elezioni italiane 2022

Le elezioni italiane 2022 viste dalla stampa asiatica

In Economia, Politica e Società, Relazioni Internazionali by Sabrina Moles

Visti da fuori: i titoli della stampa asiatica non mettono l’Italia tra le priorità, ma emerge il nesso tra la vittoria di FdI e il neofascismo

Le elezioni del 2022 sono la vittoria dell’”estrema destra” per alcuni, del “nazionalismo” per altri. Il dettaglio che emerge presto tra le righe è quasi sempre lo stesso: la vittoria di Fratelli d’Italia e della sua leader Giorgia Meloni è qualcosa di straordinario. Dal 4,4% delle preferenze raggiunte nel 2018, oggi è il primo partito d’Italia e guida una coalizione di centro-destra che ha ottenuto un’ampia maggioranza alle due Camere.

La reazione del continente asiatico “a caldo” è, in larga parte, meno partecipata di quella europea. Sul piano internazionale l’Italia ha un peso relativo alla sua presenza economica nei diversi paesi, mentre i rapporti bilaterali vengono spesso interpretati in chiave di miglioramento delle relazioni con l’Unione europea in generale.

La copertura dalla Cina

La copertura cinese delle elezioni è tra quelle più ampie e immediate, con articoli che non si limitano a constatare i risultati del 25 settembre. Il ministero degli Esteri ha commentato i risultati anche durante il suo briefing quotidiano con la stampa, quando il cronista dell’Ansa ha chiesto l’opinione di Pechino. “La Cina e l’Italia sono partner strategici e lo sviluppo sano e stabile delle relazioni Cina-Italia è conforme agli interessi comuni di entrambe le parti. Ci auguriamo che il nuovo governo continui ad aderire a una politica positiva e pragmatica nei confronti della Cina, collaborare con Pechino, sostenere lo spirito di rispetto e fiducia reciproci. “La questione di Taiwan – continua Wang, dato che la domanda tocca anche il tema delle posizioni di FdI nei confronti di Taipei – riguarda esclusivamente gli affari interni della Cina e non tollera interferenze da parte di forze esterne. La parte cinese esorta la parte italiana a comprendere appieno l’elevata sensibilità della questione taiwanese, attenersi seriamente al principio dell’unica Cina ed evitare di inviare segnali sbagliati alle forze separatiste a Taiwan”. La dichiarazione è stata più ripresa dai media italiani che non da quelli cinesi.

Sulla cronaca domina il ritratto di Giorgia Meloni, la cui “aggressiva campagna d’immagine” (魅力攻势 mèilì gōngshì, che ricalca l’inglese charm offensive) ha portato la leader di FdI a ridefinire la destra italiana. Pengpai Xinwen dedica un lungo approfondimento alla biografia di Meloni e alle battaglie chiave del suo movimento, con un cenno particolare alle politiche anti-immigrazione. Guancha, invece, ne sottolinea la retorica antieuropeista e le preoccupazioni del vicinato. L’articolo evidenzia come, inoltre, la vittoria della destra in Italia sia un sintomo dell’imperialismo statunitense, che è penetrato nella sinistra (“solo di nome”, “che copre gli interessi del capitale finanziario”) e ha facilitato l’ascesa dei movimenti populisti di destra (“difensori del capitale industriale attraverso politiche protezioniste” e “isolazionisti”).

Alcuni citano le affermazioni anticinesi di Giorgia Meloni durante la famosa intervista all’agenzia di stampa taiwanese Central news agency, non senza riportare anche la risposta del portavoce dell’ambasciata cinese in Italia: “Gli affari di Taiwan sono puramente affari interni della Cina e non tollerano interferenze esterne. Il principio di una sola Cina è il consenso della comunità internazionale e la norma fondamentale delle relazioni internazionali, nonché la premessa politica e la base con cui la Cina stabilisce e sviluppa le relazioni diplomatiche con tutti i Paesi, Italia compresa”. Editoriale più tagliente quello del Global Times, il megafono internazionale della Cina più nazionalista. L’ascesa di FdI farebbe parte di una tendenza generalizzata delle democrazie occidentali verso la destra, dove prevale un forte sentimento anticinese: “La Cina è il capro espiatorio per ogni problema”, afferma l’editoriale, citando la crisi politica, sociale ed economica dell’Occidente.

e dintorni

Più a sud, a Hong Kong, la nota testata South China Morning post riporta un pezzo dell’agenzia France Presse titolato “Giorgia Meloni guarda al potere mentre l’estrema destra trionfa alle elezioni italiane”. Come altre testate, si sottolinea il ruolo dell’Italia nell’Unione europea, di cui è membro fondatore e terza maggiore economia. Emerge chiaramente il nesso tra FdI e il Fasismo.

