Nasce il rivale di Arcelor Mittal nell’acciaio. In Cina e Asia: Tokyo condanna esercitazioni cinesi sullo stretto di Miyako. E poi: la recensione di The Poison Thorn per la rassegna cinematografica Asiatica 2016. E infine in Ghana petizione per togliere statua di Gandhi: «Era un razzista». Il nostro consueto punto serale da Cina e Asia. Buona lettura e buona serata.
Nasce il rivale di Arcelor Mittal nell’acciaio di Andrea Pira
La fusione tra Baosteel e Wuhan Iron and Steel Group darà vita al secondo più grande produttore al mondo di acciaio. Con l’operazione Pechino ha creato un campione globale della siderurgia e ha dato il via al processo di aggregazione del settore. L’integrazione sarà un banco di prova per la riforma delle grandi imprese di Stato
In Cina e Asia – Tokyo condanna esercitazioni cinesi sullo stretto di Miyako di Redazione
I titoli della rassegna di oggi:
– Tokyo condanna esercitazioni cinesi sullo stretto di Miyako
– Cina: studi legali responsabili per il comportamento degli avvocati
– Cina: scoperchiata la frode dei tassisti zombie di Uber
– L’estinzione forzata degli ebrei di Kaifeng
– Disertrici nordcoreane, vendute come spose in Cina, vogliono riconosciuto il loro status
– Giappone: mezzo milione di giovani vive in reclusione volontaria
Asiatica 2016 – The Poison Thorn di Matteo Miavaldi
The Poison Thorn, documentario di 40 minuti scritto e diretto da Farzana Boby, getta luce su uno degli aspetti più traumatici della Guerra di Liberazione del Bangladesh. Nel 1971 l’allora Pakistan Orientale guadagnò la propria indipendenza dal Pakistan pagando un prezzo salatissimo di morti – almeno due milioni – e milioni di sfollati, in aggiunta, ed è questo il tema della pellicola, a centinaia di migliaia di violenze sessuali perpetrate sistematicamente dall’esercito pakistano e dai bangladeshi collaborazionisti.
Sarà proiettato lunedì 26 settembre alle 18:30 all’Asiatica Film Festival, Roma.
In Ghana petizione per togliere statua di Gandhi: «Era un razzista» di Matteo Miavaldi
Da qualche mese una petizione online ha raccolto oltre mille firme, già presentate alle autorità dell’University of Ghana, chiedendo che la statua del Mahatma Gandhi donata dal presidente Mukherjee nel mese di giugno venga rimossa. La motivazione: Gandhi, secondo i petizionisti, era un razzista che discriminava gli africani. Una tesi non nuova che, in effetti, affonda le proprie radici negli scritti controversi del periodo sudafricano di Gandhi.