Made in China Files

In by Gabriele Battaglia

La Cina e le gemme insanguinate dei taliban; La sentenza dell’Aja sul Mar cinese meridionale, e le reazioni di Cina e Filippine; le inondazioni e il mandato del cielo. E infine la situazione in Kashmir dove la repressione dell’esercito indiano è sempre più intensa. Il nostro consueto punto quotidiano. Buona lettura

La Cina e le gemme insanguinate dei taliban di Alessandra Colarizi 

Una ricerca condotta dall’Ong Global Witness nell’arco di due anni dimostra come l’industria afgana delle pietre preziose sia sfuggita dalle mani del governo di Kabul finendo per finanziare i vari gruppi armati locali, i talebani, forse persino l’Isis. E la fetta più ampia di questo export insanguinato arriva in Cina, passando per il Pakistan. Una bella gatta da pelare per il governo di Ashraf Ghani e per la leadership cinese, intenta a cementare la propria posizione nella regione attraverso una serie di progetti infrastrutturali mirati a veicolare simultaneamente sviluppo e sicurezza.

In Cina e Asia – Oggi attesa sentenza dell’Aja sul Mar cinese meridionale di Redazione 

I titoli della rassegna di oggi:

– Oggi attesa sentenza dell’Aja sul Mar cinese meridionale
– Chiude museo di Tian’anmen a Hong Kong
– Continuano le piogge nel bacino dello Yangtze: migliaia di sfollati
– Dissidente thailandese sparito da tre settimane
– Proteste in Kashmir: 30 morti

Mar Cinese Meridionale: La corte dell’Aja dà ragione alle Filippine di Gabriele Battaglia

«Non vi è alcuna base giuridica con cui la Cina possa rivendicare diritti storici sulle risorse all’interno della zona di mare che rientra nella “linea dei nove tratti”». La Corte permanente di arbitrato dell’Aja ha respinto le rivendicazioni territoriali cinesi sul Mar Cinese Meridionale, sostenendo che non esiste alcuna prova che la Cina abbia storicamente esercitato un controllo esclusivo su quelle acque.

Cina, le inondazioni e il mandato del cielo di Gabriele Battaglia 

Inondazioni e disastri in tutta la Cina a sud dello Yangtze, un fenomeno che si ripete periodicamente ma che quest’anno appare particolarmente violento, forse per colpa di El Niño. Per la leadership di Pechino, il problema è immediatamente politico.

Kashmir, esercito indiano spara su manifestanti: 30 morti di Camillo Pasquarelli

L’uccisione di Burhan Wani, leader separatista del Kashmir da parte dell’esercito indiano venerdì scorso ha scatenato la rabbia della popolazione locale. Alle proteste le autorità indiane hanno risposto con una nuova ondata di repressione. Che non risponde a normali logiche di gestione della protesta.