Made in China Files

In by Gabriele Battaglia

Pazzia e superstizioni nella Cina rurale. Un uomo armato di coltello uccide 19 disabili in Giappone. Cina, meno acciaio e mattoni, più ricerca e sviluppo. Nervi tesi tra India e Cina, ripicche sul rilascio dei visti. Con le altre notizie da Cina e Asia di oggi.

Pazzia e superstizioni nella Cina rurale di Alessandra Colarizi

Nelle campagne cinesi, le superstizioni, la medicina tradizionale, l’agopuntura, e il Tai Chi giocano ancora importanti ruoli complementari nel trattamento di pazienti con disturbi mentali, tutt’oggi considerati alla stregua di semplici sbilanciamenti energetici o di influssi demoniaci. Ignoranza, inadeguatezza delle strutture e pubblico decoro alimentano l’affezione delle zone rurali per le vecchie pratiche discutibili.

In Cina e Asia – Uomo armato di coltello uccide 19 disabili in Giappone di Redazione

I titoli della rassegna di oggi:

– Uomo armato di coltello uccide 19 disabili in Giappone
– Pechino ora chiede il sostegno degli Usa per riaprire dialogo con Manila
– Ergastolo per il generale Guo Boxiong, accusato di corruzione
– India declassa lo status diplomatico del Pakistan
– Guerra tra colossi dell’e-commerce in India

Cina, meno acciaio e mattoni, più ricerca e sviluppo di Gabriele Battaglia

Il modello della Cina «fabbrica del mondo» ha emancipato 800 milioni di persone dalla povertà e fatto nascere il ceto medio cinese. Oggi quel sistema non funziona più: inquinamento, sovrapproduzione, bolle speculative, disparità sociali. «Meno quantità, più qualità», si dice, e la questione è anche politica.

Nervi tesi tra India e Cina, ripicche sul rilascio dei visti di Matteo Miavaldi

Nervi tesi tra New Delhi e Pechino. È quanto emerge da un episodio piuttosto raro nei rapporti tra Cina e India ma che, inserito nel contesto delle ultime vicende che hanno interessato da vicino le due potenze asiatiche, tradisce una presunta guerra a bassa intensità che incrocia diplomazia e burocrazia. Le autorità di New Delhi hanno appena rifiutato il prolungamento del visto giornalistico a tre cronisti dell’agenzia di stato cinese Xinhua, con accuse circostanziate di aver assunto identità fittizie per entrare in dipartimenti riservati della macchina burocratica statale. Dalle pagine dei quotidiani cinesi è arrivata la risposta minacciosa di Pechino.