Liaoning. La portaerei che viene dal passato

In by Gabriele Battaglia

Fino al crollo del muro di Berlino, la Varyag era uno dei pezzi forti della marina sovietica. Ora si chiama Liaoning ed è la prima portaerei della Rpc. Anni di restyling l’hanno riportata al massimo dell’efficienza nella ricerca scientifica e la formazione militare. Ma il suo vero compito è un altro: ispirare il patriottismo dei cinesi. Da casino galleggiante a fiore all’occhiello della Nuovissima Cina: è il destino della Varyag, oggi Liaoning, la nuova portaerei cinese. E presto potrebbe essere affiancata da altre due navi, secondo un rapporto dei servizi segreti taiwanesi.

Dopo anni di restauro, per l’installazione dei motori, di avanzate apparecchiature elettroniche e naturalmente le armi, l’ex vettore russo Varyag, è diventato la prima portaerei cinese. E dopo varie prove in mare, lo scorso 26 settembre la nave è stata presentata al mondo, come modello tra i più avanzati.

60 mila tonnellate di nave, 300 metri di lunghezza, per 75 di larghezza, può contenere duemila persone di equipaggio ed è dotata di armamento complesso: missili anti nave, cannoni, lanciatori e cacciabombardieri Shenyang J-15 (di fabbricazione cinese, ma provenienti da altra ispirazione russa, perché molto simili ai Sukhoi 27).

La “Lianoning” ha una storia tutta sua, nei cui meandri possiamo immaginari scenari da spy story di John Le Carré: dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica nel 1991, i diritti di proprietà della nave sono stati trasferiti all’Ucraina. La gestione della nave ha avuto ben presto problemi di finanziamento e nel 1998 l’Ucraina decise di vendere la Varyag ad una società cinese con sede a Macau, per circa 20 milioni di dollari.

A Macau decisero che di una portaerei non avevano granché bisogno e immaginarono un uso adatto all’economia dell’ex colonia: cominciarono a convertire la nave in un casino galleggiante. Infine, invece, le autorità di Macau consegnarono la nave alla marina dell’esercito cinese, che approntò un lungo periodo di ammodernamento, terminato proprio in questi giorni.

La Cina ha avuto negli ultimi anni la capacità, volenti o nolenti, di ribaltare alcuni punti fermi del mondo occidentale, compresa la sua proiezione verso l’Oriente. E così dopo tanti successi e avere portato a ribaltare tante certezze, ecco che la Cina presenta anche la sua nuova portaerei, un ex baluardo della marina sovietica, che in un gioco del destino, passa a mani cinesi. Il ribaltamento è completo: non solo è stata ribattezzata nel nome, ma ha anche affrontato un restyling militare per i tempi che corrono.

Non c’è più la guerra fredda, ma in questo conflitto asimettrico da mondo globalizzato, come viene definito dagli analisti, che percorre i dati economici e con il soft power ad influenzare i flussi finanziari, la Cina ha sostituito proprio l’ex Unione Sovietica. E se il suo apparente nemico numero uno sembrano essere gli stessi di allora, gli States, il peso politico della consegna nelle mani dei capi della marina cinese della nuova portaerei, guarda ancora una volta, per ora, a Oriente.

La consegna è infatti arrivata nel momento di acme dello scontro diplomatico sino giapponese in relazione ad un gruppetto di isole abbandonate nelle acque tra Cina e Giappone, che ha scatenato un acceso confronto, le cui conseguenze economiche sono ancora tutte da valutare.

La portaerei è stata dunque consegnata definitivamente nelle mani – che prudono molto, stando a quanto viene scritto sui giornali militari locali – dei condottieri cinesi. Il nuovo nome dipende dal fatto che la prima accademia della marina cinese era stata creata a Dalian nel Liaoning. Nella stessa provincia venne creata anche una base navale, la prima in Cina. I militari dell’ex Celeste Impero quindi sono certi: il Liaoning può essere considerata la culla della marina cinese.

Alla cerimonia di presentazione a Dalian, erano presenti anche il presidente Hu Jintao e il premier Wen Jiabao. Quest’ultimo, premier uscente, ha letto una lettera di congratulazioni inviata dal Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese, dal Consiglio di Stato e dalla Commissione Militare Centrale. Nella lettera era scritto che “la prima portaerei della Cina sarà di grande importanza nell’ispirare il patriottismo e lo spirito nazionale e nel promuovere la tecnologia della difesa nazionale”.

La Cina è il decimo paese e l’ultimo dei cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ad avere una portaerei in servizio attivo. Secondo quanto dichiarato dall’agenzia di stampa ufficiale nazionale, la Xinhua, la Liaoning continuerà ad eseguire ricerca tecnologica, sperimentazione e formazione militare.

E presto potrebbe avere due sorelle: il capo dei servizi segreti di Taiwan recentemente (secondo un articolo apparso sul quotidiano di Hong Kong, il South China Morning Post) ha sostenuto che il governo di Pechino starebbe già costruendo altre due portaerei, con data di consegna prevista nel 2020 e nel 2022.

[Scritto per Wired; foto credits: washingtonpost.com]