Tempi difficili per il dipartimento di propaganda cinese: Xi Jinping, dopo un’indagine della commissione disciplinare del Pcc, lo accusa di disattenzioni. L’uccisione di un ostaggio canadese nelle Filippine, in primo piano nelle nostre news asiatiche di oggi. Un’inchiesta sulle possibilità dell’arrivo del Jihad in Cina. E infine il giro di vite sugli estremisti islamici in Bangladesh.
Xi Jinping bacchetta l’ufficio di propaganda, troppo «sbadato» di Simone Pieranni
Tempi difficili per il dipartimento di propaganda cinese: dopo un audit iniziato nei mesi scorsi la commissione di disciplina del partito che doveva valutarne l’operato ha espresso un giudizio negativo: la propaganda non ha sufficientemente promosso l’ideologia del partito e non ha controllato i media, internet e l’apparato ideologico delle università.
In Cina e Asia – Ucciso ostaggio canadese nelle Filippine di Redazione
I titoli della rassegna di oggi:
– Ucciso ostaggio canadese nelle Filippine
– I guadagni dei militari col business dell’oppio in Myanmar
– Gay cinese denuncia l’ospedale che voleva «curare» la sua omosessualità
– Chiudono decine di fabbriche a tre giorni dall’apertura del parco Disney a Shanghai
– Giro di vite delle autorità bangladeshi: migliaia di arresti per combattere l’estremismo islamico
Il Jihad arriva in Cina? Intervista al professor Gunaratna di Alessandra Colarizi
Negli ultimi tre quattro anni la Cina ha dovuto far fronte ad un’ondata di radicalizzazione con epicentro nella regione autonoma islamica dello Xinjiang. Nel mirino delle autorità la minoranza musulmana e turcofona degli uiguri che dal XIX secolo sfida il governo cinese rivendicando la propria appartenenza alla grande famiglia del Turkestan, la regione storica compresa tra Asia Centrale e Xinjiang. Se nel corso del secolo scorso non sono mancate spinte secessioniste e sollevazioni locali, da qualche tempo la situazione sembra risentire più marcatamente dell’influsso del terrorismo globale. Difficile poter continuare a considerare quella dello Xinjiang una questione puramente etnica. Pechino punta il dito contro l’East Turkestan Islamic Movement (ETIM), un’organizzazione della quale molti ormai mettono in dubbio l’esistenza.
Migliaia di arresti in Bangladesh contro l’estremismo islamico di Matteo Miavaldi
Da venerdì scorso le forze di polizia del Bangladesh hanno iniziato una settimana di arresti a tappeto in risposta ai continui attentati contro esponenti di minoranze religiose e progressisti nel paese. I numeri sono impressionanti e volutamente altissimi, segno che l’amministrazione Hasina vuole mandare un messaggio chiaro e tondo al mondo e all’opposizione: il terrore islamico nel paese deve finire.