La foto simbolo di piazza Tiananmen, di proprietà di un’azienda fondata da Bill Gates, viene venduta alla Cina. Le notizie della giornata da Cina e Asia, con in primo piano la corruzione nell’ufficio di statistica di Pechino. La fabbrica del mondo a basso costo è ormai un mito superato: un’analisi sull’economia e sul mondo del lavoro in Cina. Un ritratto di Amit Shah, burattinaio del partito al governo in India.
La foto simbolo di piazza Tian’anmen diventa cinese di Matteo Miavaldi
La scorsa settimana la Corbis Entertainment – che si occupa di digitalizzazione e gestione dei diritti di distribuzione di milioni di documenti audiovisivi – ha venduto le proprie «image division and content licensing unit» alla cinese Visual China Group. I termini economici dell’affare non sono stati divulgati, ma si sa che la compagnia fondata da Bill Gates nel 1989 ha ceduto almeno 200 milioni di foto digitali alla compagnia cinese leader nel settore in Asia, comprese migliaia di scatti storici e dall’alto valore politico, anche e soprattutto in Cina.
In Cina e Asia – Corruzione nell’ufficio di statistica cinese di Redazione
Indagato per «serie violazioni disciplinari» (leggi = corruzione) il direttore dell’Ufficio nazionale di statistica cinese. Il segretario di Stato John Kerry in visita a Pechino per parlare di Corea del Nord e Mar cinese meridionale. Apple cala in Cina, per la prima volta dal 2003. Pechino presenta il libro bianco sul nucleare, svelando ambiziosi progetti di potenziamento nel settore. Attesa per la fine del Congresso in Vietnam, che dovrà nominare la nuova leadership della «piccola Cina». La nostra rassegna del mattino.
Sfatare il mito della fabbrica del mondo a basso costo di Simone Pieranni
Cosa sta succedendo nel mondo del lavoro in Cina? Da un lato si assiste a un calo della manodopera, dall’altro a una diminuzione delle assunzioni in uno dei settori traino dell’economia, quello tecnologico. Infine ci sono gli aumenti, un vero e proprio raddoppio, degli scioperi e delle lotte dei lavoratori.
Amit Shah: l’oscuro burattinaio al fianco di Modi di Matteo Miavaldi
Amit Shah, 51 anni, è stato riconfermato presidente del Bharatiya Janata Party (Bjp). Personaggio assolutamente torbido e stratega rivoluzionario nella storia politica indiana recente, Shah viene comunemente descritto dalla stampa nazionale come il «poliziotto cattivo» al fianco di Modi. Il ruolo che gioca e giocherà nelle sorti della politica nazionale è centrale, ma relegato – a bella posta – a una posizione d’ombra, lontano dai riflettori della stampa internazionale, risulta semi sconosciuto all’opinione pubblica occidentale. E non è un caso.