong non è solo ecologico, ma pone diverse sfide per la costruzione di un diritto ambientale capace di tutelare le comunità locali. L’ultima parte dell’incontro si è concentrata quindi sulle controversie legali che interessano un’area tanto vasta. La crescente scarsità di risorse idriche è riconosciuta da tempo come un fattore di accelerazione dei conflitti, e la mancanza di meccanismi adeguati aumenta i rischi di instabilità (nonché di cattivo adeguamento dei progetti). 

Il ruolo delle organizzazioni transnazionali

Che cosa può fare l’ASEAN in un contesto così complesso che riguarda oltre la metà dei suoi paesi membri? Secondo i ricercatori presenti, sono molti gli interventi che oggi rimangono in mano alle organizzazioni transnazionali. La maggior parte dei progetti per l’idroelettrico lungo il Mekong vede la partecipazione di banche di attori statali e privati, delle banche di sviluppo, dei gruppi di ricerca. La partecipazione pubblica è, inoltre, particolarmente importante per la gestione delle risorse locali. I diversi attori hanno anche le capacità per fornire i dati necessari a comprendere il contesto di riferimento – obiettivi ancora oggi difficili da raggiungere.

Quello che può accadere grazie all’intervento di organizzazioni super partes è la condivisione di esperienze e meccanismi di progettazione virtuosi. Un gruppo come l’ASEAN, inoltre, talvolta ha saputo fare fronte comune davanti ad attori di peso come la Cina, che in questo caso è tra gli interlocutori principali. L’altra faccia della medaglia, però, offre una panoramica ancora troppo attenta alla sostenibilità di facciata e poco all’effettivo sovrasfruttamento delle risorse presenti. Sulla carta, la parola “sviluppo sostenibile” si è diffusa tanto rapidamente quanto sono aumentati i consumi elettrici e l’emissione di gas climalteranti. Qui la sfida per tutti gli attori coinvolti dalle trasformazioni nel bacino del Mekong: saper innovare nel rispetto del territorio, dell’ecosistema e delle sue popolazioni.

A cura di Sabrina Moles

 

Indonesia, una ZES nel mar Cinese meridionale? 

L’Indonesia sembrerebbe intenzionata a trasformare le isole Natuna, nel Mar Cinese Meridionale, in una zona economica speciale (ZES) per rafforzare la sicurezza marittima e attirare investimenti nelle industrie locali della pesca e del turismo, ma la mossa potrebbe provocare proteste da parte della Cina. Il governo ha istituito, a inizio anno, un gruppo di lavoro per convertire il gruppo di isole in una ZES su richiesta dell’ufficio della Reggenza di Natuna, che detiene la giurisdizione del territorio. Il Presidente Jokowi intende dividere l‘area marina in diverse designazioni per stimolare l’economia della regione. Ci saranno almeno sei settori, tra cui turismo, esplorazione di petrolio e gas, pesca e difesa e sicurezza. Oltre alla crescita economica, l’obiettivo principale è la creazione di una zona di difesa e sicurezza che consentirà all’Indonesia di effettuare esercitazioni militari e della guardia costiera nell’area. Tra l’altro, le forze armate indonesiane hanno in programma di condurre la più grande operazione di sempre, Garuda Shield, un’esercitazione annuale congiunta con l’esercito degli Stati Uniti che coinvolgerà anche le isole Natuna. Non è la prima mossa di Giacarta volta a rafforzare la difesa nazionale, in particolare dopo che l’invasione russa in Ucraina ha spostato l’attenzione della comunità internazionale in Europa. L’arcipelago è il terzo Paese al mondo per la vastità delle aree marittime entro la sua zona economica esclusiva e più volte ha registrato episodi in cui pescherecci cinesi hanno tentato di infiltrarsi nelle acque della ZES. Pechino già lo scorso anno aveva chiesto di fermare i lavori all’interno dell’area e navi della Guardia Costiera cinese erano state segnalate in prossimità dei siti di esplorazione. Nonostante questo, l’Indonesia per il momento sostiene che non vi è alcuna disputa territoriale tra i due Paesi nel Mar Cinese Meridionale. Il governo di Giacarta ha sempre provato infatti un approccio votato al dialogo sulla questione, mentre ancora si attende l’adozione di un codice di condotta regionale nelle acque contese.

 

BusinessIncontro Widodo-Musk

Il Presidente indonesiano Joko Widodo ha incontrato sabato scorso in Texas l’amministratore delegato di Tesla, nonché uomo più ricco del mondo, Elon Musk, per discutere di potenziali investimenti e tecnologie.

