Il primo a coniare il termine Via della Seta fu il geografo tedesco Ferdinand Von Richtofen in Tagebucher aus China, per riferirsi ai più di 8000 km di vie terrestri, fluviali e marittime che univano l’impero cinese a quello romano. Da Xian verso l’Asia Minore, il Mediterraneo, attraversando il Medio Oriente e il Vicino Oriente, le vie carovaniere avevano diramazioni anche in Corea, Giappone e in India.
Di quel passato di paesaggi e tragitti gloriosi rimane oggi solo l’eco lontano. Oggi, si parla di via della seta in genere per introdurre e creare continuità con la cosiddetta Nuova Via della seta, il progetto ideato da Pechino, e che promette di ribaltare gli equilibri globali.
Tra presente e passato, è questo lo spazio in cui si è mossa anche Chiara Enrico, architetto milanese che nel 2002 lascia tutto per trasferirsi a Pechino. Dopo un anno di studio alla Beijing Shifan Daxue, si sposta a Shanghai dove scopre le meraviglie delle antiche tecniche di pittura su seta (sichouhua 丝绸画). “Lavoravo come architetto ed ero alla ricerca di alcuni fornitori. Per caso conobbi un’antiquaria che mi mostrò alcuni lavori di pittori locali. Da lì il passo fu breve, mi misi alla loro ricerca e li andai a conoscere”, racconta.
Intraviste le potenzialità di questa tecnica vecchia di 2000 anni e che anticipa l’utilizzo della carta in Cina, il passo successivo è stato trovare delle applicazioni nel mondo dell’arredamento. Così nasce Misha (Milano – Shanghai), società che è oggi diventata un marchio di punta per le carte da parati dipinte a mano su seta. “La scommessa è stata proporre al mercato internazionale, un’eccellenza cinese come la pittura su seta -forma di artigianato che stava scomparendo – in un momento in cui la Cina si associava nell’immaginario collettivo a prodotti di bassa qualità”, racconta l’architetto.
In tutto ciò dopo sperimentazioni con paesaggi tipicamente cinesi e orientali, l’idea di rappresentare l’originale via della seta dipingendola a mano sul prezioso tessuto, nasce nel 2014. “Stavamo lavorando a un progetto per una residenza privata e avevamo a disposizione un grande un salone. Il committente aveva trascorso parte della sua vita in Cina e ci venne quindi l’idea di rappresentare l’intera via carovaniera sulle pareti, a simboleggiare una vita trascorsa in Asia, riportandola in uno spazio domestico”.
L’ispirazione stilistica per la realizzazione della Via della seta, è quella del Vedutismo del 1700, un genere nato a Venezia per rappresentare scorci di paesaggi e città riprese dal vero. Alla tradizionale tecnica bidimensionale si preferisce però questa volta quella tridimensionale, introdotta in Cina dal gesuita Castiglione durante la sua permanenza alla corte imperiale dei Qing. Un lavoro di attenta ricerca iconografica ha portato gli esperti di Misha in archivi e biblioteche in tutto il mondo, per ritrovare i dettagli delle varie fasi della via della sera e ricrearli fedelmente, “dall’architettura di Samarcanda agli abiti tipici dei dervisci roteanti in Turchia, tutto doveva essere come al tempo” racconta Chiara Enrico.
L’anno seguente la prima parte della collezione Tour des Voyages è pronta. Il risultato è una via della seta che si snoda in cinque vedute che raffigurano le diverse parti del viaggio suddivise nella vie delle spezie, dell’incenso, dell’ambra, della seta e del tè, e realizzate ad acrilico su seta pura, utilizzando la tecnica pittorica a grisaille.
Terminata la ricerca e la realizzazione dei disegni, la palla è passata agli artisti cinesi e come racconta Chiara “ la difficoltà è stata quella di permettere che tutti gli elementi, fossero riproducibili dagli artisti, senza che si ponesse un problema di interpretazione culturale. Gli artisti, ad esempio, non avevano mai disegnato un cammello!”.
Una volta dipinta a mano in 100 pannelli, oggi l’antica via della seta é stata anche stampata e quindi resa accessibili a tutti, tra cui molti clienti cinesi che pare ne vadano pazzi.
Esperta di sostenibilità sociale e ambientale. Si è formata nel mondo della ricerca accademica (prima alla Fondazione Eni e in seguito all’Università Bocconi) ed é arrivata in Cina nel 2007. Negli anni cinesi ha lavorato come consulente e collaborato con diverse testate italiane online quali AgiChina e China Files per le quali ha tenuto il blog La linea rossa e la rubrica Sustanalytics oltre a curare il volume “Cina e sviluppo sostenibile, le sfide sociali e ambientali del XXI secolo, L’Asino d’oro (2015). Dopo una parentesi nel settore privato come Communications & Corporate Affairs Manager in Svizzera, é rientrata in Italia e ora vive a Milano.