Il silenzio diplomatico, inquietante, tra Rpc e Taiwan a causa del mancato riconoscimento di Taipei del «principio di una sola Cina». Gli Usa inseriscono il Myanmar nella lista dei paesi trafficanti di esseri umani. La visita diplomatica di Vladimir Putin in Cina. E infine le reazioni dell’India al Brexit. Tutto questo nel nostro «punto» serale.
Cade il silenzio tra Pechino e Taipei di Alessandra Colarizi
Cade il silenzio tra le due sponde dello Stretto. Pechino ha sospeso i contatti con l’agenzia taiwanese responsabile di mantenere la comunicazione con la mainland. A provocare lo strappo, il mancato riconoscimento da parte di Taipei del «principio di una sola Cina». In realtà, da quando la nuova presidente filo-indipendentista Tsai Ing-wen ha assunto il potere, il governo cinese non ha mancato occasione per esternare la propria disapprovazione nei confronti della leadership del Democratic Progressive Party.
In Cina e Asia – Myanmar nella lista Usa degli stati «trafficanti di umani» di Redazione
I titoli della rassegna di oggi:
– Myanmar nella lista Usa degli stati «trafficanti di umani»
– «Sesso prematrimoniale degradante per le ragazze», polemiche in Cina contro il libro di testo
– Giornalista e ideologo riformista del Pcc si suicida a Pechino
– Due trafficanti di manzo costretti a mangiare sterco di vacca per «purificarsi»
– Studentessa modello arrestata in Bihar, aveva barato agli esami
Putin in Cina coglie l’attimo fuggente di Gabriele Battaglia
Il presidente russo ha incassato l’«eterna amicizia» di Xi Jinping e si è portato a casa accordi commerciali per 50 miliardi di dollari. Cina e Russia sembrano sempre più «alleati naturali», nonostante le resistenze e le diffidenze reciproche (soprattutto cinesi).
India e Regno Unito dopo Brexit di Matteo Miavaldi
La notizia della vittoria del leave nel referendum del Regno Unito è arrivata in India con gran parte dell’ininfluenza che questo evento tutto europeo rappresenta per il subcontinente, come solito in altre faccende affaccendato. L’inizio della – possibile – fine dell’Uk all’interno dell’unione spinge gli osservatori indiani ad analisi specifiche del continente europeo o molto «alte», sul concetto di globalizzazione. Ma al lato pratico il coinvolgimento diretto per l’India, che con Londra intrattiene grossi affari che esulano dai legami – più complicati – con Bruxelles, sembra davvero minimo.