L’inflazione a dicembre ha toccato il punto più alto degli ultimi sei mesi e, dopo un inverno particolarmente rigido, ha fatto schizzare i prezzi dei beni di prima necessità, rendendo forse ancora più complicata la ripresa economica. Questa la notizia di apertura del quotidiano di Hong Kong, South China Morning Post.
Secondo l’Ufficio nazionale per le statistiche, i prezzi sono saliti del 2,5 per cento rispetto all’anno prima, uno 0,5 per cento in più rispetto al mese di novembre. L’alto tasso di inflazione e le possibili complicazioni nella ripresa economica, potrebbe mettere a dura prova la stabilità politica del paese, anche perché i beni di prima necessità incidono sul 50 per cento dei salari mensili delle famiglie più povere.
Il prezzo dei vegetali freschi, ad esempio, di media è aumentato del 14, 8 per cento dopo l’inverno più rigido degli ultimi sette anni, ma ci sono posti dove l’aumento ha superato il 40 percento. E secondo alcuni la ripresa sarà difficile.
La banca mondiale e alcuni analisti privati hanno fissitao la crescita stimata per il 2013 al 7,5 per cento, contro l’8 per cento di quest’anno. Che già sarebbe il risultato più basso dagli anni Novanta. E gli stessi analisti avvertono che la Cina potrebbe andare incontro a un pericoloso “hard landing”, ovvero un atteggiamento pesante dell’economia mondiale con un conseguente aumento dei flussi sul mercato obbligazionario e monetario. Soprattutto nel caso di una crescita minore se dovesse diminuire la mole degli scambi commerciali o per una crisi finanziaria imputabile alla possibile esposione del mercato immobiliare o a un indebolimento degli investimenti.
La diminuzione della crescita, secondo gli analisti, sarebbe bilanciata dalla crescita dell’export che lo stesso mese ha raggiunto i livelli più alti degli ultimi sette mesi. Ma anche qui le esportazioni sono cresciute del 7,9 per cento, cifra inferiore alle aspettative del governo che si era dato come obiettivo di raggiungere il 10 per cento. E questo in primo luogo per la diminuzione della domanda proveniente dai mercati occidentali di Stati Uniti e Europa. "Il commercio cinese affronterà ancora una fase di incertezza nel 2013 -avverte Zheng Yusheng, portavoce dell’Amministrazione delle dogane – ma ci aspettiamo una situazione relativamente migliore rispetto al 2012".
Il governo cinese ha evitato la crisi economica mondiale del 2008 con un grosso pacchetto di stimoli, eventualità che non si è più ripetuta.
[Scritto per Lettera43; fotocredits: gtglobaltrader.com]