Una zona di identificazione aerea sul Mar cinese meridionale? L’economia cinese che cresce più del previsto e tutte le altre notizie di oggi da Cina e Asia. Un approfondimento sul cinema di animazione cinese. E infine un’analisi sul significato per l’India della sentenza sul Mar cinese meridionale. Buona serata e buona lettura.
Una zona di identificazione aerea sul Mar cinese meridionale? di Simone Pieranni
La Cina aveva definito carta straccia la sentenza dell’Aja che ha sancito la libertà di navigazione anche per altri paesi nel mar cinese del sud. E dopo la reazione a caldo, Pechino starebbe pensando di istituire una zona di identificazione aerea come già fatto nel 2013 sull’area del mar cinese orientale (e non riconosciuta dagli altri stati). Lo ha annunciato il ministro degli esteri cinesi.
In Cina e Asia – L’economia cinese cresce più del previsto di Redazione
I titoli della rassegna di oggi:
– L’economia cinese cresce più del previsto
– Rivista cinese pronta a fare causa contro il ministero della cultura
– C’è il rischio di nuove città fantasma
– Pyongyang nella black list europea sul riciclaggio
– La Thailandia restringe la libertà di stampa
Wenchan ban – Animazione: c’è vita oltre «lo scimmiotto» di Edoardo Gagliardi
Lo scimmiotto Son Wukong, protagonista del classico «Viaggio in Occidente» è stato per decenni la barriera oltre cui l’animazione cinese sembrava non potersi spingere. E invece i recenti Rock Dog e Big Fish and Begonia, prodotti made in China con ambizioni globali, dimostrano che l’ostacolo si può superare. Li recensisce per noi Edoardo Gagliardi nel nostro appuntamento culturale quindicinale.
Cosa significa per l’India la sentenza contro la Cina sul Mar cinese meridionale di Matteo Miavaldi
La sentenza della Corte aribitrale dell’Aja sul Mar cinese meridionale ha segnato un precedente importante per la gestione, almeno formale, di acque finora contese da Pechino e da praticamente ogni stato che affaccia sul bacino. Ma anche l’India, come riporta la stampa locale, può trarre benefici diretti dal chiarimento della Corte – giudicato «carta straccia» da Pechino, che non ne riconosce la competenza – che alla recriminazione di proprietà esclusiva cinese del 90 per cento del Mar cinese meridionale ha risposto decretando quella porzione interamente «acque internazionali».