Anche a Taiwan si parla soprattutto di Giorgia Meloni, che il 23 settembre ha rilasciato un’intervista all’agenzia di stampa nazionale (dettagli nell’ultima puntata di Taiwan Files). La leader di FdI ha dato il suo appoggio a Taipei contro le pressioni di Pechino, e domenica 25 settembre il Taipei Times le concedeva un titolo che non evidenzia le posizioni di estrema destra, bensì la possibilità di “un cambio di direzione favorevole a Taiwan”. Taipei Times conclude il suo articolo affermando che Ue e mercati non sono ottimisti, mentre evidenzia le posizioni anti-LGBTQ+ del partito vincente – le stesse che sembrano emergere tra le righe dell’intervista a Meloni quando parla di “idee politiche diverse” dalla presidente Tsai Ing-wen.

Il Giappone teme il terremoto economico, la Corea parla di neofascismo

Sarà che i problemi dell’inflazione e la crisi economica stanno preoccupando fortemente Tokyo, ma senz’altro la copertura delle elezioni italiane in Giappone si concentra sull’eredità che riceverà il nuovo governo. L’Asahi Shimbun parte proprio da questo: un’Italia indebitata e sull’orlo della peggiore crisi economica degli ultimi tempi. Inevitabile, quindi, un cenno a Mario Draghi, che anche all’estero era visto come una garanzia di stabilità sui mercati. Il più internazionale Nikkei Asia review ritorna sulle radici fasciste di Fratelli d’Italia e cita i complimenti dei “colleghi antieuropeisti”, come la francese Marine Le pen.

“Neofascismo” è invece il termine che ritorna su alcune testate della Corea del Sud, dove le elezioni italiane appaiono come il risultato di una legge elettorale che ha favorito l’alleanza dei partiti di centrodestra (con un cenno alle figure di Matteo Salvini e Silvio Berlusconi). Il volto di Meloni trionfa anche nel notiziario di Arirang tv, che parla della “minore affluenza alle urne di sempre e la più ampia presenza della destra in Parlamento dal Dopoguerra”. Il Chonsun Ilbo (linea editoriale di destra) riporta le parole di Luigi Scazzieri, analista del Centre for european reform, che rassicura: “Il programma di politica estera del centrodestra è più moderato di quanto si pensi […] L’Italia non può permettersi di mettersi contro l’Ue a causa dello stato di relativa debolezza della sua economia”.

L’alba post-elezioni in India

Per i media indiani i risultati delle elezioni italiane arrivano tramite i media nostrani, che in qualche modo aiutano a contestualizzare la vittoria del centrodestra. Times of India nomina le prime pagine di alcune testate italiane e i pareri di diversi esperti, non senza riprendere il tema del debito sovrano e facendo un ritratto dettagliato della leader di FdI. Significativa l’analisi, pubblicata domenica 25 settembre, di Indian Express: “Molti hanno attribuito il salto di Meloni dalla periferia al centro della scena al fallimento dell’Italia nell’esaminare a fondo il suo passato fascista, a differenza della Germania. Meloni, tuttavia, sembra più consapevole e calcolatrice nei confronti del suo passato politico, smorzando i suoi commenti sui media internazionali”.

Mondo Asean

Nella sfera Asean non c’è molto spazio per le elezioni italiane. Ma non mancano degli spunti interessanti che fanno luce sulla relazione tra il nostro paese e la regione del Sudest asiatico. In Cambogia, per esempio, il Khmer Times aveva riportato brevemente i commenti del leader del Partito democratico Enrico Letta. Sul sito di informazione indipendente filippino Rappler si apre citando una delle frasi più famose di Giorgia Meloni “Sono Giorgia, sono una donna, sono una madre, sono italiana, sono cristiana, non me lo toglierete!”. Al centro del pezzo si parla di nazionalismo, dell’ombra di Mussolini sul nuovo governo italiano e di come la percezione di Meloni come “outsider” della politica le sia valsa una buona parte di voti.

Ancora più tagliente è il titolo dello Straits Times, il quotidiano in lingua inglese di Singapore: “L’Italia fa un salto nell’ignoto con la vittoria dell’estrema destra”. Nell’articolo sulle elezioni italiane la vittoria di FdI rappresenta “un cambiamento sismico per l’Italia” ma, si sottolinea anche a fondo pagina, la politica italiana è raramente stabile: settanta governi dal 1946 e “Meloni, Salvini e Berlusconi non sono sempre d’accordo.” In Vietnam le elezioni italiane sono state “incalzate dal populismo”, come afferma l’edizione internazionale di Vietnam Express. Anche Tuoitre dedica un approfondimento su Meloni, riproponendo il ritratto della leader di simpatie neofasciste. Citata, tra le solite promesse, anche quella di combattere la corruzione – un tema ricorrente nella stampa del Sudest asiatico. In Indonesia, leggendo Detik news, si parla della reazione dei leader di estrema destra europei. Anche in questi casi, il focus è sulle fondamenta del movimento politico FdI e della sua campagna in stile “Dio, patria e famiglia”.