Dal viaggio a Kiev e Mosca a quello in Asia orientale, dove ha incontrato Xi Jinping, Fumio Kishida e Yoon Suk-yeol. Il presidente indonesiano cerca di rafforzare le dimensioni diplomatica ed economica dell’ultima parte del suo secondo mandato, continuando a “remare tra due scogliere”
È martedì 26 luglio e il presidente dell’Indonesia Joko Widodo è il primo capo di stato, da quando è scoppiata la guerra in Ucraina, ad atterrare a Pechino per un incontro ufficiale con Xi Jinping. È la prima tappa di un breve tour asiatico che la settimana scorsa ha portato il presidente Jokowi, com’è conosciuto in patria, a stringere la mano al premier giapponese Fumio Kishida e al presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol.
Widodo ha superato la metà del suo secondo mandato presidenziale e a novembre di quest’anno ospiterà il G20, mentre l’anno prossimo avrà la presidenza di turno dell’Asean: occasioni preziose per ridare slancio alla sua agenda diplomatica ed economica. Jokowi è infatti riuscito a vincere le elezioni del 2014 e poi del 2019 con un programma elettorale fatto di grandi promesse economiche e di grandi progetti di rilancio industriale, convincendo gli strati meno abbienti della popolazione. L’ultimo di questi progetti, ma non per dimensioni, è la costruzione di una nuova capitale per l’Indonesia, Nusantara: un progetto da 30 miliardi di dollari che spera di completare entro la fine del mandato nel 2024. Per questi motivi le assemblee multilaterali e i viaggi di stato sono visti dalla presidenza indonesiana prima di tutto in un’ottica di politica interna per assicurarsi finanziamenti e per mostrarsi come un paese affidabile.
La leadership cinese si è mostrata molto disponibile ad aprire le porte di casa a Widodo. Xi Jinping ha così potuto sottolineare come quella tra Indonesia e Cina sia una «partnership strategica» che dimostra i successi della Belt and Road verso i paesi del sud del mondo. Complimentandosi inoltre col presidente Widodo per il suo impegno nel farsi “ponte di comunicazione” tra l’Ucraina e la Russia, dopo le visite ai due paesi di questo giugno, Xi ha potuto ricordare come vi siano alternative al blocco occidentale che vorrebbe imporre la sua agenda globale al G20, chiedendo inoltre l’esclusione della Russia.
L’Indonesia, inoltre, gioca un ruolo chiave per Pechino perché è un importantissimo fornitore di materie prime come nichel, carbone, rame e gas naturale, oltre che un enorme mercato per gli investimenti cinesi all’estero. Lo stesso vale per Widodo che in questi anni ha visto la Cina diventare il suo primo partner commerciale: l’import cinese dall’Indonesia è cresciuto nella prima metà di quest’anno del 34% rispetto all’anno scorso (con un tasso inferiore solo a quello della Russia) e nel 2021 il volume degli scambi commerciali tra i due è stato stimato intorno ai 110 miliardi di dollari, mentre gli investimenti cinesi nello stesso anno ammontano a 3,2 miliardi di dollari.
Dopo il successo della sua visita a Pechino, mercoledì Jokowi è atterrato a Tokyo dove si è tenuta una conferenza stampa congiunta con il premier Fumio Kishida. Anche quest’ultimo ha sottolineato come l’Indonesia sia «un partner strategico», indispensabile per un Indo-Pacifico libero e aperto, e che il Giappone parteciperà per la prima volta alle esercitazioni militari congiunte Garuda Shield in Indonesia ad inizio agosto, insieme a USA e Australia. Kishida ha inoltre promesso investimenti per 318 milioni di dollari nei progetti infrastrutturali e di stringere ancora di più i legami commerciali con un accordo bilaterale entro la fine dell’anno. Sempre mercoledì il ministro dell’economia indonesiano ha annunciato che Toyota sta progettando di investire nel paese 1,8 miliardi di dollari per la produzione di veicoli elettrici nei prossimi 5 anni. Anche Mitsubishi ha annunciato investimenti per la produzione di veicoli ibridi e a batteria.
Dichiarazioni simili sono arrivate anche giovedì mattina quando Jokowi è atterrato in Corea del Sud e ha incontrato i dirigenti delle grandi aziende sudcoreane tra cui Hyundai, POSCO e Samsung, siglando con questi accordi e memorandum per investimenti in Indonesia. Subito dopo ha fatto seguito l’incontro con il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol. Sul tavolo ancora una volta accordi per investimenti: in particolare Yoon ha parlato della firma di un memorandum tra i due paesi sul progetto della nuova capitale Nusantara, affermando che «l’esperienza della Corea del Sud nel costruire Sejong City sarà un ottima referenza per l’Indonesia». Entrambi hanno poi sottolineato l’importanza di approfondire la cooperazione sotto la bandiera dell’IPEF (Indo-Pacific Economic Framework), lanciato dagli Stati Uniti questo maggio a cui hanno aderito sia l’Indonesia che la Corea del Sud, ma anche il Giappone insieme ad altri 11 paesi della regione. Infine i due leader hanno promesso di continuare la loro collaborazione nel campo della difesa che ha finora portato alla nascita dei jet da combattimento KF-21.
Per citare l’ex vice presidente indonesiano Mohammad Hatta, oggi nella competizione tra USA e Cina per l’Indo-pacifico l’Indonesia continua «a remare tra due scogliere».
Di Francesco Gianotti