La necessità di informazione, comunicazione e condivisione, personale e collettiva, è la spinta creativa. Questo è uno spazio dedicato a uno tra i personaggi più influenti dei nostri tempi: Ai Weiwei, l’uomo, l’artista, il dissidente. Perché la libertà è partecipazione. Ogni mercoledì, su China Files.
@aiww: ‘Elton John mi ha dedicato la prossima canzone. È commovente‘.
25 Novembre 2012, Pechino. Uno dei mostri sacri della musica dei nostri tempi è in concerto proprio qui, nella capitale cinese. Elton John, musicista, compositore, cantante inglese, anno ’47, ha fatto una meravigliosa sorpresa ad Ai Weiwei e soprattutto al governo cinese.
Non molto dopo dall’inizio della sua performance al Mastercard Center di Pechino, Sir John in persona ha dedicato l’intero concerto all’artista cinese. Bella mossa, Elton. Una dedica arrivata prestissimo (alla seconda canzone) è molto molto meglio di una che arrivi sul finale, se si è certi che tra gli spettatori molti non gradiranno.
Così, con quattro parole, irritati ed entusiasti, figli dei politici cinesi e figli della Cina ribelle, membri del Partito e assolutamente anti-filogovernativi, tutti hanno assistito per altre due ore allo spettacolo. Dopotutto la porta era aperta per chi avesse voluto alzare i tacchi. Ormai tutti sapevano che lui, sul palco, l’aveva dedicato all’attivista, alla libertà di espressione, ‘allo spirito e al talento di Ai Weiwei‘.
Uno shok per il pubblico cinese, abituato a canoni di censura che non lasciano spazio a situazioni simili. Persino le scalette degli artisti vengono controllate prima di un’esibizione. Weiwei ed Sir John si erano incontrati per qualche minuto, nel backstage, prima dell’inizio della serata. Anche Ai Lao, il bimbo di tre anni e mezzo di Weiwei, ha avuto l’onore di conoscere il cantante e addirittura di scambiarcisi gli occhiali da sole, il tutto documentato e twittato dal papà, ovviamente.
Ieri, giorno dopo l’evento, durante la colazione Weiwei ha raccontato che è stato molto divertente per Ai Lao e che Sir Elton è una persona eccezionale. Ha inoltre espresso il suo stupore e la sua immensa gioia per le parole del musicista. Non si sarebbe mai aspettato di ricevere una dedica completamente personale di un intero concerto, a sua detta, oltretutto, meraviglioso.
Dopotutto, quando Björk, durante la sua esibizione a Shanghai del 2008, gridò ‘Tibet Tibet’ alla fine di un suo pezzo intitolato ‘Declare Independence‘, le conseguenze che ne seguirono furono che alla cantante venne proibito di tornare ad esibirsi in Cina per un anno e le performance dei maggiori artisti in voga furono ridotte drasticamente.
Per il momento il governo non si è pronunciato sull”’incidente” avvenuto alcune sere fa. Si è soltanto limitato a permettere la pubblicazione di articoli (testate nazionali, ovviamente) riguardanti l’evento ma che non citino in alcun modo le dichiarazioni dell’artista: semplicemente come se niente fosse accaduto. Probabilmente perché il riferimento al Tibet era ancora più grande che quello fatto ad una persona.
Vero anche è, però, che una dedica ricevuta da un personaggio così importante a sostegno di un unico individuo, rende Weiwei ancora più speciale. Staremo a vedere. Weiwei ha detto che la musica è durata ininterrottamente per due ore e mezzo e che si sono alternati vari generi ed esibizioni. Ma insomma, che Elton John è Elton John lo sappiamo. Ha inoltre raccontato che l’artista inglese era aggiornatissimo riguardo la sua situazione: dal balletto sulle note di Gangnam Style, agli ultimi articoli pubblicati su di lui.
Sempre in questi giorni, oltretutto, è stata messa in rete una nuova versione di Gangnam Style. Stavolta a ballare è stato lo scultore indiano di adozione inglese Anish Kapoor, insieme ad alcuni amici, personaggi dell’arte contemporanea ed attivisti. L’artista ha deciso di girare il video in sostegno di Ai Weiwei e di altre persone sottoposte alla stessa condizione. I ‘ballerini’ indossano una maglia con il volto di Weiwei e Kapoor è vestito come lui, oltre ad essere munito di manette. In alcune scene dito medio alzato, maschere di Weiwei e bocche tappate, con mani o con nastri neri. Un omaggio alla libertà di espressione e alla promozione dei diritti umani, insomma. Il progetto di Kapoor è stato sostenuto da Amnesty International.
È sempre meraviglioso essere sostenuti e vedere il sostegno altrui, quando l’argomento principale è la libertà. Grazie Elton John, quindi. E grazie Kapoor.
Quando mi trovavo a Parigi, un anno e mezzo fa, era il 6 aprile 2011, incontrai per la prima volta Wang Keping, che ho rincontrato da allora oggi proprio qui allo studio Fake. Tre giorni prima Ai Weiwei era stato detenuto. Wang Keping, artista contemporaneo cinese scultore di legno, nonché forse il migliore amico di Weiwei, mi chiese se ero a conoscenza che tre giorni prima, proprio quell’amico, era stato portato via dalla polizia e non se ne aveva più nessuna traccia. La rabbia di quell’uomo, sotto shok per un avvenimento del genere e per l’impotenza di fronte a ciò che stava accadendo, mi aprì gli occhi per sempre.
Keping mi spiegò che Weiwei stava ricevendo, sì, molto sostegno da parte delle comunità artistiche, musei, artisti stessi, amici, associazioni culturali. Ma che questo sostegno, seppur meraviglioso, non era sufficiente se non supportato da quello dei politici, di ogni Paese. Mi disse che a parlare avrebbero dovuto essere soprattutto i detentori del potere, ovvero i capi delle varie nazioni, ma che come potevo ben osservare, nessuno avrebbe mai avuto il coraggio di mettersi contro la Cina: causa accordi economici stipulati, ben più importanti.
Conclusione utopica che ci sta sempre bene, o forse no: speriamo che presto anche qualcuno proveniente da altri ‘settori’, non solamente dal mondo artistico e culturale, possa schierarsi apertamente nel sostegno di tutti coloro che sono stati privati della libertà d’espressione. Ed Ai Weiwei ne è solo un esempio.
* Eleonora Brizi ha 27 anni e vive a Pechino. Ogni mattina apre la porta verde del n° 258 di Caochangdi, FAKE studio. Qui lavora per e con Ai Weiwei. Il suo blog è Dacci oggi il nostro Aiweiwei quotidiano.