Lu Guang, fotografo attivista

In by Simone

Qualche giorno fa il fotografo Lu Guang (卢广) era in visita a Wuhan per una presentazione del suo lavoro nei locali del giornale Chángjiāng Times. Dopo aver testimoniato per dieci anni con le sue foto i momenti di crisi attraversati dalla società cinese, oggi questo artista fuori dal comune ha scelto di afforntare una questione in cui il mondo intero ha una fetta di responsabilità: l’inquinamento in Cina.

Nato nel 1961 nella provincia del Zhejiang, Lu Guang si appassiona molto presto alla fotografia e decide di recarsi a Pechino per seguire dei corsi all’università di Qīnghuá. Si afferma rapidamente come fotografo freelance ed inizia a praticare la fotografia alla sua maniera. Il suo obiettivo viene guidato dalla coscienza, per questo le sue prime serie sono realizzate nelle miniere di carbone e nei centri cinesi di disintossicazione. Nel 2003 ottiene come riconoscimento il prestigioso World Press Photo Award, per gli scatti che avevano per tema la diffusione di una vasta epidemia di Aids nella provincia dello Henan in seguito a un sordido traffico di sangue. Le sue foto, divenute celebri nel mondo intero, hanno contribuito enormemente ad aprire in Cina un dibattito pubblico sulla questione delle trasfusioni di sangue.

Dopo aver girato la Cina in lungo e in largo per più di sei anni, oggi ricompare con una nuova, stupefacente serie di foto sui principali siti inquinati in Cina. Si tratta di una vera opera di inchiesta, che va al di là di un semplice réportage fotografico e che ha portato Lu Guang nei maggiori bacini industriali cinesi. Per ottenere testimonianze di una realtà troppo spesso ignorata dai media cinesi, ha dovuto fronteggiare condizioni talvolta molto pericolose.

A Wuhan, rispondendo alle domande dei presenti, ha raccontato: «Prima, quando ero meno celebre, potevo fare foto senza timore. Avevo un biglietto da visita da fotografo di uccelli, di cui mi servivo se la polizia veniva a farmi delle domande. Oggi è molto più difficile. Il governo mi conosce ed è sempre più sospettoso. Ogni volta che arrivo in un posto nuovo devo fare molta attenzione a non farmi notare, altrimenti vengo subito espulso dalla città».

Il governo non si augura la diffusione di un certo tipo di immagini: «Uno dei posti più rischiosi è stato Guiyu, una città dove convogliano, per essere trattati, rifiuti informatici provenienti da tutto il mondo. È una piccola città, dove c’è inquinamento ovunque e tutto è sotto stretta sorveglianza.» Lu Guang ha anche imparato a conoscere le pratiche dei grandi industriali. Racconta con umorismo tagliente i metodi che utilizza per ottenere i suoi scatti: «Se ad esempio cercate un condotto d’acqua inquinata che si riversa in un fiume, è inutile andare di giorno a fare le foto. L’acqua scaricata di giorno è a posto, è la notte che si vede uscire l’acqua nerastra delle officine chimiche».

Come ha fatto notare più volte, l’inquinamento non è prodotto solo dalle officine cinesi, ma anche da gruppi tedeschi, francesi ed americani, che da anni inquinano incuranti fiumi e città cinesi. Il lavoro di Lu Guang ci spinge a riflettere sul ruolo di ognuno all’interno della questione dell’inquinamento, che in Cina uccide ogni anno decine di migliaia di persone.

Nell’ottobre 2009, Lu Guang ha ricevuto un premio dalla fondazione Eugene Smith per la sua serie di fotografie sull’inquinamento in Cina.

Links:

Lo slideshow di Lu Guang

Foto con legende in inglese

[foto da Fengniao.com]