Bloomberg: https://www.bloomberg.com/news/articles/2022-05-15/musk-considers-indonesia-trip-to-explore-possible-investments 

TrasportiTrasporto aereo

La pandemia di Covid-19 ha causato ingenti danni a tutto il settore dell’aviazione. I dati dell’Airports Council International indicano che il traffico di passeggeri aerei nella regione Asia-Pacifico ha subito una riduzione del 62,7% dal 2019 al 2021. Quali prospettive per il futuro?

East Asia Forum: https://www.eastasiaforum.org/2022/05/10/slow-take-off-for-asia-pacific-aviation-during-covid-19-recovery/ 

EconomiaLaos in difficoltà

Dopo la pandemia e l’avvento della guerra ucraina, con l’aumento dei prezzi del carburante e di molti beni e con l’indebolimento della valuta locale, il Laos si trova ad affrontare una difficile crisi economica.

The Diplomat: https://thediplomat.com/2022/05/lao-economy-grinding-to-a-halt-as-fuel-crisis-deepens/ 

Business 

Turismo cambogiano

La riapertura dei confini da parte del governo cambogiano rappresenta un’importante opportunità per il settore del turismo, che contribuisce in modo significativo allo sviluppo dell’economia nazionale.

ASEAN Briefing: https://www.aseanbriefing.com/news/cambodias-border-reopening-opportunities-for-tourism-sector/ 

GeopoliticaStati Uniti nell’Indo-pacifico

Prima il vertice alla Casa Bianca, poi il viaggio in Corea del Sud e Giappone. Washington punta sul commercio ma il Sud-Est asiatico non vuole essere tirato in mezzo nello scontro tra democrazie e autocrazie.

formiche: https://formiche.net/2022/05/vertice-usa-asean/ 

 

Economia

Commercio di frutta

Le esportazioni di frutta dal Sud-Est asiatico verso la Cina sono in aumento già dalla fine di aprile, soprattutto, secondo gli osservatori, grazie alla Regional Comprehensive Economic Partnership.

ANSA: https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/notiziario_xinhua/2022/05/10/cina-grazie-a-rcep-arrivano-frutti-sud-est-asiatico_20f13353-34e4-401c-a3c0-00b5310267c0.html

 

Business

Aziende italiane in ASEAN

Il Sud-Est asiatico, una delle aree economicamente più strategiche del mondo, settimo per PIL e quarto per export, è fondamentale per le aziende italiane ma è necessario conoscerne le peculiarità per coglierne al meglio le opportunità.

la Repubblica: https://finanza.repubblica.it/News/2022/05/09/pmi_le_aziende_italiane_guardano_al_sud_est_asiatico_ma_non_tutelano_il_loro_credito-111/ 

EconomieSupply chain asiatiche

Le catene di approvvigionamento internazionali sono divenute sempre più lunghe e frammentate e non mancano le pressioni dell’opinione pubblica su governi e imprese per migliori standard sociali e ambientali. In questo scenario, come si pone il sistema di blockchain?

East Asia Forum: https://www.eastasiaforum.org/2022/05/12/from-mining-to-fishing-how-blockchain-is-addressing-different-challenges-of-supply-chain-in-asia/ 

Ambiente

Fiume Mekong

L’intensiva attività di pesca e i progetti idroelettrici senza limiti e senza attenzione all’ambiente mettono sempre più a rischio la ricca ecologia acquatica della regione del Mekong.

The Diplomat: https://thediplomat.com/2022/05/cambodian-fishermen-pull-endangered-giant-stingray-from-mekong-river/ 

GeopoliticaUSA-ASEAN

La Casa Bianca ha annunciato circa 150 milioni di dollari in nuove iniziative a favore dei Paesi ASEAN. L’annuncio di Washington al termine dell’incontro tra il Presidente Usa, Joe Biden, con i leader dei Paesi del Sud-Est asiatico.

AGI: https://www.agi.it/estero/news/2022-05-13/biden-150-milioni-per-energia-e-sicurezza-asean-16717755/ 

EconomiaOlio di palma malese

La Malesia ha aumentato in modo significativo le esportazioni di olio di palma dopo che il mese scorso l’Indonesia, il più grande produttore mondiale, ha imposto un divieto di esportazione visto il forte aumento della domanda interna.

Financial Times: https://www.ft.com/content/74ee2e77-1595-42d7-a2a6-b8c003089ca8 

 

Business

Hong Kong-Singapore

Con l’intento di cavalcare la crescita del continente asiatico ed espandersi, la società di investimenti privati del magnate di Hong Kong Li Ka-shing, Horizons Ventures Ltd., sta aprendo una propria sede a Singapore.

Bloomberg: https://www.bloomberg.com/news/articles/2022-05-12/li-ka-shing-s-family-office-joins-singapore-expansion-wave