Le ville sfitte della casta cinese

In by Simone

Ville per i politici cinesi, in un distretto della provincia dello Hebei. Uno dei tanti privilegi dei leader della Cina, neppure sfruttato a dovere. Una coraggiosa inchiesta della rivista Caixin ne denuncia lo spreco e chiede che vengano chiuse.
Beidaihe è un distretto nella provincia dell’Hebei dove i quadri del Partito Comunista Cinese si ritirano sia per concedersi una vacanza sia per riunioni considerate altamente strategiche.

Song Shinan, giornalista d’inchiesta della rivista Caixin dedica alle ville dei papaveri del Pcc a Beidaihe un articolo al vetriolo: costano tantissimo finendo per portare ad un indebitamento, nonostante i sussidi statali.

Per il reporter, che denuncia i privilegi della casta cinese, la soluzione è chiara: vanno chiuse. Non solo le ville, perché anche le cure mediche della nazione sono in gran parte dedicate ai boss del Partito. Chi invece è povero, muore in casa, senza cure.

Tre cose sono esclusivi per i privilegiati: il potere, le donne e le ville per il proprio riposo”, ha scritto in  un recente articolo su Caixin, magazine battagliero cinese, il giornalista Song Shinan.

Le ville a Beidaihe sono un esempio calzante. Qui, oltre cento ville del governo centrale occupano le migliori terre costiere della zona di Beidaihe, e funzionano alternativamente come casa di cura o di riposo.

Il restante dieci per cento dello spazio lungo la costa è costituito da centri commerciali, alberghi, ristoranti e piccoli villaggi. La maggioranza dei residenti di Beidaihe probabilmente non ha mai avuto l’opportunità di visitare queste ville, pur avendo vissuto in quella zona per diversi decenni”.
 
Le ville però sarebbero cadute in disgrazia: secondo un rapporto del 6 dicembre prodotto dal China Economic Weekly, le ville infermieristiche del governo centrale avrebbero bisogno di quasi un miliardo di yuan di sostegno finanziario.

Su internet qualcuno ha già preso parola: “l’acquisto di terreni e i costi di manutenzione per le case di riposo del governo centrale sono un grande investimento finanziario e hanno portato a un grande spreco di risorse, in quanto sono disponibili solo a pochi privilegiati”.

Secondo Song Shinan si possono tirare alcune prime conclusioni: “in primo luogo, i privilegiati hanno preso possesso di tante buone risorse. In secondo luogo, la gente comune non hanno accesso a queste risorse. In terzo luogo, i contribuenti raramente sanno dove finiscono le loro tasse”. Questo porta, come conclusione, ad un dato: “l’accesso privilegiato alle risorse deve finire”.
 
Queste case di riposo furono create nel 1953, originariamente progettate come luoghi per il riposo e il recupero dei funzionari centrali o dei quadri di partito ritiratisi dalla vita politica.

Tuttavia, ha scritto Caixin, “con l’apertura della Cina, la riforma e la sua promozione di un’economia di mercato, questo modello è diventato obsoleto. Eppure queste case, ricevono ancora sovvenzioni annuali che vanno da milioni di yuan a decine di milioni di yuan. I fondi per queste case di cura superano i cento milioni di yuan all’anno, come minimo”.
 
Le ville costituirebbero però solo la punta dell’iceber: “nel settembre 2006, il China Youth Daily ha riportato che l’80 per cento delle spese mediche nazionali è andato a beneficio di 8milioni di quadri del partito, secondo uno studio condotto dall’Accademia cinese delle scienze.

Il Ministero della Supervisione e del Ministero del personale hanno anche rivelato che due milioni di quadri del Pcc sono in congedo per malattie a lungo termine. Di questi, 400mila hanno trascorso periodi in case di cura e resort, per un totale di oltre 50 miliardi di yuan all’anno”.
 
Al contrario, tra il 40 e il 60 per cento della popolazione rurale, un terzo del totale della popolazione cinese non può permettersi spese mediche. Come risultato, molti sono spinti dalla povertà a morire.

In aree più povere della Cina, in particolare nell’ovest, tra il 60 e l’80 per cento dei pazienti muore tra le mura di casa.

[Foto credits: wbarchitects.com]