Little Italy. 14 ettari di copie italiane in terra cinese

In by Simone

Tra Pechino e il porto di Tianjin è nato un complesso di lusso completo di Colosseo, Canal grande e altri famosi scorci italiani dove anche il Davide di Michelangelo veste di marca, italiana. Si tratta di un’enorme shopping mall.
Il treno superveloce Pechino-Tianjin (140 km in 33 minuti), si ferma a Wuqing. Da questa stazione ferroviaria un ponte pedonale permette di giungere direttamente al Florence Village.

Sono 14 ettari organizzati in piazze, colonnati e canali. Tutto in vetro, cemento e finto marmo. C’è persino una copia del Colosseo e una copia del Canal Grande. Con tanto di gondole e ponte di Rialto. Dividono l’area in quattro quartieri tematici, tutti dedicati allo shoppung.

Soprattutto, infatti, ci sono i negozi: Prada, Fendi, Bulgari,  Armani, Ferragamo, Versace, Burberry e Zegna. Insomma, qui è possibile comprare tutto quello per cui un cinese benestante affronta un costoso viaggio in Europa.

Inaugurato il 9 giugno del 2011, è stato il primo esperimento del piano del rivenditore italiano RDM  che prevede l’investimento di un milione di dollari americani per la costruzione di cinque outlets di lusso in “stile italiano” in diverse città cinesi.

Il Florentia Village vuole sfruttare la possibilità di attrarre una nuova generazione di consumatori cinesi con una sempre maggiore disponibilità economica nel settore di lusso ed è pensato esattamente per loro.

Uno studio dell’Associazione mondiale del lusso, afferma che lo scorso anno il valore delle vendite di beni di lusso in Cina è stato di 10,7 miliardi dollari (7,8 miliardi di euro), escludendo la spesa per jet privati, yacht e auto di lusso. Questa cifra fa della Cina il secondo consumatore di beni di lusso dopo il Giappone, sopratutto se si aggiungono i quasi 50 miliardi di dollari spesi solo in Europa.

La posizione del Florentia Village tra due grandi metropoli, gli permette di contare su una clientela potenziale di 25 milioni di residenti che vivono entro 90 minuti di guida dalla zona commerciale, 18 milioni di persone che stanno a un’ora dal futuro outlet, e 10 milioni a soli trenta minuti di distanza. E il treno super veloce accorcia tutte le distanze.

La società ha affittato il terreno per 40 anni, convinta che i clienti di Pechino abbiano un forte potere d’acquisto e che Tianjin, con il suo pil in continuo aumento, rappresenta un enorme potenziale.

Il Village all’italiana cresce in un’area destinata allo sviluppo industriale come tante. Fino a dieci anni fa era costituita da campi sconfinati di granoturco e oggi è un paesaggio tipico delle ex campagne cinesi: case di cemento, capannoni, ciminiere, cumuli di macerie e grossi camion che trasportano materie prime. Una sintesi perfetta delle contraddizioni del moderno Dragone.

Per i raffinati gusti occidentali, la Firenze del nordest cinese, può apparire veramente kitch. Lo sono anche i suoi cartelloni pubblicitari che ritraggono il bel David di Michelangelo a torso nudo: indossa jeans alla moda ed è carico di pacchi colorati, tutti con il il logo del Florentia Village. Ma in Cina può rappresentare una sorta di paradiso.

Entrare nel Florentia village, equivale a entrare in un altro mondo. L’acqua dei canali, gli edifici lucidi, i capi di abbigliamento colorati e le facce allegre di chi può permettersi di pagare 55 Rmb (poco più di 6 euro) di parcheggio solo per regalarsi una giornata di shopping. 

E sono tanti. Da quando ha aperto, il village all’italiana ha ospitato dai 10mila ai 25mila turisti ogni giorno, secondo il comunicato stampa. In verità, quando un mercoledì come tanti siamo andati era quasi deserto.

Quando un reporter del China Daily l’ha visitato il villaggio, un sabato dello scorso dicembre, c’erano “molte coppie e famiglie che si godevano la giornata, passeggiando o semplicemente stando seduti all’aperto. Alcuni visitatori vagavano tra i negozi, ma la maggior parte usciva a mani vuote. Il parcheggio, 3500 posti auto, era quasi al completo”.

Sicuramente in molti sono andati solo per gustare un assaggio dell’Italia e non per fare shopping. Tanto che, secondo quanto riportato dal Telegraph, anche l’ambasciatore italiano presenziando all’inaugurazione avrebbe detto: “Qui l’architettura è splendida, sono venuto a goderne e a fare delle fotografie. Proverò a venderle ai siti web che si occupano di turismo

Il racconto del China Daily continua spiegando come nella maggior parte dei punti vendita c’erano meno di 30 persone e che la maggior parte dei clienti ha rimesso i prodotti sugli scaffali prima di uscire.

All’outlet di Prada un membro del personale ha chiesto ai clienti di attendere in fila davanti all’ingresso, ma una volta dentro è apparso chiaro che tale invito era superfluo. C’erano davvero pochi clienti.”

"Ho controllato i prezzi e le borse delle migliori marche qui al Florentia Village", ha dichiarato una ragazza al China Daily "Anche se sono più economici rispetto a quelli a prezzo pieno nei negozi a Pechino, faccio davvero fatica a comprare un prodotto che ha lo stesso prezzo dei negozi all’estero. Quindi preferisco comprare un prodotto mentre io sono in viaggio all’estero ."

La prossima apertura di un Florentia Village è prevista per il 2013. Sarà ospitata nel quartiere glamour di Shanghai, Pudong, e inspirata al padiglione italiano dell’Expo di Shanghai. Stando ai dati fin qui presentati, siamo sicuri che sarà il primo di una lunga serie, non siamo sicuri che sarà un successo.

[Scritto per Lettera43; foto di Simone Pieranni]