La stampa cinese si interroga sul risultato delle elezioni italiane. Si preoccupa soprattutto del disastro finanziario, ma cerca anche di spiegarsi come personaggi come Grillo o Berlusconi possano aver conquistato il consenso del loro popolo. China Files ha selezionato per voi gli stralci più interessanti.
"Alle 23:00 del 25 febbraio l’euro è precitato". Così scrive Hexun, il portale di informazione finanziaria cinese. Forti dell’evidenza del cambio euro-dollaro le pagine economiche-finanziarie della Repubblica popolare si concentrano proprio su questo punto. Sarebbero proprio “l’assenza di una maggioranza forte del centro sinistra e la presenza del Pdl in senato” che avrebbero fatto impazzire le borse. "L’euro – continua preoccupato Hexun – sta scendendo fino ad arrivare ai livelli dello yen giapponese”.
“È ormai chiaro che le elezioni italiane hanno influenzato i mercati internazionali”, continua sulla stessa scia il portale di informazione generalista Sina. Il problema, spiega, è che gli investitori sono preoccupati del fatto che il nuovo governo non sia in grado né di risolvere l’attuale crisi né di risanare il debito. “Monti sarebbe stato il candidato ideale, ma il suo partito ha raccolto a mala pena il 10 per cento dei voti” continua l’articolo specificando che “il dato più clamoroso” per i mercati è che il Movimento a cinque stelle è stato il partito più votato. Secondo gli esperti, conclude, la situazione di stallo porterebbe a un’instabilità politica che a sua volta sarà causa di nuove elezioni in tempi brevi.
Anche il Quotidiano del Popolo sottolinea che è stato proprio “il movimento guidato dal comico Beppe Grillo” a mettere in seria difficoltà i partiti tradizionali. Differenziandosi dagli altri leader, spiega il quotidiano più vicino alla leadership comunista, Grillo non ha partecipato ai talk show ma ha sfruttato la rete e i comizi per affermare che l’Italia deve al più presto abbandonare l’euro e che il patto europeo è la causa del disastro sociale italiano. La sua situazione, sempre secondo il megafono del Partito, è paragonabile a quella del 1994 quando Berlusconi scese in campo per la prima volta e, sotto la bandiera della lotta alla corruzione, promise riforme “sovversive”.
E proprio sulla figura dell’ex primo ministro indugia il più indipendente Xinjinbao che prova a rispondere alla domanda: “ma gli italiani, non sono stanchi di Berlusconi?” Ha 77 anni, diversi processi e altrettanti scandali sulle spalle, “come può riapparire così e conquistare nuovamente tanti consensi?” Nonostante non si possa dire che sia stato un buon premier, spiega nemmeno troppo tra le righe quest’articolo, Berlusconi ha fatto una buona campagna elettorale, è stato coraggioso e non ha avuto paura di cadere. E soprattutto, non è “decadente” come lo descrivono sia da centro che da sinistra. “Dopotutto – conclude l’analisi – gli imprenditori sono sempre ben disposti verso le riduzioni fiscali”.
[Foto credits: www.bbc.co.uk]