“In Cina, in seguito alla politica del figlio unico, gli uomini sono 30 milioni più delle donne. Il governo la vede come una minaccia alla stabilità sociale e spinge le donne a sposarsi presto. Le donne ancora single dopo i 25 anni vengono chiamate avanzi”. Si apre così Leftover Women (Donne avanzate), documentario della regista Hilla Medalia che attraverso la storia di tre giovani donne, accompagna lo spettatore verso una realtà fatta di appuntamenti di San Valentino al buio, mercatini matrimoniali, agenzie di matchmaking e tante, tante pressioni famigliari. Il tutto per raggiungere una felicità a definizione univoca: matrimonio e figli.
Sebbene quelle raccontate siano storie tutte cinesi, è impossibile non empatizzare con le protagoniste. Ragazze come tante in Cina che nel ricercare il proprio compagno non ascoltano i sentimenti, ma sfuggono da un’odiosa etichetta sociale: “avanzo”, non molto diverso dallo stigma che da noi si affibbia con la parola “zitella”.
Le storie di Qui Hau Mei, avvocatessa di trentaquattro anni, Xu Min, conduttrice radiofonica ventottenne e Gai Qi, docente trentaseienne, guidano lo spettatore verso un’intima sfera personale fatta di confidenze, titubanze e incertezze, offrendo uno squarcio culturale cinese unico e peculiare, e svelando dinamiche di intrusività che si estendono dall’ambito familiare a quello politico.
“Se non mi sposo, non valgo niente, vero?” chiede Qui Hau Mei ai suoi genitori, le cui origini rurali e il forte attaccamento alla tradizione non tradiscono – come insegna il finale – il profondo amore per una figlia le cui ambizioni sono poco conformi alle aspettative. Ma se qualcuna, non senza sofferenza, riesce a trovare la propria strada, qualcun’altra si ritrova a fissare le luci di Guangzhou riflesse nel fiume e a domandarsi, probabilmente, se le sue scelte abbiamo davvero reso felice lei o abbiano soltanto accontentato chi su di lei ha esercitato delle pressioni.
Il documentario, parte della rassegna Mondovisioni, è disponibile on demand sul sito del settimanale Internazionale
Laureata in Relazioni e Istituzioni dell’Asia e dell’Africa, con specializzazione sulla Cina, presso l’Università L’Orientale di Napoli. Appassionata di relazioni internazionali e diplomazia scientifica, Fabrizia lavora a progetti di internazionalizzazione per startup e PMI di ambito scientifico-tecnologico. Ama viaggiare, scrivere e sperimentare le chinoiseries più stravaganti.