Made in China Files

In by Gabriele Battaglia

Pechino contrasterà le aggressioni nel Mar cinese meridionale. Xi fa partire una nuova Lunga Marcia dal Ningxia verso il sogno cinese, in primo piano nelle nostre news odierne. Una conversazione tra Oriente, Occidente e religione in Iran. E infine un punto sulla strategia diplomatica giapponese in Bangladesh. Buona lettura e buona serata.

Pechino insiste: «Contrasteremo le aggressioni nel Mar cinese meridionale» di Simone Pieranni

Ci si aspettava tensione, ed eccola arrivare: Filippine e Cina dopo la sentenza dell’Aja continuano le schermaglie. Manila rifiuta un accordo bilaterale con Pechino, che si dice pronta «a contrastare l’aggressione nel Mar cinese meridionale», secondo quanto comunicato dal comandante della marina dell’esercito cinese che ha aggiunto: «La Cina non smetterà di costruire le isole e di rafforzare la barriera corallina nel mar cinese meridionale, continuando a realizzare quelle strutture che fanno parte integrante delle rivendicazioni marittimo-territoriali».

In Cina e Asia – La Lunga Marcia di Xi Jinping riparte dal Ningxia di Redazione

I titoli della rassegna di oggi:

– Xi in Ningxia per rilanciare una nuova Lunga Marcia del sogno cinese
– Mar cinese meridionale: delegazione taiwanese alla volta di Taiping
– Mar cinese meridionale: cinesi boicottano Kfc, Nike e Apple
– Gogna pubblica per i debitori inadempienti in Cina
– Cina: truffa telefonica viola la privacy di centinaia di sieropositivi
– Giovani e attivisti in fuga da Hong Kong
– Polizia indonesiana conferma: «Santoso è morto»

Conversazione a Esfahan di Gabriele Battaglia

Qual è il luogo confine tra «noi» e «loro»? Appunti di viaggio in Iran, dove Oriente, Occidente, religioni e culture si incontrano, si mescolano, si contraddicono: dalla civiltà dell’acqua, alla concezione di Dio (o della sua assenza).

La strategia di Tokyo in Bangladesh dopo Gulshan di Marco Zappa

L’attacco terroristico alla Holey Artisan Bakery di Gulshan, quartiere diplomatico di Dhaka, ha richiamato l’attenzione del mondo sul Bangladesh, come non accadeva dai tempi della tragedia del Rana Plaza. Anche in Giappone, il paese più colpito dopo l’Italia in termini di vittime, c’è una rinnovata attenzione nei confronti del paese del subcontinente e, in generale, per la politica estera di Tokyo.